«Lezioni online? Si può, anche col software libero»
I difensori del sistema «Fuss» replicano a Vettorato
BOLZANO Nell’epoca della rivoluzione digitale la didattica a distanza è (quasi) ferma al palo. A confermarlo sono le continue lamentele che arrivano da genitori, studenti e insegnanti delle scuole di lingua italiana scoraggiati dalla macchinosità richiesta per proseguire con l’attività didattica. Un problema, secondo l’assessore provinciale alla scuola Giuliano Vettorato, sorge dal fatto che nelle scuole italiane viene utilizzato da diversi anni il sistema operativo open source Fuss, un sistema che non ha costi di licenza, ma che in questo momento di emergenza potrebbe causare problemi di compatibilità con i programmi più utilizzati e distribuiti dai colossi privayi.
«Il sistema Fuss funziona, ma il vero problema è che non si possono fare le videoconferenze — sostiene Vettorato —. Ad oggi i docenti si muovono con armi proprie come con le videochiamate via WhatsApp. Nessuno immaginava questa situazione di emergenza. È vero che i software liberi ti danno libertà, ma devono essere sviluppati e lo sviluppo richiede tempo».
Ad oggi quindi insegnanti e studenti sono costretti ad utilizzare piattaforme diverse per inviare o ricevere file e fare videoconferenze. Qualche mese fa l’assessore Vettorato aveva fatto un sondaggio tra studenti, famiglie e insegnanti per capire se preferissero proseguire con l’utilizzo del sistema Fuss oppure utilizzare altri sistemi operativi. La maggior parte sembrava però preferire l’utilizzo di piattaforme proprietarie come Microsoft. Da qui è nato il progetto di riportare gradualmente anche nelle scuole di lingua italiana l’utilizzo di software proprietari come già avviene nelle scuole altoatesine di lingua tedesca.
In tanti però non la pensano così. Per Toni Auer, promotore della petizione a favore del sistema Fuss ed esponente dei Verdi, la scelta di passare a piattaforme proprietarie è una scelta poco lungimirante: «Tutto funziona, se c’è la volontà — afferma Auer —. La didattica online si fa con le piattaforme e-learning. Anche il sistema Fuss prevede strumenti e-learning come Moodle e Chanilo. Inoltre di recente è stato lanciato il sito lugbz.opencloud.lu per far fronte all’emergenza virus e permettere lo svolgimento online delle videoconferenze tra insegnanti e studenti». Vettorato nega di voler approfittare di un momento come questo per dare il benservito definitvo al software libero. Nel frattempo negli uffici della sovrintendenza scolastica di lingua italiana è iniziata la corsa per acquistare le licenze necessarie affinché studenti e insegnanti possano proseguire al meglio l’attività didattica. «In questo momento di urgenza è inutile fare polemiche, bisogna risolvere pragmaticamente la situazione — spiega Vettorato —. I dirigenti ci stanno chiedendo di comprare le licenze perché gli insegnanti non riescono a lavorare. Il mio dovere è garantire il diritto allo studio degli studenti». Da anni la scuola in lingua italiana dell’Alto Adige sta usando il software libero (piattaforma Fuss)
Vettorato ha deciso di abbandonare questa strada tornando ai programmi con licenze private: il tema si fa caldo con le lezioni a distanza
Il dibattito L’assessore: dobbiamo essere pragmatici Auer: videoconferenze possibili senza licenze