Pizzato: «Differenziare per territori è un rischio ma capisco Fugatti»
TRENTO Massimo Pizzato, virologo del Cibio, si è molto discusso negli ultimi giorni sulla mascherina da tenere anche al banco, con il Comitato tecnico scientifico che si è sbilanciato in tal senso. Con la distanza di un metro garantita è sicuro toglierla?
«Dal punto di vista scientifico il metro di distanza combinato all’uso della mascherina è la situazione più sicura di tutte. Il problema è decidere dove va posta la soglia, scegliere quale compromesso è giusto accettare perché bisogna essere realisti: c’è una difficoltà oggettiva a fare indossare la mascherina ai bambini piccoli. È ovvio che la sicurezza massima si ottiene adottando le precauzioni massime, poi bisognerà scegliere quale compromesso attuare».
Altri due nodi ancora da sciogliere sono le mense e i mezzi di trasporti. Ci sono delle scelte più sicure che si dovrebbero prendere?
«Il principio è lo stesso delle mascherine: bisogna scegliere quale compromesso è ragionevole accettare. È una scelta che spetta all’amministrazione pubblica».
Il presidente Fugatti chiede autonomia sulla scelta delle misure da adottare nelle scuole nelle diverse regioni. Differenziare può essere un rischio?
«Un rischio, nel differenziare, si corre, perché bisogna capire in base a cosa si sceglie di differenziare: se in base anche alla profondità di diagnosi o solo in base alle condizioni epidemiologiche del territorio. Però capisco anche i territori, in questo caso la Provincia, che sa di aver fatto le cose per bene e ha una situazione epidemiologica sotto controllo. Se rimanessero queste le condizioni è comprensibile che la Provincia voglia poter prendere misure leggermente diverse».
All’inizio della scuola mancano tre settimane. Ha senso prendere delle decisioni adesso o sarebbe meglio aspettare l’ultimo momento per continuare a monitorare la situazione?
«I dati non vanno presi di giorno in giorno o di settimana in settimana perché le fluttuazioni che ci sono spesso non sono indicative. L’aumento stesso dei contagi non deve essere letto solo in modo negativo, perché è frutto anche della capacità che abbiamo sviluppato di rintracciare dei positivi che prima era più difficile scovare. Penso che dai dati a disposizione il trend in cui siamo inseriti è chiaro e, indicativamente, sappiamo la condizione in cui ci troveremo all’apertura delle scuole. Per tutti questi motivi ritengo che non abbia senso aspettare l’ultimo momento per decidere quali misure adottare».
I tempi Non ha senso decidere all’ultimo le misure da adottare