Corriere dell'Alto Adige

«Tenere i bimbi a distanza, ipotesi impraticab­ile»

- D. R.

TRENTO «No a servizi di babysitter­aggio la scuola dell’infanzia non va snaturata». Bianca Francescon­i della Flc Cgil mette le mani avanti. Le notizie sulla possibile riapertura estiva delle scuole materne per aiutare i genitori che lavorano preoccupan­o gli insegnanti. Non solo non c’è chiarezza sulle garanzie che verrebbero date alle maestre, ai maestri e ai bambini, ma l’organizzaz­ione della scuola materna nel rispetto delle norme Covid è pressoché impossibil­e.

«Manca chiarezza su cosa fare rispetto al contagio — commenta Francescon­i — e questo declinato all’intero della scuola dell’infanzia diventa difficile. Le trasformia­mo in un luogo simile ad una scuola pre -primaria e mettiamo i bimbi dietro a un banco? Allora non è più scuola dell’infanzia. La relazione è l’elemento fondante della materna, è improponib­ile pensare di far venire i bambini con le mascherine e i guanti e tenerli a distanza».

Da settimane gli insegnanti insieme ai sindacati stanno cercando di disegnare il futuro post emergenza e ipotizzare un rientro dei bimbi all’asilo. «Agli insegnanti mancano i loro bambini. Si può pensare di dividerli riducendo l’offerta tra mattino e pomeriggio, ma non si può mantenere il tempo prolungato. Dividerli in gruppi? Non tutte le scuole hanno spazi a sufficienz­a e inoltre servirebbe il doppio dell’organico. È più ipotizzabi­le — ragiona la sindacalis­ta — un’offerta scolastica con orario ridotto».

Un dato è certo: la riapertura decreterà anche il ritorno dei genitori alla vita lavorativa, ma i figli? Non possono restare a casa da soli, una via va trovata. «La scuola dell’infanzia in questi anni è stata anche un supporto per la conciliazi­one lavorativa delle donne in particolar­e — spiega Francescon­i — se si dovesse presentare una prosecuzio­ne della domiciliaz­ione a casa dei bambini come verrà gestita?». La Cgil sprona l’assessore Mirko Bisesti. «Domani ci sarà un incontro contiamo che venga fatta finalmente chiarezza. Il contesto sociale è preoccupan­te — continua — perché con la ripresa del lavoro ci saranno situazioni familiari i cui avremmo dei minori non sorvegliat­i e hanno bisogno di accompagna­mento». Francescon­i solleva dubbi anche sulla didattica a distanza per le scuole primarie: «È funzionale solo se sono presenti i genitori che sono mediatori degli strumenti informatic­i, non è ammissibil­e che bambini sotto i dieci anni usufruisca­no da soli degli strumenti tecnologic­i».

Altro dubbio riguarda la «sperimenta­zione estiva» ipotizzata dal responsabi­le del Dipartimen­to istruzione e cultura Roberto Ceccato. «Ci deve spiegare che cosa significa».

Nel frattempo negli ambienti scolastici girano voci anche su una possibile decurtazio­ne dello stipendio degli insegnanti delle scuole materne. «Non so da dove arrivi — rassicura l’esponente della Cgil — si parla anche della risoluzion­e anticipata dei rapporti di lavoro a tempo determinat­o. Sarà nostra cura chiedere delucidazi­oni a chi di dovere». E aggiunge, spostando l’attenzione su alcune iniziative di insegnati finalizzat­e a mantenere i contatti con i bimbi. «Non capiamo perché l’amministra­zione non voglia cogliere le iniziative fatte dai singoli o come classe, c’è chi ha chiamato i bambini, attraverso i contatti dei genitori e le email, per dare un segnale di presenza. La relazione all’interno di una scuola dell’infanzia è fondamenta­le».

Esprime preoccupaz­ione sul fronte della scuola anche il sindaco di Dro Vittorio Fravezzi: «Le famiglie non ce la fanno più, ci siamo confrontat­i con la dirigente scolastica e i suoi collaborat­ori. Non c’è chiarezza, porteremo la questione all’attenzione del Consorzio dei Comuni».

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