Scaldacollo gratis in edicola, tiro incrociato su Widmann Si smarca anche il Carroccio
L’assessore accusato di favorire i cugini Il team K: «Folle spendere 700.000 euro» La replica: «Quelle protezioni servono»
BOLZANO L’iniziativa di distribuire scaldacollo protettivi insieme ai giornali è stata apprezzata dai cittadini, che hanno preso d’assalto le edicole, ma non dall’opposizione che ha accusato l’Asl, e soprattutto l’assessore Thomas Widmann, di aver acquistato un prodotto inutile favorendo l’azienda del cugino dell’assessore. Posizione condivisa anche da diversi medici che stanno valutando se fare un esposto. Persino la Lega ha preso le distanze dall’assessore bollando l’iniziativa come un incentivo a trasgredire il divieto di uscire.
In teoria l’Asl potrebbe acquistare solamente materiale per l’assistenza ai malati ma nello stato di emergenza si può fare tutto. Tanto che proprio due giorni fa è arrivato il decreto che autorizza l’Asl ad acquistare dispositivi di protezione per la popolazione. E così è partita l’operazione scaldacollo.
Le bandane che dovrebbero proteggere i cittadini dal contagio sono prodotti in Romania dalla società Texmarket, società dei fratelli Heinrich e Christoph Widmann, cugini dell’assessore alla salute Costo della fornitura: 700mila euro per 300mila scaldacollo che ieri sono stati distribuiti gratuitamente insieme ai giornali. L’iniziativa ha funzionato: gli scaldacollo erano praticamente esauriti alle 10 del mattino in tutte le edicole e i tabacchini.
A livello politico per l’operazione si sta rivelando un disastro. L’opposizione infatti ha iniziato a sparare ad alzo zero sull’assessore che ora deve difendersi dall’accusa di nepotismo. «Ho l’impressione che ci sia stata una colossale presa in giro dei cittadini e sinceramente credo ci siano gli estremi per un esposto alla Corte dei conti» dice l’avvocato Luca Crisafulli, componente della commissione dei Sei che ha già chiesto ai vari gruppi politici di opposizione di raccogliere informazioni con una serie di interrogazioni. Ma anche la Lega ha preso le distanze dall’iniziativa con una comunicato dei tre consiglieri Massimo Bessone, Rita Mattei e Giuliano Vettorato. «La scelta di distribuire scaldacollo ci lascia perplessi. La nostra preoccupazione, vista la difficile reperibilità di mascherine sul territorio provinciale, è che si formino assembramenti creando un concreto rischio di ulteriore contagio» scrivono. La capogruppo Rita Mattei è ancora più esplicita: «Sarebbe stato meglio utilizzare i fondi per aiutare i cittadini più deboli in questa emergenza».
Dopo l’intervento del Carroccio è cambiata anche la comunicazione e la Provincia ha diffuso un nuovo comunicato in cui precisava che lo scaldacollo «è riservato a coloro che non hanno a casa alcuna sciarpa né altri strumenti per proteggere le altre persone dal contagio e che devono comunque per motivi urgenti uscire di casa. Non si tratta di un invito a recarsi in massa nelle tabaccherie o nelle rivendite di giornali» si legge sulla pagina social dell’amministrazione provinciale.
E mentre sui social iniziano a circolare i primi fotomontaggi con Widmann in versione bandolero, l’opposizione attacca duramente.
«Fermiamo questas iniziativa finchè siamo in tempo: non mettiamoci in coda per un’inutile scaldacollo» avverte Alessandro Urzì di Fratelli d’Italia. Una pessima idea, inutile che ha spinto persone a uscire inutilmente» aggiunge Valerio Lavorgna, medico militare e consigliere di quartiere di FdI.
Durissima anche la presa di posizione del team K che ha già presentato un’interrogazione in consiglio provinciale. «Mentre negli ospedali manca l’esenziale si spendono 700mila euro azioni poco trasparenti di dubbia utilità» attacca il team K che fa intervenire lo specialista Franz Ploner, per tanti anni direttore sanitario dell’ospedale di Vipiteno. « Non esiste evidenza scientifica che uno scaldacollo protegga in modo efficace da un’infezione. Lo scaldacollo perde la protezione appena diventa umido; inoltre bisogna lavarlo continuamente»
«Non abbiamo mai detto che la bandana da una protezione assoluta. Non basta nemmeno lavarsi le mani o stare a casa. Sono necessarie una serie di misure per sconfiggere il virus» ha replicato Widmann ieri in conferenza stampa chiarendo che si saprà «se gli scaldacollo sono costati troppo quando sapremo se sono stati efficaci o meno. C’è una guerra sul mercato per accaparrarsi le protezioni, abbiamo chiesto ad Assoimprenditori di darci una mano a individuare aziende che potessero aiutarci. Se avremo le forniture lo dobbiamo a loro: ci servono subito e non tra sei mesi. A queste aziende come Texmarket e a Salewa va detto grazie».