Rifiuti contaminati da amianto Bianchi srl, sequestro confermato
Nessuna «attività di vagliatura» come previsto dall’autorizzazione provinciale, il materiale prodotto era di «natura diversa e con caratteristiche difformi rispetto a quelle previste», inoltre dalle analisi risulta «sussistere la presenza di inquinanti che rende ancora più evidente il rischio di lavorazione». Sono alcuni stralci dell’ordinanza dei giudici del Tribunale del Riesame di Trento che hanno confermato il sequestro dello scorso marzo da parte dei carabinieri del Noe di Trento della Bianchi srl di Isera, una delle aziende più note del settore, accusata di gestire un’ingente quantità di rifiuti contaminati da amianto provenienti da Castelfranco Veneto (Treviso) in modo illecito. Secondo la Procura le terre contaminate anziché essere smaltite secondo il piano di bonifica e in una apposita discarica, venivano recuperate dalla ditta e rivendute come materia prima per realizzare sottofondi stradali, opere di edilizia, copertura di discariche. L’indagine era partita da una segnalazione dell’Arpa Veneto ai carabinieri. Parliamo di ingenti quantitativi di materiale, solo da Castelfranco Veneto sarebbero arrivate 7.000 tonnellate di materiale. Anche sulla mancanza di sicurezza nel cantiere per l’assenza di idonei passaggi per le persone secondo il Riesame ci sono pochi dubbi e non convince la tesi della difesa. La Bianchi srl aveva fatto anche un ricorso al Tar, ma la domanda cautelare è stata respinta.