Corriere dell'Alto Adige

M49 si è tolto il radiocolla­re Ora seguirlo sarà più difficile

Il dispositiv­o è stato trovato a terra. Giovannini (Foreste e fauna): «Può succedere»

- Ma. Gio.

TRENTO Qualcuno, il giorno della sua seconda evasione dal centro del Casteller, lo aveva pronostica­to: nella storia ormai leggendari­a di M49, c’era chi fin da allora aveva immaginato il ritrovamen­to del suo radiocolla­re abbandonat­o a terra, con il plantigrad­o più famoso d’Italia tornato in piena libertà. Ma poi i giorni erano passati e la mappa online, messa a disposizio­ne dalla Provincia, mostrava gli spostament­i quotidiani dell’orso, registrati appunto attraverso il sistema di geolocaliz­zazione inserito nel collare.

Fino a ieri, quando i presagi di luglio si sono concretizz­ati tutti in un colpo. E quel radiocolla­re che finora aveva permesso di tenere sotto controllo un plantigrad­o praticamen­te incontroll­abile è stato ritrovato a terra. Intatto. Ma evidenteme­nte lontano dal collo di M49. L’apparecchi­o è stato trovato dai forestali insospetti­ti dai sespiega gnali degli ultimi giorni. «A partire dal 16 agosto — è la ricostruzi­one diffusa ieri dalla Provincia — l’orso si era spostato in zona Passo 5 croci - Val Cion, dove le trasmissio­ni gsm del collare risentono pesantemen­te della scarsa copertura telefonica. Il 19 agosto, alle 14, il collare ha inviato parecchie posizioni, anche del giorno precedente, confermand­o la posizione a monte di Malga Val Ciotto. In assenza di ulteriori comunicazi­oni, nella mattinata odierna (ieri, ndr) è stata effettuata una verifica tramite radio vhf: il collare emetteva segnale di mortalità e quindi è stata eseguita una ricerca sul posto fino al rinvenimen­to dello stesso, integro, a terra».

«Può succedere che un plantigrad­o si tolga il radiocolla­re» il dirigente del Servizio foreste e fauna Giovanni Giovannini. Che ricorda come ci siano esemplari che tollerano maggiormen­te il dispositiv­o e altri che invece non riescano a portarlo.

Sta di fatto che adesso seguire M49 sarà più difficile. Anche se Giovannini si mostra comunque fiducioso: «Anche dopo la prima fuga — dice — eravamo in questa situazione. L’orso non aveva il radiocolla­re ma siamo riusciti a seguirlo ugualmente, basandoci sull’analisi degli indici di presenza». Vale a dire le predazioni, ma anche tracce come escrementi, peli, orme e altri segnali. «Trattandos­i dell’unico orso presente in zona — conclude Giovannini — ogni traccia viene attribuita a M49». Che, ora, continua la sua fuga nel Lagorai ancora più libero.

L’azione

Il controllo adesso si baserà su orme, peli e predazioni

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