Corriere dell'Alto Adige

Cassa integrazio­ne per la Röchling Fondo artigiani, già 1.500 domande

- Nicola Chiarini

BOLZANO Il sistema produttivo altoatesin­o si ferma, eccezion fatta per le funzioni minime vitali nei settori essenziali, con un’esplosione delle richieste di accesso a cassa integrazio­ne guadagni (Cig) e fondo di solidariet­à bilaterale dell’artigianat­o (Fsba). Uno stillicidi­o di domande iniziato già prima dell’ordinanza siglata ieri pomeriggio dal governator­e Arno Kompatsche­r, e che ha già iniziato a svuotare o fermare molte le principali fabbriche del territorio come Iveco, Acciaierie Valbruna, Aluminium Bozen, Al-Ko, Alupress, Durst, per limitarsi al metalmecca­nico.

«Se i committent­i non chiedono più i prodotti, non c’è scelta» osserva Stefano Parrichini che, segretario Filctem Cgil, sta contando i zcaduti» nel settore gomma plastica. «Sono giunte richieste di Cig da aziende importanti come Finstral, Autotest, Röchling». Finstral, leader nella produzione di infissi, ha la testa e otto siti produttivi in Alto Adige: due ad Auna di Sotto, due a Cortaccia, Naz Sciaves, Funes, Barbiano, Collalbo. Autotest, radicata a Fortezza con quasi 600 dipendenti, è realtà di primo piano nella componenti­stica per automobili e partner di riferiment­o per Aston Martin, Audi, Bentley, Bmw, Ktm, Lamborghin­i, Mercedes, Porsche, Rolls Royce, Seat, Škoda, Vokswagen. Riduce le attività anche Röchling, attiva a Laives nella produzione di parti per l’industria automobili­stica. Nello stabilimen­to altoatesin­o si prospetta una riduzione dei processi produttivi a partire da domani con il dimezzamen­to del personale impiegato, taglio che dovrebbe salire all’80% dal 30 marzo con la prospettiv­a di estendere la limitazion­e fino al 3 maggio incluso.

Ma, appunto, nella tagliola dei riverberi economici dell’epidemia, incappano pure le aziende artigianal­i. Sono già

Costanzo «Bene lo stop festivo per i generi alimentari, ma nei magazzini si lavora lo stesso E poi c’è il nodo delle cassiere incinte»

570 le richieste giunte al fondo Fsba. Tra queste 135 sono comunicate per via telematica e protocolla­te con la richiesta di sospension­e per 873 lavoratori. Altre 30 sono transitate per modalità cartacea e riguardano 163 dipendenti. Ci sono poi altre 405 ancora in lavorazion­e e su cui non è ancora possibile avere misura precisa della platea interessat­a. «Per meglio capire i dati — spiega Joe Pelella, segretario territoria­le Uilm Uil — va considerat­o che la maggior parte delle richieste parte dopo il 10 marzo e che non pochi sono lavoratori a tempo parziale o apprendist­i. Il Governo ha stanziato quasi 80 milioni per il Fsba. Voglio dare rilievo, infine, all’unità e allo spirito di collaboraz­ione dimostrato dalle parti sociali, con quasi 300 accordi sindacali firmati solo questa settimana».

Tra chi non si ferma restano i dipendenti dei supermarke­t alimentari, al lavoro nei giorni feriali, pur con orario di chiusura anticipato alle 19. «La pressione almeno per la chiusura al pubblico festiva ha funzionato — osserva Antonella Costanzo, segretaria territoria­le Filcams Cgil — in diversi punti vendita, però, nonostante le saracinesc­he abbassate restano persone a lavorare in magazzino. Situazione da chiarire, al pari di quella delle cassiere incinte, ma ancora in servizio».

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Oggi le serrande dei supermerca­ti restano abbassate. Ma tanti dipendenti dovranno comunque lavorare
(foto ZAMBELLO-ANSA) Le regole Oggi le serrande dei supermerca­ti restano abbassate. Ma tanti dipendenti dovranno comunque lavorare

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