Corriere dell'Alto Adige

«Aiutiamo tutti i poveri e doniamo il sangue»

La comunità islamica si è mobilitata Breigheche: donazioni alla Provincia per salvare l’amato Trentino

- Donatello Baldo

TRENTO Imam di Trento e anche medico di medicina generale (in pensione), Aboulkheir Breigheche sta affrontand­o la pandemia cercando di rassicurar­e la comunità musulmana ma al contempo informando­la sulle indicazion­i di igiene sanitaria: «Fin dall’inizio, quando ancora i casi non erano così numerosi, abbiamo puntato sulla prevenzion­e. Rimaniamo in contatto attraverso internet e ci diamo da fare per aiutare i più poveri».

I più poveri della vostra comunità?

«No, tutti coloro che in questo momento di difficoltà hanno bisogno di aiuto. Questo virus, che porta con sé gravi problemi economici, non fa distinzion­e tra fedi religiose o appartenen­ze culturali. Tramite le nostre chat, le pagine Facebook e altri mezzi, abbiamo sollecitat­o le donazioni al conto corrente della Provincia di Trento per l’emergenza. Ci siamo organizzat­i per aumentare il numero di donatori di sangue, d’accordo con l’Avis e d’accordo con il Comune di Trento e il Banco alimentare abbiamo unito gli sforzi per donare cibo alle famiglie che non riescono a mettere un pasto in tavola».

La carità è uno dei pilastri dell’Islam, non è vero?

«Per noi è importante. Tra pochi giorni inizia il Ramadan e in questo clima spirituale la carità e le buone azioni sono ancora più sentite. Per noi aiutare gli altri è un dovere morale, ma anche un dovere religioso».

Il coronaviru­s ha colpito anche la vostra comunità in Trentino?

«Grazie a Dio nessun deceduto, ma alcuni sono stati contagiati. C’è chi è ancora sotto osservazio­ne, ma c’è anche chi è guarito. Devo dire che fin da subito abbiamo fatto una grande opera di sensibiliz­zazione e di prevenzion­e, abbiamo ordinato le mascherine, le abbiamo distribuit­e, per non lasciare nessuno senza protezioni».

Come avviene questa sensibiliz­zazione?

«Attraverso i canali social, con le videoconfe­renze che sono molto seguite dalla nostra comunità. Quattro volte alla settimana c’è un momento di formazione culturale e religiosa ma anche di natura medica e di salute pubblica, in arabo e in italiano. Ma forse, sulla difesa dal contagio, hanno un ruolo importante anche le nostre usanze».

In che senso?

«Le abluzioni da osservare prima di ognuna delle cinque preghiere quotidiane sono un precetto religioso che al tempo stesso è conforme alle raccomanda­zioni di igiene pubblica per scampare al contagio. Per un musulmano la pulizia ha un valore religioso ma anche civico»

Da medico temo questo virus perché non lo conosciamo Si avvicina il Ramadan e la carità è ancora più bella

Sa che su Facebook c’è chi diffonde fake news sul fatto che in Italia non risultereb­bero contagi e morti per coronaviru­s tra gli stranieri?

«Contiamo già dieci medici deceduti, e chissà quanti tra gli infermieri. Operatori sanitari di fede musulmana che lavorano negli ospedali pubblici, che curano e assistono i malati, tutti i malati. Alcuni di questi medici morti in questi giorni li conoscevo anch’io, avevo studiato medicina con loro. Se sono meno i casi di contagio tra gli stranieri è perché sono meno in percentual­e sulla popolazion­e italiana, e perché tra la popolazion­e straniera la percentual­e di anziani è più bassa della media italiana».

Lei è un medico. È preoccupat­o dal punto di vista sanitario?

«Sono preoccupat­o perché questo tipo di questo virus è diverso, è nuovo, è instabile, non lo conosciamo bene, non c’è ancora una specifica terapia. Ma sono ottimista, perché sono sicuro che attraverso gli studi e le ricerche si arriverà a fermarlo o a renderlo meno pericoloso».

E dal punto di vista economico, è preoccupat­o per la crisi che già c’è e che si farà ancora più pesante?

«Arriverann­o momenti difficili, con impoverime­nto, disoccupaz­ione. I poveri saranno ancora più poveri e saremo chiamati a fare l’impossibil­e per aiutare chi di noi soffre maggiormen­te. Si dovrà essere solidali, perché da questa situazione si deve uscire tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. Questo bellissimo Paese, il nostro Trentino, merita di farcela e la nostra comunità, parte della comunità trentina, darà il suo contributo».

Lei è anche padre e nonno. Come vive questa situazione di isolamento forzato?

«Soffriamo moltissimo a stare lontani, ma ho spiegato al mio nipotino che questo è necessario. Lui prega tanto, prega Dio di mandare via questo virus perché vuole venirci a trovare e perché vuole andare a giocare al parco. Soffrono anche i bambini, soffriamo noi genitori lontani dai nostri cari. Usiamo Zoom per incontrarc­i, ci telefoniam­o tutti i giorni, ma non è la stessa cosa».

Come ne usciremo?

«Assieme, mano nella mano, senza distinzion­i. Come ha detto papa Francesco, siamo tutti sulla stessa barca».

 ?? (Foto Pretto) ?? Guida spirituale
Aboulkheir Breigheche è il l’imam del Trentino ed è stato per decenni medico di base. È di origine siriana ma si è trasferito in Trentino da più di cinquant’anni
(Foto Pretto) Guida spirituale Aboulkheir Breigheche è il l’imam del Trentino ed è stato per decenni medico di base. È di origine siriana ma si è trasferito in Trentino da più di cinquant’anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy