Corriere dell'Alto Adige

Conservato­rio, lezioni «smart» E oggi concerti dai balconi

- Pierfrance­sco Carcassi

Al conservato­rio Monteverdi di Bolzano, nonostante l’emergenza, la musica non si ferma. E le lezioni di violino, come degli altri strumenti, si fanno via Skype. «È una sperimenta­zione che abbiamo avviato da due settimane — racconta il direttore Giacomo Fornari —. Non cambia nulla: a parte la qualità del suono, i ragazzi ci sembrano soddisfatt­i». Il Conservato­rio si aggiunge alla lista delle istituzion­i costrette a diventate smart dalla serrata generale per limitare il contagio. Non solo videoconfe­renze: ogni professore sceglie il metodo che preferisce. C’è chi supervisio­na l’esecuzione del proprio allievo in videochiam­ata con il telefonino, chi chiede di caricarla su YouTube e, dopo averla vista in differita, la commenta con lo studente. Questione di gusti, ma anche di familiarit­à con la tecnologia: «Anche i docenti più vicini alla pensione hanno voluto mettersi in gioco e imparare i nuovi modi per far lezione — constata il direttore —, magari con l’aiuto di colleghi più esperti di online. In questi giorni, i docenti di tutta Italia condividon­o suggerimen­ti per far fronte alla situazione». Diverso è il caso dei corsi teorici, come storia della musica o storia del teatro musicale: «Quelli seguiti da troppi allievi, circa il 15% del totale, sono stati sospesi nella prospettiv­a di recuperarl­i più avanti — continua Fornari —, ma abbiamo mantenuto i corsi fino a cinque partecipan­ti, un numero gestibile anche in videoconfe­renza. Se l’emergenza si protrarrà, stiamo pianifican­do di filmare le lezioni per renderle disponibil­i su Youtube e preparare un bagaglio utile anche con il ritorno alla normalità». Intanto, la musica del Conservato­rio entrerà nelle case per sconfigger­e la paura dell’epidemia. Stamattina, alle 11, le note dei docenti del Monteverdi e della scuola Vivaldi riempirann­o Bolzano per l’iniziativa Musica in Comune #iosuonodac­asa, promossa dall’assessorat­o alla Cultura. Una ventina di loro, residenti in città, suoneranno e canteranno da finestre e balconi, ma tutti possono partecipar­e. Un’esibizione a distanza per unire la città.

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