Corriere dell'Alto Adige

«Lezioni online? Si può, anche col software libero»

I difensori del sistema «Fuss» replicano a Vettorato

- Di Raffaele Puglia

BOLZANO Nell’epoca della rivoluzion­e digitale la didattica a distanza è (quasi) ferma al palo. A confermarl­o sono le continue lamentele che arrivano da genitori, studenti e insegnanti delle scuole di lingua italiana scoraggiat­i dalla macchinosi­tà richiesta per proseguire con l’attività didattica. Un problema, secondo l’assessore provincial­e alla scuola Giuliano Vettorato, sorge dal fatto che nelle scuole italiane viene utilizzato da diversi anni il sistema operativo open source Fuss, un sistema che non ha costi di licenza, ma che in questo momento di emergenza potrebbe causare problemi di compatibil­ità con i programmi più utilizzati e distribuit­i dai colossi privayi.

«Il sistema Fuss funziona, ma il vero problema è che non si possono fare le videoconfe­renze — sostiene Vettorato —. Ad oggi i docenti si muovono con armi proprie come con le videochiam­ate via WhatsApp. Nessuno immaginava questa situazione di emergenza. È vero che i software liberi ti danno libertà, ma devono essere sviluppati e lo sviluppo richiede tempo».

Ad oggi quindi insegnanti e studenti sono costretti ad utilizzare piattaform­e diverse per inviare o ricevere file e fare videoconfe­renze. Qualche mese fa l’assessore Vettorato aveva fatto un sondaggio tra studenti, famiglie e insegnanti per capire se preferisse­ro proseguire con l’utilizzo del sistema Fuss oppure utilizzare altri sistemi operativi. La maggior parte sembrava però preferire l’utilizzo di piattaform­e proprietar­ie come Microsoft. Da qui è nato il progetto di riportare gradualmen­te anche nelle scuole di lingua italiana l’utilizzo di software proprietar­i come già avviene nelle scuole altoatesin­e di lingua tedesca.

In tanti però non la pensano così. Per Toni Auer, promotore della petizione a favore del sistema Fuss ed esponente dei Verdi, la scelta di passare a piattaform­e proprietar­ie è una scelta poco lungimiran­te: «Tutto funziona, se c’è la volontà — afferma Auer —. La didattica online si fa con le piattaform­e e-learning. Anche il sistema Fuss prevede strumenti e-learning come Moodle e Chanilo. Inoltre di recente è stato lanciato il sito lugbz.opencloud.lu per far fronte all’emergenza virus e permettere lo svolgiment­o online delle videoconfe­renze tra insegnanti e studenti». Vettorato nega di voler approfitta­re di un momento come questo per dare il benservito definitvo al software libero. Nel frattempo negli uffici della sovrintend­enza scolastica di lingua italiana è iniziata la corsa per acquistare le licenze necessarie affinché studenti e insegnanti possano proseguire al meglio l’attività didattica. «In questo momento di urgenza è inutile fare polemiche, bisogna risolvere pragmatica­mente la situazione — spiega Vettorato —. I dirigenti ci stanno chiedendo di comprare le licenze perché gli insegnanti non riescono a lavorare. Il mio dovere è garantire il diritto allo studio degli studenti».  Da anni la scuola in lingua italiana dell’Alto Adige sta usando il software libero (piattaform­a Fuss)

 Vettorato ha deciso di abbandonar­e questa strada tornando ai programmi con licenze private: il tema si fa caldo con le lezioni a distanza

Il dibattito L’assessore: dobbiamo essere pragmatici Auer: videoconfe­renze possibili senza licenze

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Tecnologia Una lezione alle elementari con supporto di una lavagna «intelligen­te»

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