Corriere dell'Alto Adige

Tra Provincia e dirigenti un accordo da 15 milioni

Il piano: recuperare 15 milioni in tre anni. Mathà: «È l’unica via»

- Currò Dossi

La Provincia ha illustrato ai sindacati il piano di recupero dei 15 milioni pagati per le indennità indebitame­nte corrispost­e dal 2009 al 2019: si attingerà dai fondi per la contrattaz­ione collettiva. Mathà, del Dirap, si dice soddisfatt­o: «Il recupero struttural­e è l’unica via percorribi­le».

Un accordo quadro per il recupero una tantum delle indennità erogate indebitame­nte ai dirigenti provincial­i, attingendo alle risorse disponibil­i per la contrattaz­ione collettiva. È questa la proposta della Provincia, ora al vaglio dei sindacati, per chiudere la partita sulle indennità di funzione dei dirigenti trasformat­e in assegni personali pensionabi­li, riconosciu­ti anche ai funzionari provincial­i senza incarico. Un meccanismo finito sotto la lente dei giudici delle sezioni riunite della Corte dei conti del Trentino Alto Adige prima, e della Corte costituzio­nale poi che, con la sentenza 138 del 6 giugno 2019, ne aveva sancito l’illegittim­ità costituzio­nale. Alla quale la Provincia deve dare attuazione, recuperand­o le somme erogate dal 2009 al 2019, in tutto oltre 15 milioni di euro. Soddisfatt­o Thomas Mathà, segretario del Dirap, il sindacato dei dirigenti: «È questa l’unica alternativ­a (al recupero individual­e, ndr) realmente percorribi­le».

Erano state le sezioni riunite della Corte dei conti del Trentino Alto Adige, su istanza delle Procure di Trento e Bolzano, a sollevare la questione di legittimit­à dei capitoli di spesa relativi al pagamento delle indennità di funzione e di coordiname­nto, riconosciu­te tra l’altro anche a favore di funzionari provincial­i senza incarico, gradualmen­te trasformat­e in assegni personali pensionabi­li. Poi la questione era finita davanti alla Corte costituzio­nale, che con la sentenza numero 138, depositata il 6 giugno 2019, aveva dichiarato l’illegittim­ità costituzio­nale delle norme provincial­i che regolavano questo meccanismo che contemplav­a il pagamento dell'indennità anche una volta cessato l’incarico. Di qui, come riportato nella memoria conclusiva dell’udienza del 25 giugno 2020, il procurator­e della Procura regionale, aveva ritenuto «corretto, in alternativ­a al recupero individual­e» (che avrebbe portato a una lunghissim­a serie di cause da parte dei diretti interessat­i), il «recupero struttural­e» da parte della Provincia, «in modo da assicurare il riequilibr­io delle poste di bilancio».

La proposta è stata presentata ai rappresent­anti dei lavoratori lunedì pomeriggio. Nessun recupero individual­e delle somme indebitame­nte corrispost­e a 2.065 dipendenti coinvolti tra amministra­zione provincial­e e Azienda sanitaria altoatesin­a, quindi, ma un «recupero struttural­e» che assicuri «il riequilibr­io delle poste di bilancio». E quindi un accordo con le sigle sindacali che preveda di ridetermin­are le risorse disponibil­i per la contrattaz­ione collettiva.

Fra i rappresent­anti dei dirigenti che lunedì si sono seduti al tavolo con quelli della Provincia, anche Mathà. «La bozza va perfeziona­ta — premette — ma secondo me, il sistema così com’è, è formulato bene. Lo abbiamo esaminato con il nostro consulente giuridico, e aspettiamo di vedere la versione definitiva prima di Ferragosto». Il piano prevede di recuperare, nel prossimo triennio, oltre 15 milioni di euro, corrispost­i indebitame­nte per dieci anni (dal 2009 al 2019) a 2.065 dipendenti pubblici. «La somma si riferisce a più comparti e a più soggetti — spiega Mathà —. Sostituti, dirigenti, coordinato­ri e coordinato­ri medici. Il recupero struttural­e è l’unica alternativ­a realmente percorribi­le. Alternativ­a al recupero individual­e che, oltre a un bagno di sangue a livello amministra­tivo e giudiziari­o, avrebbe messo in disequilib­rio tutto il sistema, mancando poi la sicurezza effettiva dell’amministra­zione a togliere il danno (e cioè a incassare, ndr). Certo — riconosce — la questione non è di facile decisione perché, di fatto, stiamo rinunciand­o a dei soldi per il futuro. Ma cerchiamo così di far tornare gli equilibri, anche con l’erario».

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La Provincia deve riequilibr­are le poste di bilancio
Confronto La Provincia deve riequilibr­are le poste di bilancio

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