Lido, arrivano gli assistenti per evitare affollamenti
Merano, «pasticcio» sulle norme per la sicurezza: due metri di distanza e protezione di naso e bocca La direttrice Stifter: «Non in vasca, il cloro disinfetta»
Con venerdì parte la stagione «balneare» dei bolzanini. Il lido apre le porte a un massimo di 1.500 bagnanti. Mille accessi saranno riservati a chi li prenoterà online. E a vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza arriveranno degli appositi assistenti.
BOLZANO
Nell’era pre-Covid, per andare in piscina era obbligatorio indossare la cuffia. Oggi la mascherina. Succede alle Terme di Merano che lunedì scorso hanno riaperto al pubblico con tutte le precauzioni del caso. E con un vademecum che inizialmente indicava come obbligatoria la protezione di naso e bocca «anche in acqua», ammettendo come «unica eccezione» il momento in cui «si è sdraiati nel parco». Ma che poi è stato sostituito da un più generico obbligo di indossare «la protezione della bocca e del naso, a meno che non si mantenga la distanza di 2 metri o si arrivi in coppia o in famiglia». L’incognita però resta, alimentata dall’avviso di disponibilità, nel punto vendita, di mascherine certificate «adatte anche per l’acqua».
Nella città del Passirio, un piccolo tassello di (nuova) normalità è andato al suo posto con la riapertura al pubblico delle terme, il 25 maggio. Chiaramente, con tutta una serie di nuove regole, a partire dalla misurazione della temperatura degli ospiti all’entrata e dal contingentamento degli accessi (fino a 1.600). Accessi, oltretutto, limitati alle aree esterne: restano chiuse le piscine interne, la sauna, gli spogliatoi e le docce. E poi, naturalmente, c’è l’obbligo di rispettare il distanziamento sociale di almeno due metri «in tutta la struttura: ingresso, parco e anche in acqua». Obbligatoria, tranne che per i bambini sotto i 6 anni, anche la protezione di naso e bocca, «a meno che non si mantenga la distanza di 2 metri o si arrivi in coppia o in famiglia. Questo — si legge — vale per l’intera struttura termale».
Nel merito, però, sembra ci sia stata un po’ di confusione. In un primo momento, infatti, era stato pubblicato un vademecum con l’obbligo di indossare la mascherina anche in acqua, come hanno confermato ieri mattina dal centralino della struttura. Mascherina che deve essere di tipo chirurgico o lavabile. Niente «protezioni a tubo» (e quindi scaldacollo in stoffa) che, invece, in base alla norma provinciale in vigore, sarebbero equiparabili ai dispositivi di protezione individuale canonici. L’indicazione è riportata nell’allegato A della legge provinciale dell’8 maggio: «Come protezioni delle vie respiratorie — si legge — sono utilizzate mascherine chirurgiche monouso o, in alternativa, mascherine in tessuto lavabile e riutilizzabile, comprese quelle realizzate in proprio, che, se indossate correttamente, assicurano la copertura della bocca e del naso. Possono altresì essere utilizzate idonee visiere protettive o protezioni equivalenti. Le mascherine devono essere tutte senza valvola».
Ieri, però, qualcosa è cambiato. Il vademecum sul sito internet delle Terme («Comportamento corretto per il giusto livello di sicurezza), definiva obbligatorio l’uso di una protezione di naso e bocca «a meno che non si mantenga la distanza di 2 metri o si arrivi in coppia o in famiglia». Nessun riferimento al fatto che la regola valga o meno anche quando ci si tuffa in acqua. Il mistero si infittisce guardando al secondo documento («Misure di sicurezza per la protezione di tutti noi»), che annuncia la disponibilità, «nello shop o direttamente nel parco», di mascherine certificate e riutilizzabili, ma soprattutto «adatte anche per l’acqua».
La direttrice generale, Adelheid Stifter, prova a fare un po’ di chiarezza. «Ma quale obbligo di mascherina in acqua — dichiara —. Bisogna indossarla fuori, nel parco e negli altri spazi della struttura. In vasca non serve perché c’è il cloro, che disinfetta. Anche qui, ci siamo attenuti alle regole e ne abbiamo aumentato la percentuale, in modo da impedire la diffusione del coronavirus. Facciamo tutto il possibile per garantire la sicurezza e la tranquillità dei nostri ospiti. E siamo la prima struttura termale in Italia a riaprire». E l’unica che, almeno in un primo momento, aveva reso obbligatorio l’uso della mascherina in acqua.