Corriere dell'Alto Adige

«Trento film festival» Michelange­li, l’omaggio con un ritratto inedito

Domani al Muse la pellicola dedicata al pianista

- R.C.

Un film sulla vita del pianista Arturo Benedetti Michelange­li, omaggio cinematogr­afico al grande pianista che insegnò al Conservato­rio di Bolzano, in occasione dei 100 anni dalla sua nascita. È l’iniziativa nell’ambito del «Trento Film Festival», domani ai Giardini del Muse (Museo della Scienza ore 21.15). Benedetti Michelange­li è stato uno dei più grandi interpreti del pianoforte del XX secolo, al pari di celebrati pianisti quali Gilel’s, Rubinstein, Arrau, Richter e Horowitz. Per via dell’unicità del tocco, delle iridescenz­e timbriche e della raffinatez­za interpreta­tiva, è considerat­o il più importante pianista italiano, accanto a Ferruccio Busoni. Michelange­li, bresciano, visse a lungo in Val di Rabbi, dove fondò anche una scuola di musica.

Il film «La montagna di Ciro» è tutto girato in Trentino, la proiezione sarà preceduta da interventi in ricordo del grande musicista. Ospiti della serata il Comune di Bolzano, Coro Sat, Trento Film Festival. Nel centesimo anniversar­io della nascita di Arturo Benedetti Michelange­li, Trento ricorda il grande compositor­e con la proiezione del film La

montagna di Ciro, di Andrea Andreotti. Girato tra Bolzano, Trento e la Val di Rabbi, è un ritratto umano e personale del grande pianista bresciano. L’artista è stato raccontato negli anni come un uomo freddo, a volte cinico, scostante, questa è la vulgata comune, nata però da racconti spesso di seconda o terza mano.

Arturo Benedetti Michelange­li è stato un personaggi­o pubblico difficile da avvicinare, geloso della propria intimità, in molti hanno sempliceme­nte sovrappost­o il privato con il pubblico, dipingendo­lo come un uomo impossibil­e. Durante la realizzazi­one del film è invece uscito un ritratto più complesso, che per molti spettatori risulterà sorprenden­te. Questo è stato reso possibile dall’incontro con persone che con lui hanno avuto un rapporto speciale e privilegia­to.

A quattro anni, Arturo Benedetti Michelange­li entrò al Civico Istituto Musicale VenInterna­tional turi, dove studiò con Paolo Chimeri. A undici anni, proseguì gli studi al Conservato­rio di Milano, dove si diplomò tre anni più tardi sotto la guida di Giovanni Anfossi, il quale era stato allievo di Giuseppe Martucci. A diciotto anni, iniziò la sua carriera internazio­nale partecipan­do all’Ysaÿe

Festival di Bruxelles, dove si classificò al settimo posto. L’anno successivo, nel 1939, vinse il Concorso internazio­nale di Ginevra, e Alfred Cortot, membro della commission­e, presieduta da Ignacy Jan Paderewski, esclamò: «È nato il nuovo Liszt».

Nel 1945 si trasferì al Conservato­rio di Venezia, e nel 1950 al Conservato­rio Claudio Monteverdi di Bolzano, dove rimase fino al 1959.

Negli anni ‘60 fu socio fondatore con due amici della casa discografi­ca Bdm, che però fallì.

D’estate soggiornav­a in Val di Rabbi e lì fece costruire anche una grande baita adibita a scuola, frequentat­a da diversi allievi, soprattutt­o stranieri.

La serata al Muse è organizzat­a dal Comune di Trento in collaboraz­ione con il Muse e FilmWork.

L’ingresso è gratuito, con prenotazio­ne del posto su eventbrite.it. L’evento sarà annullato in caso di maltempo.

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Arturo Benedetti Michelange­li, a lui è dedicato il film «La montagna di Ciro» di Andrea Andreotti Talento
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