«Quarantena anche per vecchie infezioni: non so se lo farò»
BOLZANO Corsa al test? Non per tutti. Qualche professore è scettico e ancora non ha deciso. Tra loro troviamo Corinna Lorenzi, insegnante in una scuola media bolzanina di lingua tedesca e consigliera di circoscrizione dei Verdi. Lorenzi non condivide la scelta di effettuare i test sierologici invece dei tamponi e sottolinea che i tempi di attesa per il tampone in caso di esito positivo del test rapido non sono stati specificati.
Professoressa Lorenzi, lei ha intenzione di sottoporsi al test sierologico gratuito?
«Se fosse un tampone, che fotografa con precisione la situazione presente, lo farei sicuramente, ma trattandosi di un test che segnala la presenza degli anticorpi ci sono un po’ di fattori da valutare. A scuola noi professori siamo molto esposti: magari mi sono infettata nei mesi di febbraio o di marzo quindi adesso il test risulterebbe positivo e io finirei in quarantena insieme a tutta la mia famiglia».
In quel caso l’azienda sanitaria provvederebbe ad effettuare un tampone, giusto?
«Si questo è vero, ma non c’è nessuna certezza sui tempi.
Il timore
Se trovano gli anticorpi, magari per contagi ormai superati, intera famiglia isolata. Ma per quanto?»
O almeno noi non abbiamo avuto nessuna indicazione a riguardo. Considerando quindi che questo esame non è in grado di rilevare la positività nel momento in cui viene eseguito, io sto ancora valutando se effettuarlo o meno».
Secondo lei sarebbe più utile effettuare un tampone al posto del test sierologico?
«Sì, esattamente. L’idea di testare il personale scolastico è buona però non capisco come mai abbiano deciso di fare il test sierologico. Per garantire la massima sicurezza, la scuola deve sapere se io sono positiva al coronavirus in questo momento. Sarebbe poi utilissimo effettuare i tamponi su tutti gli alunni prima del ritorno in aula».