Scuola sicura, c’è il piano: aree anti-assembramento, gel, protezioni e clima
Per le scuole già in deposito 3,6 milioni di protezioni. E nei cortili aree anti-assembramento
TRENTO C’è un aspetto, fra gli altri, che preoccupa il governatore Maurizio Fugatti: i trasporti. «Aspettiamo le indicazioni del ministero sulla capienza, perché noi speriamo si arrivi all’80%-90% rispetto ai mesi pre-Covid». Viceversa, a posti dimezzati come vorrebbe l’esecutivo nazionale, l’inizio della scuola per migliaia di studenti sarà critico. Per tutte le altre questioni logistiche, la Provincia s’è attivata: ieri è stato infatti approvato un piano d’azione per consentire la riapertura degli istituti in sicurezza. A predisporlo la Protezione civile con il dipartimento istruzione. Nel documento s’individua il fabbisogno di mascherine (600.000 al mese), di gel (11.000 litri al mese), banchi (5.952), il monitoraggio dell’anidride carbonica nelle aule e la gestione degli assembramenti. In quest’ultimo caso nel mirino, specie per le scuole più popolate, ci sono i cortili esterni nelle fase di ingresso e uscita. Morale: verranno create delle aree-filtro per gli ingressi controllati e lì ci sarà l’obbligo di indossare le mascherine. «Intanto — dice il presidente Fugatti — invitiamo tutto il personale a sottoporsi ai test rapidi che partiranno lunedì». Un appello alla responsabilità.
Ancora poche settimane: il 3 settembre apriranno le scuole materne, il 14 settembre invece tutte le scuole (elementari, medie, superiori, professionali). A mancare sono tuttavia le indicazioni nazionali sui sistemi di contenimento dei contagi nelle scuole (a partire dall’obbligo, contestato apertamente da Fugatti, di indossare le mascherine). In attesa di certezze, Piazza Dante ha deliberato il funzionamento della ripresa delle lezioni, dopo sei mesi di stop legati alla pandemia. Secondo una stima dei fabbisogni, basata sui protocolli di sicurezza vigenti e sui dati disponibili al momento, per gli studenti trentini del primo e del secondo ciclo scolastico occorreranno, mensilmente, 600.000 mascherine. Per quanto riguarda i lavoratori, insegnanti, personale tecnico, ma anche cuochi e inservienti, il fabbisogno mensile, complessivo, è stimato in 400.000 pezzi. Per esigenze particolari, saranno, inoltre, fornite, sempre mensilmente, altre 16.000 mascherine (Ffp2) e kit Covid-19. Per quanto riguarda l’igienizzazione degli ambienti e delle mani di chi frequenta le scuole la Protezione civile ha previsto una fornitura mensile complessiva di 11.000 litri di gel per mani. Quanto alle protezioni, i magazzini della provincia sono già attrezzati: «Abbiamo scorte per il fabbisogno di mascherine per i primi sei mesi», spiega Raffaele De Col, dirigente della protezione civile. Il che significa 3,6 milioni di dispositivi.
C’è poi il capitolo dei banchi. Sono previsti, complessivamente, 5952 banchi, 5.278 sedie e 2.262 sedie didattiche di tipo innovativo. Quando arriveranno? Dopo il primo settembre, ma l’eventuale consegna tardiva non pregiudicherà l’avvio della scuola.
Ancora: nel mese di giugno è stato istituito un Tavolo tecnico-sanitario sui sistemi di ventilazione e climatizzazione per verificare la correlazione tra il funzionamento degli impianti di ventilazione/climatizzazione e la diffusione del virus. Ora la protezione civile effettuerà un secondo test di monitoraggio dell’anidride carbonica all’interno di una o più aule entro e durante le prime fasi dell’anno scolastico. Contemporaneamente verrà avviata l’installazione dei dispositivi di segnalazione ottico/sonora attraverso una prima installazione pilota.
Centrali, nel piano della Provincia per le scuole, sono poi le misure di contenimento del rischio per potenziali criticità legate alle fasi di ingresso ed uscita dagli istituti. Fra le soluzioni adottare: l’estensione della fascia oraria di accesso degli studenti alla scuola e la definizione di uno «spazio accesso», che possa anche essere totalmente o parzialmente all’esterno dell’edificio, finalizzato a gestire e filtrare l’accesso alla scuola e dove comunque deve essere sempre garantito il distanziamento tra i presenti di almeno un metro. «L’idea — spiega Fugatti — è che vengano gestite in prossimità degli istituti le fasi di maggior assembramento, creando degli spazi dedicati per controllare le presenze, in cui si dovrà indossare la mascherina per contenere i rischi».
La stessa attenzione verrà posta nelle stazioni. Il dipartimento trasporti della Provincia sta infatti definendo un accordo con Rfi, ossia le Ferrovie italiane, per gestire i momenti di maggior afflusso.
E in attesa della ripartenza, da lunedì scatterà lo screening del personale scolastico: un test sierologico per verificare se si è venuti a contatto con il virus. Per farlo sarà sufficiente rivolgersi ai medici di base che hanno aderito alla campagna. Diecimila i docenti interessati. «Il test è a titolo volontario — sottolinea il presidente Fugatti — Ma l’invito è di aderire, mi rivolgo infatti alla responsabilità del personale scolastico».