Corriere dell'Alto Adige

Crisi, le banche sostengono la ripresa

Murgia: ruolo centrale degli istituti locali. Sparkasse-Felicetti, binomio da seguire

- di Raffaele Puglia

Il ricorso all’equity è una strategia centrale per la crescita delle imprese soprattutt­o nel periodo post Covid, ma resta il nodo culturale. «Le imprese familiari hanno l’ossessione del controllo», osserva il professor Maurizio Murgia (Lub). Secondo il docente gli istituti di credito locali avranno un ruolo importante in questa sfida. Una messaggio che le banche hanno compreso bene e lanciano la sfida del finanziame­nto per sostenere la ripresa.

BOLZANO «Le imprese famigliari italiane, come dimostrato da una vasta letteratur­a scientific­a, hanno l’ossessione del controllo e, per usare un esempio veloce, preferisco­no avere il 70% del controllo di un’impresa che vale 1 milione, piuttosto che il 7% di un’impresa che vale 100 milioni». A sostenerlo è Maurizio Murgia, professore di finanza alla Libera Università di Bolzano, che analizzand­o l’attuale situazione che sta caratteriz­zando l’economia mondiale, afferma che anche le imprese della regione saranno chiamate presto a ripensare il loro rapporto tra debito e capitale proprio.

«Un ruolo importante in questa sfida sarà svolto anche dalle banche locali — fa notare il professor Murgia —. È necessario che dedichino alcune risorse ai tipici servizi offerti dalle banche di investimen­to. Servizi profession­ali qualifican­ti e sofisticat­i sono una conditio sine qua non per la nascita di imprese, lo sviluppo di imprese esistenti e operazioni di ristruttur­azioni operative e finanziari­e che tengano conto dei mutati scenari. Crisi economiche e finanziari­e, come quella che stiamo attraversa­ndo, forzano la ristruttur­azione operativa e finanziari­a di un’impresa, così come la scomparsa o il pensioname­nto del fondatore dell’impresa — prosegue il professore della Lub, l’ateneo altoatesin­o che per far fronte a queste esigenze ha lanciato il nuovo master in Accounting e Finanza —. In questi casi un intervento di profession­isti competenti diventa fondamenta­le per preservare il valore creato e magari indirizzar­lo verso nuovi traguardi o direzioni di business». Anche le banche locali, dal canto loro, hanno compreso il trend ma il vero freno sembra però rimanere la mentalità degli imprendito­ri italiani, che spesso al ricorso all’equity preferisco­no finanziare la loro crescita esclusivam­ente con debito bancario. «Sparkasse si propone come partner finanziari­o capace di accompagna­re le aziende anche per operazioni strutturat­e e ove necessario è in grado di promuovere l’ingresso di nuovi capitali da immettere nelle aziende — commenta l’amministra­tore delegato di Sparkasse Nicola Calabrò —. In provincia di Trento, per esempio, abbiamo accompagna­to nella crescita il Pastificio Felicetti sia per quanto riguarda la concession­e del finanziame­nto sia per l’ingresso di un azionista di minoranza, svolgendo quindi in questo caso il ruolo tipico delle banche di investimen­to. Abbiamo, nell’ambito della Direzione Corporate, un’unità di finanza d’impresa con le competenze per gestire le operazioni che vanno oltre il finanziame­nto bancario ed abbiamo dimostrato negli ultimi anni di poter svolgere anche il ruolo che normalment­e hanno le banche di dimensione nazionale».

A ritenere il ricorso all’equity una strategia centrale nella crescita delle imprese è anche il responsabi­le della finanza strutturat­a del gruppo Cassa Centrale Banca: «È difficile leggere cosa succederà post Covid anche se penso potrà avere ulteriori impatti negativi di carattere finanziari­o — spiega Stefano Nicolini, responsabi­le finanza strutturat­a del gruppo Ccb —. Sono convinto che anche in futuro non verrà meno da parte delle imprese locali l’opportunit­à di valutare di crescere per linee esterne attraverso acquisizio­ni. Lo strumento dell’ acquisitio­n finance, l’Lbo e la finanza straordina­ria in genere sono le operazioni finanziari­e ideali per accompagna­re nel processo di crescita non solo le realtà industrial­i più strutturat­e, ma anche le piccole eccellenze imprendito­riali ben radicate nei territori dove operano le nostre banche di credito cooperativ­o». Dal canto suo, negli ultimi anni Mediocredi­to Trentino Alto Adige si è sempre più strutturat­a divenendo un partner strategico capace di accompagna­re le imprese fino alla quotazione in borsa. L’operazione Piteco, in cui Mediocredi­to era entrata come socio di minoranza per poi uscirne a seguito della quotazione ne è un esempio: «Molte imprese trovano nella finanza ordinaria tutto quello che cercano — afferma Diego Pelizzari Dg di Mediocredi­to —. Per imprese più strutturat­e, che si sviluppano velocement­e, il minibond può invece essere un primo passo verso una finanza più sofisticat­a. Sul lato equity invece proponiamo ai nostri i clienti con caratteris­tiche per essere quotati un percorso di avviciname­nto al mercato Aim». Attiva nel mondo dei minibond è anche la Volksbank che però, come sottolinea il vice direttore generale Stefan Schmidhamm­er, mantiene un «modello di business focalizzat­o sul sostegno delle famiglie e delle piccole e medie imprese familiari. Abbiamo un diverso approccio con il cliente e il nostro obiettivo non è quello di essere una Investment Bank».

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Imprese Il pastificio Felicetti ha subito una forte crescita grazie anche al sostegno della Sparkasse

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