Primo giorno di «coprifuoco»: timori, incertezza e piazze vuote
File ordinate per entrare in farmacia, i supermarket reggono l’urto Commercio, associazioni divise. L’Unione: aprano solo gli alimentari
BOLZANO. Una città che si interroga. In continuazione. Questa era ieri Bolzano sospesa tra chi ha paura, chi si chiede quale sarà il futuro e chi semplicemente come e quando uscire di casa per andare al lavoro. Sarebbe inesatto definirla una città spettrale perché la gente passeggia per le strade, utilizza i mezzi pubblici e qualcuno il caffè al bar se lo prende ugualmente. È, semmai, una città rallentata e più vuota: tutto avviene più piano e tutto si fa con maggiore cautela. I supermercati hanno vissuto un’altra giornata di grande afflusso con alcune merci che sono presto finite lasciando gli scaffali vuoti. La sensazione di svuotamento, semmai, è arrivata con il buio: la chiusura dei locali alle 18 ha, di fatto, creato un’atmosfera inedita e surreale.
Gli spostamenti
Il primo grande punto di domanda della gente riguarda gli spostamenti. Una giornata, quindi, caratterizzata dalla rincorsa all’autocertificazione e ai motivi che consentono di spostarsi (lavoro, salute, approvvigionamento al supermercato). I mezzi pubblici hanno continuato ad offrire il servizio raccomandando a tutti i passeggeri di mantenere le distanze di sicurezza. «I bus sono semi vuoti — le parole del sindaco Renzo Caramaschi — e in città è evidente come manchi la componente turistica. È il momento della responsabilità e del senso civico, dobbiamo tutti collaborare per uscire il prima possibile da questa situazione limitando i danni». Approvate ieri alcune modifiche al trasporto pubblico locale: eliminata la possibilità dell’acquisto dei biglietti in viaggio, le porte in corrispondenza del conducente non saranno più aperte e le persone devono mantenere la distanza di sicurezza. Ai capolinea i gestori sono tenuti a fare interventi di sanificazione.
Bar e ristoranti
L’altra categoria disorientata dalle imposizioni del governo nazionale è stata quella dei pubblici esercizi. Chiamati a una riorganizzazione rapida molti hanno iniziato a predisporre ostacoli fisici tra i tavolini e il bancone per mantenere la distanza di un metro. Qualcuno indossando la mascherina. La chiusura alle 18 ha, invece, aperto un punto interrogativo per ristoranti e pizzerie: possibile continuare il servizio di delivery a domicilio anche a cena? «Sì — risponde il direttore di Confesercenti Mirco Benetello — e il via libera è arrivato dal prefetto. Necessario, però, chiudere l’attività rivolta al pubblico e assicurarsi che la fase di consegna avvenga rispettando le misure di prevenzione». Qualche bar, come il Pepper
Lounge, incoraggia i cittadini posizionando la lavagna con la frase «Andrà tutto bene» al posto del menù. Si arrende il Romagnolo di piazza Matteotti: chiusura fino al 5 aprile.
Negozi e mercati
Complicata la situazione nel commercio. La varietà di merceologia e anche di sensibilità ha portato a reazioni diverse. C’è chi ha tenuto aperto predisponendo subito misure di prevenzione tangibili (mascherine, linee per terra,, disinfettanti) e chi ha deciso di gettare la spugna perché senza clientela il gioco non vale la candela. Tra gli altri ieri hanno annunciato la chiusura per le prossime settimane Fiorissimi di via Palermo, la pasticceria Zanolini di via Dalmazia, l’abbigliamento Melody sempre in via Palermo e diversi pubblici esercizi. Qualche sorriso in più arriva dalle librerie (forse per prepararsi a lunghi periodi a casa). Nessuna limitazione per le farmacie con ingressi contingentati e attese abbastanza ordinate all’esterno. Così come negli uffici pubblici. In generale, però, i clienti si vedono con il contagocce. In centro storico molti negozi hanno chiuso ieri, altri lo faranno oggi o domani. Il sentimento più comune è «chiudere tutto per riaprire prima». Le grandi catene, di norma, sotto una soglia di fatturato medio giornaliero procedono autonomamente alle chiusure e, anche qui, la sensazione è che il limite sia vicino. Lo scenario più plausibile
delle prossime ore, dunque, è quello di una chiusura diffusa. Tutto ad eccezione dei supermercati e degli alimentari che continueranno ad avere un ruolo centrale per gli approvvigionamenti. In una riunione con le associazioni di categoria il Comune di Bolzano ha deciso ieri di cancellare i mercati rionali di giovedì in via Rovigo e sabato in piazza Vittoria. Ieri le bancarelle in piazzetta Bersaglio erano sostanzialmente isolate: clienti pochissimi e strada vuota. Sui banchetti i cartelli che ricordano le distanze.
Le associazioni
Ieri le associazioni di categoria del commercio hanno scelto due strade differenti. L’Unione ha rilasciato un comunicato esplicito invitando i negozi a chiudere, mentre Confesercenti ha attivato una serie di canali di accompagnamento. Attivate, dunque, quattro help line con risposta immediata su Whatsapp per agenti di commercio (0471541515), ambulanti (0471541512), bar e ristoranti (0471541513) e benzinai, servizi, commercio fisso ed artigianato (0471-541516). Basterà inviare un messaggio (anche se ad un numero fisso) per i dubbi sulle norme.
I parchi
Abbastanza frequentati i parchi cittadini dove, comunque, la maggior parte delle persone ha cercato di mantenere le distanze. Pochi i bambini ai giochi pubblici a testimonianza anche di una mutata percezione del rischio anche da parte dei genitori molto più cauti nelle uscite.
I controlli
Le forze dell’ordine (polizia municipale, carabinieri, guardia di finanza e polizia di Stato) sono incaricate dalla prefettura di controllare il rispetto delle norme di prevenzione nei locali pubblici e da parte dei cittadini. I pubblici esercizi e i negozianti che non rispetteranno le prescrizioni rischiano la denuncia penale per l’articolo 650 del codice (Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità) che viene punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro. Solo i pubblici esercizi rischiano anche la sospensione dell’attività che può essere quantificata e imposta solo dall’amministrazione comunale e dalla questura che hanno competenza. L’autocertificazione per gli spostamenti, invece, sarà richiesta dalle forze dell’ordine per qualsiasi tipo di spostamento anche all’interno del Comune. La ratio della misura è evitare prima di tutto gli assembramenti ma anche le uscite di casa senza reali necessità. Permesso, dunque, andare al lavoro o muoversi per esigenze di salute. Permesso anche il movimento all’esterno per operazione ineludibili (portare fuori il cane da soli, andare a prendere il bambino dai nonni) ma non quelle rinviabili o non strettamente necessarie.
Nuove abitudini
In piazza Matteotti si arrende il Romagnolo Pizzerie chiuse la sera, ma si può consegnare