«Vivo la piazza di Piedicastello e lancio l’arte»
William Belli, una delle anime di Piedicastello, appassionato d’arte, tra i primi attivisti per i diritti omosessuali in Trentino, come vive la reclusione forzata lei che è sempre in movimento?
«La vivo con Vittorio, mio marito, e per fortuna che è al mio fianco. Della cucina si occupa lui, che è di origini emiliane: io faccio le pulizie. Ma posso dire di essere un privilegiato proprio perché abitiamo a Piedicastello, una enclave incredibile, una piazza viva. Abbiamo anche un gruppo Whatsapp “Piazza Libera” per rimanere in contatto. Ci diamo i turni per andare al supermercato, per andare in serra a prendere fiori e sementi adesso che si può».
Addirittura a Piedicastello ci si incontra?
«Tra noi, tra i vicini che si affaccian o sulla piazza. Una volta alla settimana arriva la verdura e la frutta del gruppo di acquisto, e le brevi passeggiate sono permesse. Abbiamo chiesto anche ai vigili e ci hanno detto che se manteniamo le distanze non c’è nulla da temere. Anche se è successa una cosa spiacevole».
Cos’è successo?
«Due ragazzi, conviventi, erano su una panchina. Sono stati multati. Agli agenti hanno detto di vivere assieme, che non c’era alcun rischio. Ma la multa gliel’hanno data, dicendo che qualcuno aveva avvisato la centrale che a Piedicastello c’erano due sulla panchina. Un’onta, perché questa piazza non è di delatori, noi ci sosteniamo. Per questo, per riparare al danno, abbiamo fatto una colletta in segno di solidarietà».
Nella sua vita ha fatto anche la guida storicoartistica. E lo fa anche dalla «clausura», vero?
«Ho calcolato i passi tra casa mia e i dintorni, e nel rispetto delle prescrizioni delle distanze ho ripreso la chiesa gotica di Sant’Apollinare, i rilievi romani, il monastero benedettino, il piccolo cimitero dove è sepolto un giovane pittore dell’800 morto a soli 24 anni. Ho fatto questi video sulla storia e sull’arte di Piedicastello, aiutato nel montaggio dall’amico Giacomo Travaglia, e li ho postati su Facebook».