Mary, tra gelati e furti: derubata, non ci voleva
Il racconto di Mary. «Persi quattro mesi a causa del Covid. Non ci voleva»
Venerdì, a fine giornata, Mary stava mettendo a posto le ultime cose, sul suo furgoncino dei gelati, quando un ragazzo si è avvicinato per chiederle una birra. Alle sue spalle il complice le ha rubato il borsello con soldi e documenti.
BOLZANO È bastato un attimo. La giornata finita, la piazza che si svuota, il banco già liberato. Un ragazzo che si avvicina per chiedere una birra e il borsello, con i documenti, il fondo cassa e il «magro» incasso di giornata, che sparisce. «Ragazzo che poi ha detto di aver cambiato idea, che non la voleva più la birra. Al che ho fatto due più due. Mi sono girata, e ho realizzato di essere stata derubata. Di tutto». Maria Pelle, conosciuta da tutti i bolzanini come Mary, è il volto di piazza del Grano dal 1996. Anche ieri mattina, a poche ore dal furto, il suo furgoncino dei gelati era lì, puntuale. E lei al lavoro, con il sorriso di sempre a celare l’amarezza.
Tutto è successo venerdì sera, verso le 19.30. «Avevo finito — racconta —. Stavo sistemando le ultime cose prima di tornare a casa. Avevo appoggiato sul bancone anche il borsello, contenete tutti i miei documenti, a eccezione del passaporto, per fortuna. In più, il fondo cassa e il magro incasso del giorno. Si è avvicinato un ragazzo, straniero, sui 30 anni. Mi ha chiesto una birra. Io ho aperto il frigo per prenderne una, ma poi mi ha detto di aver cambiato idea, e se n’è andato». È bastato un istante, a Mary, per capire cos’era successo: il ragazzo non era un cliente, si era avvicinato solo per distrarla mentre il complice, alle loro spalle, faceva sparire il borsello. «Ho chiamato il numero d’emergenza — riprende — e la Polizia, già al telefono, mi ha detto come fare per far bloccare bancomat e carta di credito. Sono arrivati in un baleno, ma ormai i due si erano dileguati». La mattina dopo Mary è andata in Questura, per sporgere denuncia. E ora spera che qualcuno degli occhi elettronici che sorvegliano l’area possa fornire immagini utili a recuperare almeno i documenti. «La cosa che più mi pesa è l’idea di doverli rifare tutti, compresa la carta d’identità elettronica».
I suoi, di occhi, in 35 anni di attività, ne hanno viste di tutti i colori. Figlia di un gelatiere, ha iniziato l’attività, a bordo del suo furgoncino, prima ai piedi del Virgolo, poi al casello di Bolzano nord, fino al «trasloco» nel cuore del centro storico. «Quindici anni fa — ricorda — mi hanno rubato il registratore di cassa. Quasi vuoto, per carità, ma solo l’apparecchio valeva 800-1.000 euro». Senza contare quante bottigliette di the, acqua e lattine di birra esposte sul bancone sono sparite. «Hanno smesso di portarmele via quando ho iniziato a riempirle di acqua del rubinetto o di sabbia» sorride. L’episodio più grave due anni fa, con l’aggressione da parte di un uomo, in pieno giorno. «Un uomo che si è rivelato poi essere un malato psichiatrico scappato da una struttura della Germania — ricorda Mary — ma che aveva terrorizzato diversi esercenti del centro. Ero arrivata al punto di farmi accompagnare al lavoro da amici che, a turno, mi stavano vicini tutto il giorno. Ma non è bastato: un pomeriggio l’uomo mi afferrata per un braccio, lasciandomi il segno. Ho iniziato a gridare, e probabilmente è per questo che è fuggito». E ora il furto, per altro in un anno particolarmente difficile. «Lavoro da marzo a fine ottobre — racconta —. Quest’anno, come molti, ho perso quattro mesi e mezzo di incassi. Non ci voleva».