Trasferimento tecnologico, Hit al centro
Ricerca, il piano di Spinelli: «Gli altri enti proseguiranno, si tratta di avere chance in più» Il rettore Collini: «Non siamo preoccupati, riforma giusta». Forum riconvocato: nuove priorità
TRENTO Hit, la fondazione Hub innovazione Trentino, diventa un ente strumentale della Provincia per rafforzare la capacità di trasferimento tecnologico del sistema della ricerca e dell’innovazione e dunque contribuire allo sviluppo dell’economia locale. È questo il fulcro del disegno di legge proposto dalla giunta provinciale che modifica in parte la norma sulla ricerca del 2005. «Gli altri enti di sistema non vengono privati della facoltà di portare avanti il trasferimento tecnologico in proprio, cosa che peraltro già fanno — spiega l’assessore Achille Spinelli — si tratta solo di dare delle chance in più». Un intervento apprezzato dal rettore dell’università di Trento Paolo Collini: «Abbiamo sempre visto Hit come un soggetto capace di migliorare ciò che noi cerchiamo di fare da soli ed è nato per questo» sottolinea. Nel frattempo «è stato rimesso in pista» il Forum per la ricerca: «Il Covid 19 ha fatto sì che occorra supportare un’innovazione diretta alla prosecuzione della diffusa digitalizzazione in atto» ammette Spinelli.
Il disegno di legge è stato assegnato alla Quinta commissione: composto da 14 articoli, inserisce nella norma provinciale sulla ricerca del 2005 una sezione dedicata alla Fondazione
Hit, prevedendone la partecipazione della Provincia «allo scopo di favorire lo sviluppo dell’economia locale attraverso i risultati ottenuti dai soggetti del sistema provinciale della ricerca e dell’innovazione», cioè le Fondazioni Mach e Kessler e l’università in primis, ma anche altri attori della filiera. In altri termini, Hit dovrà stimolare sia le relazioni tra le Fondazioni, l’università e i centri di ricerca e innovazione, sia il «trasferimento verso il mercato» delle conoscenze e delle competenze di ciascuno di questi soggetti.
«Chiaramente tutti questi enti hanno una capacità di sviluppo di tecnologia e di ricerca elevatissima, fanno già in proprio del trasferimento tecnologico e non vengono privati di questa facoltà — chiarisce Spinelli — essendoci però un’entità che per statuto è l’avamposto più avanzato del trasferimento tecnologico, si prevede che gli enti si confrontino con Hit in via prioritaria per evitare di perdere buone occasioni o per limitare eventualmente azioni che non vadano nella direzione corretta». «Hit è nato proprio per questo — aggiunge Collini — apprezziamo questa modifica, anche perché l’università non ha quelle capacità tecnicogiuridiche e di negoziazione con i finanziatori che invece Hit ha potuto vantare in più di un’occasione. Non siamo preoccupati che ci possa portare via spazio». Il timore, piuttosto, è un altro, ovvero che «Hit nel momento in cui non è più un soggetto delle istituzioni di ricerca, ma diventa un soggetto della Provincia possa magari spostare la propria attenzione e seguire delle logiche diverse». Un cruccio che però Collini dice di aver condiviso con Spinelli e di aver visto recepito nel testo del disegno di legge: «Nello statuto, seppur si aumenti il peso della Provincia nella governance, finora in mano agli enti di ricerca e a Trentino sviluppo (Piazza Dante nomina infatti ora due componenti del cda, di cui uno è il presidente, ndr), la nomina della presidenza si prevede debba essere comunque concordata con gli enti. Un segnale importante» secondo il rettore.
Nel frattempo è stato riconvocato «in versione ridotta» il Forum della ricerca che lo scorso luglio aveva individuato le aree più strategiche su cui orientare l’azione e l’investimento della Provincia: «Il Covid sta facendo invecchiare rapidamente alcuni filoni della “Carta di Rovereto” — ammette Spinelli — per questo riteniamo sia possibile rifocalizzare alcune linee di indirizzo: in un mese e mezzo certe transizioni al digitale hanno subito un’accelerazione che probabilmente avrebbe richiesto più di vent’anni per essere percorsa. Il bisogno di digitalizzazione e tecnologie è superiore rispetto a quello che ci aspettavamo fino a due o tre mesi fa e occorre un’innovazione in grado di supportarlo: in questo la pubblica amministrazione può svolgere un ruolo di leader».