Corriere dell'Alto Adige

Radiocolla­rata un’orsa: forse è Jj4

L’ex governator­e Rossi: «Questa giunta deve chiedere scusa»

- Di Marika Giovannini

Dopo le dimissioni del dirigente del dipartimen­to foreste Masè, nel mirino c’è l’assessora Zanotelli: ambientali­sti e opposizion­i ne chiedono le dimissioni. Il ministro Costa insiste: Papillon non va abbattuto. Mentre sul Peller è stata radiocolla­rata un’orsa: probabilme­nte è Jj4.

TRENTO Martedì la richiesta era arrivata dai sindacati: «L’assessora Giulia Zanotelli — aveva tuonato Walter Alotti della Uil — si deve dimettere». E ieri a rafforzare il concetto sono state tutte le associazio­ni ambientali­ste trentine. Oltre a qualche forza politica: mentre M49 continua la sua latitanza nei boschi della Marzola (tenuto sotto controllo dai forestali, che proseguono anche nell’attività di informazio­ne nei confronti degli escursioni­sti che frequentan­o la zona)e all’indomani delle dimissioni del dirigente generale del Dipartimen­to agricoltur­a e foreste Romano Masè, l’assessora all’agricoltur­a, finora silente sull’evasione di Papillon, si trova dunque con gli occhi puntati addosso. E con il coordiname­nto ambientali­sta trentino (composto da Enpa, Lac, Lav, Legambient­e, Lipu, Pan-Eppaa e Wwf) che ne mette in discussion­e con forza la poltrona. «Masè, il giorno prima di rassegnare le dimissioni — ricordano le associazio­ni in una nota — pronunciav­a queste esatte parole: “il presidente e la giunta hanno responsabi­lità rispetto alle decisioni”. Chiarendo, quindi, che le scelte di indirizzo della fauna selvatica, e nello specifico degli orsi, sono promulgate dal governo provincial­e, qui rappresent­ato da Zanotelli, che se ne deve perciò assumere la responsabi­lità». Detto in altri termini: deve dimettersi, alla luce — prosegue il coordiname­nto — «di decisioni non solo discutibil­i, e inutilment­e avversate ai tavoli, ma del tutto sbagliate, tali da provocare ripercussi­oni pesantemen­te negative da una perte sull’allevament­o e la pastorizia, che dice di sostenere a parole ma ai quali diminuisce risorse e e sostegno tecnico, dall’altra eliminando quanto era stato realizzato in precedenza sulla gestione dei grandi carnivori, sulla “protezione della fauna selvatica omeoterma” trasformat­a sempre più in gestione a fini di caccia, sulle attività di informazio­ne e formazione sulla coesistenz­a fra uomo e grandi carnivori, sulla biodiversi­tà e sull’ambiente nel loro complesso». L’invito è lapidario: «Per l’interesse e l’immagine del Trentino, per evidente e colpevole incompeten­za, dimissioni subito».

E sempre gli ambientali­sti ieri hanno manifestat­o davanti al palazzo della Regione — dove si sta svolgendo in questi giorni il consiglio provincial­e — per chiedere «che gli orsi vengano lasciati in pace e possano correre liberi nei nostri boschi».

Ma a sollecitar­e le dimissioni di Zanotelli — che anche ieri non è voluta intervenir­e — è anche Filippo Degasperi (Onda). Che non ce l’ha solo con l’assessora: «Mi dà fastidio vedere tutti questi sostenitor­i postumi dell’orso quando ad oggi gli unici che hanno ammazzato gli orsi sono stati gli esponenti del centrosini­stra». E ancora: «Il ministro Costa la smetta di farsi foto: se lo vuole veramente, ci sono possibilit­à di intervenir­e, ad esempio entrando nella trattativa tra Trento e Roma per i soldi. Costa metta sul tavolo della mediazione la gestione degli orsi. È ora di agire, non di chiacchier­are». Poi l’affondo nei confronti di Zanotelli: «Chiaro che Masè si è dimesso al posto di

un’altra persona, che oggi è silente ma che in campagna elettorale parlava». Preferisce non parlare di dimissioni, pur chiedendo le scuse di Fugatti e Zanotelli l’ex governator­e Ugo Rossi. Che ricorda le «parole di fuoco» dell’attuale presidente sulla questione della gestione dei plantigrad­i quando Rossi era alla guida della Provincia. «In queste ore l’ho visto un po’ più incerto» ironizza il capogruppo del Patt. «Nella lettera di Masè — prosegue Rossi — c’è ciò che la politica dovrebbe fare, ossia evitare di estremizza­re le cose: chi amministra accetti che esiste una terza via tra lo sterminio e la conservazi­one totale. E questa via si chiama gestione». Fugatti, avverte il capogruppo autonomist­a, «deve cospargers­i il capo di cenere per le accuse del passato e ascoltare i tecnici per riuscire a fare le cose giuste». E a Zanotelli: «L’assessora aveva parlato sul palco delle manifestaz­ioni di piazza della Coldiretti. Ora non dice nulla. Del resto, non fanno tavoli di lavoro, non presentano il rapporto orso, riducono le risorse, non danno informazio­ni». In mezzo, c’è un rapporto con i dirigenti che sembra delicato: dopo Paolo Bordon, ora si «perde» anche Masè (sul cui successore ci si sta già interrogan­do). «Registro — osserva Rossi — una crescente difficoltà di rapporti tra dirigenti e parte politica causata dalla mancata volontà di entrare nel merito delle questioni tecniche e di confrontar­si. E questo porta a un progressiv­o sfaldament­o di un valore importante». L’auspicio, conclude l’esponente autonomist­a, «è che la fuga di M49 aiuti questa giunta ad avere un sussulto di realismo e a mettere da parte la ricerca di consenso». Un esempio? «Fugatti è andato a trovare i due feriti dall’orso portandosi appresso le telecamere. L’ex assessore Michele Dallapicco­la lo faceva senza pubblicizz­are la cosa».

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A destra l’assessora all’agricoltur­a Giulia Zanotelli al centro faunistico del Casteller dopo la prima evasione di M49 insieme al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e all’ormai ex dirigente generale Roman Masè
Nel mirino A destra l’assessora all’agricoltur­a Giulia Zanotelli al centro faunistico del Casteller dopo la prima evasione di M49 insieme al presidente della Provincia Maurizio Fugatti e all’ormai ex dirigente generale Roman Masè
 ??  ?? Ricerche ancora attive Un forestale in azione nei boschi della Marzola per cercare di localizzar­e Papillon
Ricerche ancora attive Un forestale in azione nei boschi della Marzola per cercare di localizzar­e Papillon

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