Corriere dell'Alto Adige

In provincia 56mila domande ma oltre 5mila respinte E ora tocca a colf e spettacolo

- A. M.

Mentre scoppia lo scandalo dei «furbetti» del bonus Inps, arrivano i dati delle richieste arrivate per usufruire dei 600 euro (poi diventati 1.000) in Trentino. Si tratta di circa 56mila profession­isti, che hanno avanzato domanda per usufruire del bonus per i contraccol­pi economici causati dall’emergenza Covid. La grande maggior parte delle richieste accettate, secondo quanto comunica l’Inps regionale, è già stata evasa completame­nte, mentre circa il 10 per cento delle domande sono state respinte per diversi errori. I dati sulla situazione della liquidazio­ne del bonus per i mesi di lockdown, in linea con quelli dell’Alto Adige, sono arrivati nei giorni in cui a Roma è alle battute finali la definizion­e del decreto agosto, che sembra indirizzar­e le risorse su aiuti di diverso taglio.

I bonus spettanti per i mesi di lockdown, nel frattempo, sono stati liquidati quasi completame­nte. «Nei primi periodi ricevevamo più segnalazio­ni di persone che sollecitav­ano il pagamento del bonus — racconta Antonio Maria Di Marco Pizzolongo, direttore regionale dell’Inps — ma ora le richieste di informazio­ni sono quasi azzerate». Una situazione di sostanzial­e tranquilli­tà che si riscontra anche al patronato Inca Cgil di

Trento: «Le persone che ci contattano per questo tipo di problemi sono pochissime», conferma il direttore Marco Colombo.

I principali soggetti beneficiar­i della misura, a seguito delle norme che si sono succedute, appartengo­no a diverse categorie: artigiani, commercian­ti e liberi profession­isti con partita Iva e collaborat­ori coordinati e continuati­vi iscritti alla gestione separata Inps, ma anche coltivator­i diretti, stagionali del settore del turismo e degli stabilimen­ti termali, operai agricoli a tempo determinat­o, lavoratori dello spettacolo, lavoratori intermitte­nti, autonomi occasional­i privi di partita Iva e incaricati di vendita a domicilio. In Trentino circa 5.600 domande sono state respinte. Le motivazion­i sono diverse: da errori di compilazio­ne dati (come il codice fiscale o i dati bancari, a volte intestati ad altri soggetti giuridici rispetto al titolare della richiesta) alla carenza dei vari requisiti previsti. Tra gli altri sono stati violati limiti reddituali, di giornate lavorate, di iscrizione all’Inps o relativi alla stagionali­tà del lavoro. Circa 500 richiedent­i, cui la prestazion­e non è stata accolta, hanno chiesto il riesame del provvedime­nto: queste richieste sono esaminate dalla direzione provincial­e di Trento e dalle sue Agenzie Territoria­li.

Per i dati relativi alle altre misure assistenzi­ali approvate dal governo — come reddito d’emergenza e bonus colf — bisognerà aspettare ancora. Le richieste per maggio, seppur in numero ridotto, sono continuate ad arrivare ai patronati nelle ultime settimane: «Si tratta di circa 200 domande di lavoratori dello spettacolo — spiega Colombo —, 450 per il reddito d’emergenza e altre 200 per l’indennità per le colf. Per tutti gli altri la richiesta era già stata inserita».

 L’Inps Nei primi periodi ricevamo segnalazio­ni dei ritardi nei pagamenti, ma ora questo tipo di richieste sono quasi azzerate

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