Didattica online, coinvolti oltre 90.000 ragazzi: negli asili grossi problemi
BOLZANO Novantaduemila tra bambini e ragazzi hanno partecipato alle lezioni a distanza durante il lockdown per l’emergenza Covid-19, mentre le insegnanti e le collaboratrici pedagogiche coinvolte sono state circa 13.500. A fornire i numeri un’indagine Astat, che ha anche evidenziato come 2mila ragazzi, pari ad oltre il 95% delle richieste, è stato fornito di un computer.
Nel dettaglio, sono stati 16.714 i bambini iscritti ad una scuola dell’infanzia, mentre nelle primarie gli alunni sono stati 27.548. Nelle secondarie di primo grado sono stati 17.491, e 20.000 adolescenti sono stati iscritti a una scuola secondaria di secondo grado (superiori). Quasi 4mila (3.756) i giovani apprendisti e 6.697 hanno seguito un corso a tempo pieno presso una scuola professionale.
Per i più piccoli la pedagogia online è stata la più problematica, non solo per la mancanza di strumenti tecnologici, ma anche per l’insufficiente alfabetizzazione mediatica dei bambini o delle loro famiglie. Questo è anche il motivo per cui una scuola dell’infanzia su quattro delle complessive 343 in Alto Adige ha fatto a meno di qualsiasi tipo di didattica online. Tre quarti di esse hanno offerto un sostegno sotto forma di lettere ai genitori, suggerimenti per giochi e simili. Inoltre, durante la «fase 2» è stato attivato un servizio di assistenza a sostegno dei genitori lavoratori.
Andando alle altre scuole l’86,2% delle 521 che hanno partecipato all’indagine è riuscito ad attivare immediatamente la regolare didattica a distanza dopo la chiusura del 5 marzo. Ciò significa che 449 hanno iniziato a digitalizzare le proprie attività didattiche entro le prime tre settimane. Dieci scuole (1,9%) hanno impiegato dalle tre alle sei settimane e 62 (11,9%), per lo più primarie (44), sono state in grado di offrire la didattica a distanza solo dopo più di un mese e mezzo, ma in parte contemporaneamente al servizio di emergenza.
Sperimentali
Le lezioni a distanza hanno coinvolto 92mila alunni e 13.500 insegnanti