Schiacciato dal muletto in azienda: via Volta, perde la vita Roberto Tiozzo
Sgomento in città. Il fratello Silvano: «Dietro le quinte faceva del bene a tutti»
Stava trasportando del materiale nella ditta che gestiva insieme al figlio, in via Volta, quando ha perso il controllo del mezzo che si è rovesciato, senza lasciargli scampo. Roberto Tiozzo, 71 anni, si è spento poco dopo l’arrivo in ospedale. Lasciando sgomenta una città intera. «Non era uno che voleva mettersi in mostra — lo ricorda il fratello Silvano — ma da dietro le quinte faceva del bene a tutti». Lo piangono la moglie Enrica, il figlio Mirko e la figlia adottiva Pooja, con la quale, domenica, aveva festeggiato il primo anno del nipotino Diego. Attivissimo tra gli Alpini della sezione di Gries, non i era tirato indietro nemmeno durante l’emergenza sanitaria che lo ha visto impegnato nella Colletta alimentare e nella consegna a domicilio dei farmaci.
BOLZANO Era alla guida di un carrello elevatore, con il quale stava trasportando del materiale al piano interrato della sua ditta, in via Volta, quando, verso mezzogiorno, il mezzo si è rovesciato senza lasciargli scampo. L’arrivo dei soccorritori, la corsa disperata in ospedale, l’intervento, con l’amputazione di un braccio. Tutto inutile, purtroppo. Roberto Tiozzo, 71 anni, si è spento nel pomeriggio di ieri, poco dopo l’arrivo al San Maurizio.
Quello che, in un primo momento, era sembrato un incidente sul lavoro, si è trasformato in una tragedia che ha lasciato sgomenta una città intera. Roberto Tiozzo, molto noto a Bolzano, era titolare di una ditta di tendaggi che gestiva in società con il figlio Mirko. Un’eredità di famiglia, come ricorda il fratello di Roberto, Silvano Tiozzo. «Era stato nostro padre, nel 1946, a fondare la società». Storica la sede di via Torino, chiusa una quindicina di anni fa, quando negozio e magazzino sono stati trasferiti in zona industriale. «Nel 2006 ho regalato la mia quota a mio nipote, Mirko, e da allora è andato avanti lui. Mio fratello è rimasto il titolare, e ha sempre dato una mano». Come, del resto, era sua abitudine fare. «Con tutti — ricorda ancora —. Alpino, ex sergente, presidente dell’Associazione ciclistica Adriana, membro del Coro Castel Flavon, è sempre stato molto dedito al sociale. Non era una persona che si voleva mettere in mostra ma, dietro le quinte, faceva del bene a tutti». Diversi anni dopo la nascita del figlio, insieme alla moglie Enrica aveva scelto di adottare una bambina indiana, Pooja. «Una bambina che ora è cresciuta, ha 32 anni ed è mamma — riprende Silvano Tiozzo —. Proprio domenica avevano festeggiato insieme, in anticipo di un giorno, il primo compleanno del figlio Diego».
Anche i dipendenti lo ricordano con affetto. «Amava il suo lavoro, era impossibile lasciarlo a casa. Anche adesso, pur in pensione, era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Teneva in ordine il magazzino e preparava sempre le cose per noi montatori. Un uomo solare, di compagnia, col sorriso sul volto. E sempre con un barzelletta pronta per far sorridere anche gli altri».
Sgomenti anche gli alpini della sezione di Gries. «Roberto faceva il volontario in tutte le attività — ricorda il presidente, Mauro Vecchiati —. Dalla sagra del risotto, alle attività di questi mesi legate all’emergenza sanitaria come la Colletta alimentare e la consegna dei farmaci a domicilio per gli anziani. Ha sempre voluto dare il proprio contributo, quando il lavoro gli lasciava tempo libero. Uno che faceva squadra, nel pieno dello spirito alpino. Una persona importante nella vita della nostra associazione, all’interno della quale ogni anello della catena è importante».