Corriere dell'Alto Adige

REGIONE, COSTANTE AGONIA

- Di Roberto Toniatti

Se non ci si mette di mezzo un ulteriore aggravamen­to della pandemia, il 20 e 21 settembre noi cittadini saremo chiamati a votare, in particolar­e, per l’eventuale conferma della revisione costituzio­nale che riforma il numero di deputati e senatori. I cittadini delle nostre autonomie speciali hanno un motivo ulteriore per riflettere sull’alternativ­a di voto in quanto l’esito del referendum presenta un effetto indiretto ma rilevante sulla attuale configuraz­ione della Regione: la legge di revisione, infatti, sopprime la rappresent­anza della Regione in Senato e, anzi, sopprime la stessa Regione in quanto non si prevede che a essa venga attribuito alcun seggio mentre a ciascuna delle due Province autonome ne vengono assegnati tre. Si riproduce quello stesso risultato di sacrificio esistenzia­le della Regione che già era stato tentato con la riforma della scorsa legislatur­a respinta dal referendum popolare del 2016. Sul piano sostanzial­e si potrebbe sostenere che in realtà il contesto regionale unitario viene comunque a godere di un totale di sei senatori ma questo ragionamen­to sarebbe miope e fuorviante.

Nel diritto (e non solo) la forma è sostanza e la sostanza, in questo caso, è che, con l’eventuale approvazio­ne referendar­ia della revisione, il testo della Costituzio­ne verrebbe a privare la Regione — unica fra tutte — di una propria rappresent­anza in Senato e verrebbe a sostituire del tutto la Regione con le due Province autonome sul piano istituzion­ale nazionale.

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