Fc Südtirol, per l’attacco l’«economista» Odogwu
«La ripresa dopo questa lunga sosta sarà dura ma emozionante. Le mie lauree economiche? È il futuro... non mi ci vedo a insegnare calcio»
È il primo colpo di mercato dell’Alto Adige: Raphael Odogwu 29enne attaccante, nato a Verona (mamma italiana, papà nigeriano), la scorsa stagione alla Virtus Verona e in passato, tra le altre, con la maglia di Arzignano, Alto Vicentino e Real Vicenza, già a gennaio era uno dei giocatori sul taccuino del direttore sportivo Paolo Bravo.
Odogwu, lei è un centravanti puro, ma sa giocare anche da esterno...
«Una volta forse (sorride ndr), adesso meglio agire solo come centravanti, il resto lo faccio fare agli altri».
All’Alto Adige perché?
«Perché mi hanno voluto con tanta forza da molto tempo, quindi è stata una scelta molto semplice».
La sua qualità migliore?
«La difesa della palla».
Probabilmente anche quest’anno ci sarà parecchia concorrenza nel reparto avanzato: è una cosa che la spaventa?
«Non mi ha mai spaventato la concorrenza, mi piace».
Conosce qualcuno dell’attuale rosa?
«Beccaro per averci giocato contro tante volte e Tait, poi ho conosciuto sui social Turchetta e Casiraghi».
E mister Vecchi?
«Non lo conosco ancora, anche se ne ho sentito parlare tanto perché ha avuto diversi successi: ci siamo sentiti una volta al telefono».
Tanto tempo senza allenamenti e partite ufficiali per lei dopo il lockdown: la preparazione che si appresta a vivere non sarà delle più semplici...
«Io comincerò già in maniera individuale la settimana prossima perché devo rimettermi in moto: sarà molto dura, cinque mesi fermo rappresentano una situazione che non avevo mai vissuto. Ma il sacrifico è sempre bello».
Un ricordo particolare dell’ultima stagione con la maglia della Virtus Verona?
«Ho vissuto tanti momenti belli, come quando ho fatto il mio ingresso in campo a Vicenza, c’era lo stadio pieno e mi sono emozionato. Poi il gol vittoria a San Benedetto».
Il prossimo campionato avrà in calendario ben otto turni infrasettimanali...
«Ci vorrà una rosa ampia. Sarà dura, ma stimolante ».
Da avversario, come si ricorda il Südtirol?
«La fisicità prima di tutto e all’andata quest’anno, come si sono mossi in particolare davanti, gli schemi collaudati che avevano».
Lei ha due lauree, una in Economia e Commercio e l’altra in Legislazione d’Impresa: per un calciatore professionista, oltre a un qualcosa di raro, non deve essere stato semplice abbinare calcio e studio...
«È stato difficile senz’altro perché ci sono voluti sacrifici, diverse volte ho studiato fino a tarda notte, però è una cosa che ho sempre portato avanti con piacere avendo scelto una materia che mi piace. Ho sempre pensato di abbandonare un domani il mondo del calcio o meglio ci sarei rimasto per insegnare il calcio ai ragazzini, al momento infatti non mi vedo come allenatore di livello che va in giro per l’Italia, poi la vita è imprevedibile chissà dunque cosa accadrà quando smetterò».
Arriva in una società dotata di un centro sportivo di livello con uno stadio da serie B pronto a primavera: qui si pongono le basi verso palcoscenici più importanti...
«Assolutamente sì, e questo è uno dei motivi per cui ho accettato questa avventura: l’Alto Adige è una società ambiziosa che non ha mai fatto il passo più lungo della gamba che si è strutturata negli anni e adesso sembra pronta in caso di successo ad affrontare anche una categoria superiore».