Papà Cagnotto: «Tania? Un ritiro era inevitabile»
Niente Giochi, nuova gravidanza: «Lei resta un perla dei tuffi mondiali»
«Era inevitabile». Sbuffa bonariamente Giorgio Cagnotto. All’indomani del ritiro della figlia Tania, incinta per la seconda volta, icona dei tuffi e argento olimpico a Rio 2016 nel trampolino sincro con Francesca Dallapè, il suo cellulare squilla in continuazione. Giorgio, anche allenatore della Cagnotto, lo ammette con candore: «Siamo sollevati, lo è anche Tania finalmente, dopo mesi di dubbi. C’è un tempo per tutto. Io sono torinese e dalle mie parti si dice che “pesche, fichi e meloni ci sono nelle loro stagioni”. Tania lo ha capito con grande serenità».
Il tempo di Tania era finito?
«Sì, Sarebbe stato bello inseguire fino alla fine l’ultima Olimpiade ma non era più possibile. Siamo felici così».
Al nostro giornale, durante il lockdown, sua figlia qualcosa aveva fatto capire...
«Lo stop per la pandemia ha influito, è stato un segno del destino. Per Tania e Francesca era già molto dura prima, tra allenamenti altalenanti causa gli impegni da mamme e qualche acciacco. Si andava avanti zoppicando e la qualificazione per Tokyo non sarebbe stata semplice visto il rendimento di Bertocchi e Pellacani, coppia emergente nel sincro».
In Coppa Tokyo, a febbraio, Cagnotto e Dallapè avevano preso paga da loro...
«Quel giorno avevamo colto segnali positivi, anche se consapevoli della forza e della crescita delle rivali. Credo che che Tania e Francesca avrebbero comunque tenuto vivo il confronto fino all’ultima tornata di qualificazioni, ma certo i dubbi non mancavano: vale la pena continuare? Non rischio una brutta figura?».
La sintesi Mia figlia è la prova che da solo il talento non basta, serve anche la testa
Tania aveva già detto basta