Corriere dell'Alto Adige

Decameron 2020 la pièce Giovani autori raccontano

Il progetto Da Trento lo spettacolo teatrale scritto da quattro talenti della drammaturg­ia Dalla peste del Trecento all’epidemia di oggi, analogie, cambiament­i, vie di fuga

- Di Chiara Marsilli

Due epidemie divise da settecento anni di storia. Un’iniziativa artistica per raccontare il cambiament­o ed evidenziar­e le sottili connession­i che dalla peste che nel Trecento colpì l’Italia, oggi arrivano fino a noi attraverso le parole di Boccaccio e del suo Decamerone. Decameron 2020 è un percorso di ricerca artistica e creazione drammaturg­ica che porterà alla produzione di uno spettacolo sul capolavoro di Giovanni Boccaccio, che nasce dalla collaboraz­ione produttiva e artistica fra TrentoSpet­tacoli e Mtm Manifattur­e Teatrali Milanesi. «L’idea è nata questa estate, quando ancora il coronaviru­s non era nemmeno ipotizzabi­le - racconta Daniele Filosi, organizzat­ore di TrentoSpet­tacoli -, ispirata dall’esempio di Pier Vittorio Tondelli che negli anni Ottanta lanciò un bando per raccoglier­e scritti narrativi degli under 25 di tutta Italia. La volontà era quella di raccoglier­e tutte le idee folli e geniali della provincia, tra le quali scoprire talenti. Anche noi agiamo in questa direzione: il progetto prevede una call aperta a tutti gli autori e drammaturg­hi,

Nel quadro di Waterhouse i ragazzi raccontati dal Boccaccio nel poema «Decamerone» in campagna per sfuggire alla peste della città, trascorrev­ano il tempo raccontand­o novelle e a tutti i linguaggi espressivi della scrittura, che vogliano confrontar­si con il Decamerone attraverso una rielaboraz­ione, riscrittur­a o drammaturg­ia originale ispirata alle novelle del Decamerone stesso». Tra i materiali arrivati, i registi e drammaturg­hi Stefano Cordella e Filippo Renda, direttori artistici, selezioner­anno quattro opere. Gli autori verranno invitati a lavorare in residenza artistica per dare forma al testo definitivo dello spettacolo. Conclusa la residenza è prevista una prima presentazi­one davanti al pubblico, come lettura scenica. Dopo prove e allestimen­to, lo spettacolo debutterà a Trento nel mese di novembre 2020, per poi spostarsi sul palco del Teatro Litta di Milano a dicembre 2020 e a gennaio 2021. Quello che rende il progetto unico è la coincidenz­a con l’attualità e l’epidemia da coronaviru­s. «I punti di contatto sono molti spiega Filosi - . All’inizio del Trecento in Italia scoppiò la peste, arrivata dall’Asia attraverso il commercio che portava le persone a viaggiare tra i continenti. Dai principali porti italiani si diffuse e durò diversi anni e si ripresentò altre volte nel corso del secolo. L’epidemia si innestò in un periodo di crescita e cambiament­o: clima, rapporti commercial­i, crisi nel mondo dell’alimentazi­one a causa di raccolti andati a male, aumento della popolazion­e. La peste dimezzò la popolazion­e, ebbe un impatto sociale e umano incredibil­e in tutta l’Europa». È in questo momento di crisi che Boccaccio immagina il «buen retiro» di sette ragazze e tre ragazzi in campagna per sfuggire alla malattia. Qui i giovani si intratteng­ono raccontand­osi l’un l’altro storie, immaginand­o un mondo alternativ­o ma al tempo stesso profondame­nte umano».

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