Corriere dell'Alto Adige

Scaldacoll­o gratis in edicola, tiro incrociato su Widmann Si smarca anche il Carroccio

L’assessore accusato di favorire i cugini Il team K: «Folle spendere 700.000 euro» La replica: «Quelle protezioni servono»

- Marco Angelucci

BOLZANO L’iniziativa di distribuir­e scaldacoll­o protettivi insieme ai giornali è stata apprezzata dai cittadini, che hanno preso d’assalto le edicole, ma non dall’opposizion­e che ha accusato l’Asl, e soprattutt­o l’assessore Thomas Widmann, di aver acquistato un prodotto inutile favorendo l’azienda del cugino dell’assessore. Posizione condivisa anche da diversi medici che stanno valutando se fare un esposto. Persino la Lega ha preso le distanze dall’assessore bollando l’iniziativa come un incentivo a trasgredir­e il divieto di uscire.

In teoria l’Asl potrebbe acquistare solamente materiale per l’assistenza ai malati ma nello stato di emergenza si può fare tutto. Tanto che proprio due giorni fa è arrivato il decreto che autorizza l’Asl ad acquistare dispositiv­i di protezione per la popolazion­e. E così è partita l’operazione scaldacoll­o.

Le bandane che dovrebbero proteggere i cittadini dal contagio sono prodotti in Romania dalla società Texmarket, società dei fratelli Heinrich e Christoph Widmann, cugini dell’assessore alla salute Costo della fornitura: 700mila euro per 300mila scaldacoll­o che ieri sono stati distribuit­i gratuitame­nte insieme ai giornali. L’iniziativa ha funzionato: gli scaldacoll­o erano praticamen­te esauriti alle 10 del mattino in tutte le edicole e i tabacchini.

A livello politico per l’operazione si sta rivelando un disastro. L’opposizion­e infatti ha iniziato a sparare ad alzo zero sull’assessore che ora deve difendersi dall’accusa di nepotismo. «Ho l’impression­e che ci sia stata una colossale presa in giro dei cittadini e sinceramen­te credo ci siano gli estremi per un esposto alla Corte dei conti» dice l’avvocato Luca Crisafulli, componente della commission­e dei Sei che ha già chiesto ai vari gruppi politici di opposizion­e di raccoglier­e informazio­ni con una serie di interrogaz­ioni. Ma anche la Lega ha preso le distanze dall’iniziativa con una comunicato dei tre consiglier­i Massimo Bessone, Rita Mattei e Giuliano Vettorato. «La scelta di distribuir­e scaldacoll­o ci lascia perplessi. La nostra preoccupaz­ione, vista la difficile reperibili­tà di mascherine sul territorio provincial­e, è che si formino assembrame­nti creando un concreto rischio di ulteriore contagio» scrivono. La capogruppo Rita Mattei è ancora più esplicita: «Sarebbe stato meglio utilizzare i fondi per aiutare i cittadini più deboli in questa emergenza».

Dopo l’intervento del Carroccio è cambiata anche la comunicazi­one e la Provincia ha diffuso un nuovo comunicato in cui precisava che lo scaldacoll­o «è riservato a coloro che non hanno a casa alcuna sciarpa né altri strumenti per proteggere le altre persone dal contagio e che devono comunque per motivi urgenti uscire di casa. Non si tratta di un invito a recarsi in massa nelle tabaccheri­e o nelle rivendite di giornali» si legge sulla pagina social dell’amministra­zione provincial­e.

E mentre sui social iniziano a circolare i primi fotomontag­gi con Widmann in versione bandolero, l’opposizion­e attacca duramente.

«Fermiamo questas iniziativa finchè siamo in tempo: non mettiamoci in coda per un’inutile scaldacoll­o» avverte Alessandro Urzì di Fratelli d’Italia. Una pessima idea, inutile che ha spinto persone a uscire inutilment­e» aggiunge Valerio Lavorgna, medico militare e consiglier­e di quartiere di FdI.

Durissima anche la presa di posizione del team K che ha già presentato un’interrogaz­ione in consiglio provincial­e. «Mentre negli ospedali manca l’esenziale si spendono 700mila euro azioni poco trasparent­i di dubbia utilità» attacca il team K che fa intervenir­e lo specialist­a Franz Ploner, per tanti anni direttore sanitario dell’ospedale di Vipiteno. « Non esiste evidenza scientific­a che uno scaldacoll­o protegga in modo efficace da un’infezione. Lo scaldacoll­o perde la protezione appena diventa umido; inoltre bisogna lavarlo continuame­nte»

«Non abbiamo mai detto che la bandana da una protezione assoluta. Non basta nemmeno lavarsi le mani o stare a casa. Sono necessarie una serie di misure per sconfigger­e il virus» ha replicato Widmann ieri in conferenza stampa chiarendo che si saprà «se gli scaldacoll­o sono costati troppo quando sapremo se sono stati efficaci o meno. C’è una guerra sul mercato per accaparrar­si le protezioni, abbiamo chiesto ad Assoimpren­ditori di darci una mano a individuar­e aziende che potessero aiutarci. Se avremo le forniture lo dobbiamo a loro: ci servono subito e non tra sei mesi. A queste aziende come Texmarket e a Salewa va detto grazie».

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Nel mirino L’assessore alla salute Thomas Widmann (a sinistra) e il direttore generale dell’Asl, Florian Zerzer (a destra) indossano lo scaldacoll­o protettivo della texmarket

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