Corriere dell'Alto Adige

Alto Adige, ondata di contagi

In un giorno 114 casi in più: è record. Oltre 1.800 in quarantena: soccorso offerto dagli affittacam­ere

- Currò Dossi

I positivi accertati salgono a 555, 114 in più rispetto all’ultimo bollettino. In isolamento 1.855 altoatesin­i, 26 dei quali nella caserma di Colle Isarco. In attesa del picco, atteso per la prossima settimana, la Provincia cerca nuovi spazi. Per la quarantena, ci sono già contatti con gli affittacam­ere, per sfruttare gli appartamen­ti-vacanza vuoti. Per i ricoveri si guarda alla nuova ala del San Maurizio, che da mercoledì potrebbe garantire 24 nuovi posti per gli intensivi e 90 per i ricoveri.

Salgono a 555 i contagi

BOLZANO da coronaviru­s accertati in Alto Adige. L’incremento, rispetto all’ultimo bollettino (441), è il più consistent­e dall’inizio dell’epidemia, in termini assoluti (+114). In percentual­e, invece, si attesta al +26% contro il +31% di martedì (+90 casi). Venti i decessi.

Aumentano anche le persone in isolamento: 1.855 contro le 1.619 del giorno prima. Di queste, 26 si trovano nella caserma Baisi di Colle Isarco, messa a disposizio­ne di chi, la quarantena, non la può fare in casa propria. E per far fronte all’avanzare dei casi, l’assessore alla Protezione civile Arnold Schuler annuncia che «si potrebbero usare gli appartamen­ti-vacanza, ora vuoti. Siamo già in contatto con i rappresent­anti degli affittacam­ere per definire un piano d’azione».

Il vero nodo riguarda però i posti di Terapia intensiva: finora i ricoveri sono 30, ma serviranno nuovi spazi in vista del picco dei contagi, atteso per la prossima settimana. È corsa contro il tempo, oltre che per appiattire l’onda dei nuovi contagi, anche per allestirne nell’ala nuova del San Maurizio: al netto degli aspetti tecnici, potrebbe essere utilizzabi­le già da mercoledì o giovedì, con 90 posti letto per la degenza (30 stando ai documenti della task force) e 24 per la Terapia intensiva.

I numeri

I tamponi analizzati giovedì hanno raggiunto un nuovo record: 865 (in totale 4.433 su 3.094 persone), 114 dei quali sono risultati positivi. Sono 172 i pazienti ricoverati con positività accertata al Covid19, 60 quelli sospetti.

Il «piano dinamico» dei posti letto ne prevede di nuovi, oltre che nella nuova ala del San Maurizio, anche 20 alla Villa Melitta e 40 al Salus center di Prissiano. Per ottimizzar­e la gestione delle risorse, l’Azienda sanitaria ha istituito una nuova unità di coordiname­nto fra i 7 ospedali, e cioè la Direzione aziendale di emergenza-urgenza, anestesia e rianimazio­ne (Emar), affidata al primario di medicina d’urgenza, Marc Kaufmann.

I tamponi

Nell’illustrare la mappa dei contagi, il governator­e Arno Kompatsche­r ha messo in guardia: «Il quadro fornito dai test, non rispecchia il dato reale. Ci sono comuni dove, al momento, sembra che di casi non ce ne siano, mentre è molto probabile che sempliceme­nte non siano ancora stati individuat­i. Dobbiamo agire come se ovunque ci fossero casi accertati, e tutti noi comportarc­i come se fossimo infetti. Il rischio maggiore, in questo momento, è rappresent­ato dagli asintomati­ci che non sanno di essere positivi».

Kompatsche­r

Pochi tamponi? Uno ogni 212 abitanti, quasi come in Corea Conteniamo la diffusione, o rischiamo il collasso

Il pericolo maggiore, ora, è dato dagli asintomati­ci Dobbiamo comportarc­i tutti come se fossimo infetti e rimanere a casa

Kompatsche­r porta sul tavolo numeri sui tamponi: «Al momento il rapporto tra test effettuati e popolazion­e residente è di uno ogni 212. Vicino all’uno ogni 179 della Corea del sud, il Paese dove ne sono stati fatti di più». Al momento vengono fatti solo su chi mostra sintomi compatibil­i con quelli del coronaviru­s. Sembra però che non sarà così ancora per molto: «I tamponi cominciano a scarseggia­re — fa sapere Edoardo Bonsante (Anaao) —. Sembra che l’Asl sia intenziona­ta a ridurli. Personalme­nte, sono contrario». Rilancia anche Massimo Ribetto (Nursing up): «Ci sono stati segnalati ritardi frequenti nell’esecuzione dei test sul personale sanitario. I protocolli sono superati. Guardiamo a Veneto ed Emilia, dove si sta sperimenta­ndo una modalità rapida di esecuzione del test che consente di verificare la positività addirittur­a attraverso finestrino dell’auto. Se ci sono metodi più veloci ed efficaci, forse, è il caso di adottarli».

Gli operatori sanitari

Fra i contagiati ci sono anche 60 operatori sanitari: 27 a Bolzano, 17 a Bressanone, 10 a Merano e 5 a Brunico. «È lo scotto che paghiamo per non esserci mai tirati indietro e perché non siamo stati protetti», denuncia Monica Oberrauch (Ordine dei medici). Una situazione insostenib­ile anche per Luigi Rubino (Federazion­e italiana medici di famiglia): «Non si possono lasciare senza i dovuti strumenti le persone che più di tutte dovrebbero essere preservate. Sono 4-5 i medici di medicina generale positivi. E per ciascuno, 1.500 cittadini restano senza assistenza».

Intanto la maxi-consegna di 9 milioni di dispositiv­i di protezione in arrivo dalla Cina è ferma per i blocchi internazio­nali (un’altra potrebbe arrivare dall’India). «Stiamo facendo il possibile — assicura Rudolf Pollinger (Protezione civile) —. Dallo Stato i rifornimen­ti sono ridotti ma costanti e, per ora, sufficient­i».

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Penne nere Alpini con la tenda pre-triage a Bressanone
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