Tarfusser: «Onorato di non conoscere Palamara»
«Sono onorato di non conoscere Palamara, e certamente una mia chat con lui non la si trova. E per Palamara intendo anche, più in generale, l’ambiente correntizio della magistratura, con il quale non ho mai intessuto rapporti». Cuno Tarfusser — ex procuratore di Bolzano e da pochi mesi rientrato in Italia (è pm a Milano) dopo essere stato per quasi dieci anni giudice alla Corte penale internazionale dell’Aja — commenta così una chat, pubblicata sabato dal quotidiano La Verità, tra il procuratore capo di Bolzano Giancarlo Bramante e il collega Luca Palamara (nella foto), già membro del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, che lo ha ora espulso. Palamara è indagato per corruzione dalla Procura di Perugia, con l’accusa di aver pilotato le assegnazioni di incarichi di rilievo dei magistrati, mediando tra le varie correnti. Le intercettazioni del telefono di Palamara, sono finite nel faldone dell’inchiesta nazionale e pubblicate da diversi giornali. Tra queste c’è anche la chat con il procuratore Bramante, che è assolutamente estraneo all’inchiesta di Perugia. In un messaggio a Palamara, Bramante parla della situazione alla Procura di Bolzano e scrive: «Il problema sta nel controllo che Tarfusser vuole avere sulla Procura, ora che gli ho decapitato i suoi uomini della polizia giudiziaria e gli amministrativi». Al riguardo, Tarfusser commenta: «A prescindere dal termine poco elegante utilizzato, non so nemmeno cosa si intenda per “controllo sulla Procura”. Io in questi ultimi anni non ho nemmeno mai chiesto ad alcuno come procedesse l’attività della Procura di Bolzano. Ho solo mantenuto rapporti di amicizia e stima con alcune persone con le quali avevo lavorato anni fa a Bolzano. Se questo significa esercitare un controllo...».