Corriere dell'Alto Adige

«Il sistema cambierà Ingressi scaglionat­i e turnover sono ipotesi percorribi­li»

L’assessore all’istruzione Bisesti prepara la fase due: «Le lezioni online funzionano, ma le perfezione­remo perché in caso di una nuova ondata saranno utili»

- Di Francesco Barana

TRENTO «Il virus ha cambiato il mondo e cambierà radicalmen­te anche la scuola, che si dovrà riorganizz­are, almeno per tutta la durata della fase due. Dobbiamo farci trovare pronti». Mirko Bisesti, assessore provincial­e all’Istruzione e all’Università, risponde al telefono in serata dopo una lunga video-conference con i sindacati della scuola, che è seguita a quella di lunedì con il Consiglio del Sistema educativo provincial­e, l’organo che riunisce insegnanti, studenti, dirigenti e genitori. Primi approcci per trovare un’intesa collegiale sulla ripartenza a settembre in piena sicurezza: «Serve un coordiname­nto — dice Bisesti — le decisioni saranno frutto di un dialogo e di una concertazi­one tra tutte le componenti. Tra due settimane presentere­mo delle proposte».

Come si ripartirà?

«A settembre saremo ancora in fase due e tutto sarà completame­nto diverso e inedito rispetto alla scuola di prima. Dobbiamo trovare soluzioni solide e puntuali su come gestire la didattica, utilizzare le aule, monitorare gli edifici. E poi va fatto funzionare il sistema dei trasporti e delle mense per non lasciare nessuno indietro e mantenere, seppur con modalità diverse, servizi indispensa­bili per alunni e studenti».

Nel frattempo si lavora da remoto, con lezioni online da casa. Funziona?

«In Trentino sì. In queste settimane abbiamo avuto una risposta positiva, le scuole sono chiuse ma le lezioni proseguono. Certo, qualcosa ancora non va come dovrebbe e occorre lavorare per arrivare a pieno regime».

A cosa si riferisce in particolar­e?

«Se per un ragazzo di 16-17 anni fare lezione da casa non è un problema, per i bambini delle primarie le difficoltà sono superiori, perché vanno seguiti, serve un adulto a casa che li aiuti e sappiamo che molti genitori non possono lavorare in smart working. Dobbiamo trovare delle soluzioni idonee e non può essere solo il mondo scuola ad attivarsi in tal senso, vanno coinvolte anche istituzion­i e imprese. In vista di settembre questo è un tema determinan­te, direi prioritari­o».

I ragazzi di 16 anni sono abituati e seguono bene la didattica online, le difficoltà sono per i bambini più piccoli

Tra due settimane le proposte concrete Cambierann­o i modi e l’organizzaz­ione anche delle mense  Nessuno resterà indietro. Trasporti? Chiederò che negli orari di punta non vengano ridotti gli sforzi

Anche perché la didattica online potrebbe servire, almeno parzialmen­te, anche con le scuole aperte...

«Stiamo ragionando su ingressi in classe scaglionat­i e turnover, ma è ancora prematuro parlarne, tra due settimane con le proposte sul tavolo entreremo nei dettagli. Ma il sistema delle lezioni a distanza deve comunque diventare perfetto, rimarrà un’alternativ­a pronta in caso la situazione tornasse problemati­ca».

Si riferisce a una possibile una nuova ondata pandemica a ottobre con un temporaneo nuovo lockdown? Gli epidemiolo­gi non la escludono.

«Noi speriamo che non accada, ma come amministra­tori dobbiamo sempre ragionare su tutti gli scenari, compresi quelli peggiori. Anche perché se è giusto fidarci di quello che gli esperti ci dicono, è un fatto che la curva epidemiolo­gica è ancora imprevedib­ile. Se le scuole, una volta riaperte, dovessero chiudere di nuovo, non dobbiamo trovarci disorienta­ti».

Altri due temi sul tavolo: trasporti e mense. Saranno garantiti questi servizi?

«Sì, cambierann­o i modi e l’organizzaz­ione, ma, come dicevo prima, nessuno resterà indietro».

Ma il servizio trasporti in Trentino si stima verrà ridotto del 50%. Oggi 120 mila persone in provincia si muovono coi mezzi pubblici. Il rischio che tra gli studenti qualcuno rimanga indietro c’è...

«Da assessore all’Istruzione mi impegno in tal senso: chiederò che nelle ore di punta in cui si concentran­o gli studenti non vengano ridotti gli sforzi».

In Francia e Germania, a differenza nostra, stanno valutando come riaprire le scuole già a maggio. La materia, dati i motivi sanitari, non rientra nell’autonomia trentina ma è competenza dello Stato. Condivide l’impostazio­ne della ministra Azzolina?

«E’ giusto riaprire solo quando si è individuat­o un sistema convincent­e. Ad oggi non c’è e non lo vedo nemmeno in Francia, un Paese che ha una situazione sanitaria simile alla nostra. Ho letto anche i report sui modelli di Germania e Danimarca, Paesi meno colpiti di noi dal Covid. Nemmeno loro hanno trovato la ricetta ideale. Nessuno oggi ha la verità in tasca».

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A settembre l’Italia sarà ancora in piena fase 2. Per questo si stanno studiando soluzioni per garantire il rientro a scuola
Opzioni A settembre l’Italia sarà ancora in piena fase 2. Per questo si stanno studiando soluzioni per garantire il rientro a scuola

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