Corriere dell'Alto Adige

Donne pagate meno dei maschi In Trentino il divario è del 31%

I dati resi noti dall’Ispat. Il gap maggiore nel comparto finanziari­o e immobiliar­e

- A. D.

TRENTO C’è un 31,1% di differenza tra la retribuzio­ne di un uomo e quella di una donna nel settore privato in Trentino. Un gap, o meglio un gender pay gap come si definisce in gergo, importante soprattutt­o se confrontat­o con il dato medio europeo che si attesta al 16%. E ancora più basso quello italiano, al 5%: ma in questo caso si tratta di un dato grezzo, che non tiene conto dei numerosi part time utilizzati per lo più da donne, del numero di ore retribuite e il numero di donne in posizione dirigenzia­le. Se si consideras­sero questi fattori il gpg in Italia arriverebb­e, secondo l’Eurostat, al 43,7%.

Il dato trentino emerge da un’analisi pubblicata in questi giorni dall’Istituto di statistica della Provincia di Trento, che ha elaborato per la prima volta i dati dell’Inps relativi al 2017. In Trentino la retribuzio­ne giornalier­a media ammontava a 85,7 euro. Il divario tra maschi e femmine è rilevante: 99,7 euro per gli uomini a fronte di 68,7 euro per le donne, quindi 31,1%. Ma anche qui come in Italia il dato cambia se si considera, ad esempio, il differenzi­ale tra lavoratori a tempo pieno e lavoratori a tempo parziale. Nel primo caso l’indicatore è pari al 15,9%, mentre nel secondo caso scende all’8,6% e su queste percentual­i gioca un ruolo importante l’elevata incidenza di donne impiegate a tempo parziale.

L’analisi condotta per settore economico, consideran­do in questo caso solo i tempi pieni, conferma un differenzi­ale quasi costanteme­nte a favore della componente maschile: le eccezioni sono concentrat­e in quei settori dove la presenza delle donne è contenuta.

Nei settori in cui la retribuzio­ne giornalier­a media è minore si osserva parallelam­ente un valore del Gpg marcatamen­te più contenuto. Un esempio è rappresent­ato dal comparto dei servizi di alloggio e ristorazio­ne dove questo scende al 12,9% e dove, appunto, la retribuzio­ne, sia maschile che femminile, risulta essere la più bassa tra tutti i settori economici analizzati. Viceversa, nei settori dove la retribuzio­ne è elevata, anche il Gpg risulta generalmen­te maggiore. Un esempio è rappresent­ato in questo caso dai comparti immobiliar­e e finanziari­o-assicurati­vo che presentano un Gpg superiore al 25%.

Il differenzi­ale retributiv­o di genere aumenta poi con l’età: mentre le retribuzio­ni giornalier­e medie delle lavoratric­i non si differenzi­ano in modo significat­ivo al crescere dell’età, quelle dei maschi presentano incrementi considerev­oli passando dai 101,1 euro nella classe 35-39 anni ai 134,4 euro nella classe 60-64 anni.

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