L’amica ancora provata «Quello è un esemplare davvero problematico dev’essere abbattuto»
Alexandra: sento ancora le grida di Diego
TRENTO Il senso di impotenza, le urla dell’amico («continuo ancora a sentirle in testa») e poi la disperata richiesta d’aiuto, in un primo momento addirittura declinata da un passante. Attimi eterni che ora le passano davanti agli occhi come fotogrammi dell’orrore. «Io avevo avuto la sensazione che ci fosse un animale di grossa taglia ma quando Diego si è avvicinato era ormai troppo tardi», racconta allargando le braccia Alexandra Punga, la ragazza che sabato sera si trovava insieme a Diego Balasso quando il giovane carabiniere è stato aggredito da un orso sul sentiero lungolago a Andalo.
Erano più o meno le undici quando l’orso è sbucato dal dirupo nella zona del lago, bacino che in questo periodo è praticamente sparito nel sottosuolo. L’amico sarebbe entrato in servizio a mezzanotte. «Erano circa le dieci e mezza quando Diego è arrivato al bar», dice Alexandra Punga, titolare dei due bar che sorgono all’interno del parco cittadino «Andalo Life», a circa cento metri da dove è avvenuta l’aggressione. «Siamo amici da quando è arrivato qui a Andalo tre anni fa — continua la giovane — Gli ho chiesto se gli andava di fare due passi e ci siamo incamminati sul sentiero lungolago. Un percorso illuminato dove spesso ci sono un sacco di ragazzini e di turisti». Il parco «Andalo Life» ospita infatti un’area giochi per bambini, l’acquapark, il palacongressi e un centro benessere. Anche ieri mattina, quando Alexandra Punga ci ha accolti nel suo bar, il parco era molto frequentato, sia da famiglie che da comitive di ragazzi.
«Ancora prima di prendere il giro del lago sulla destra – riprende il racconto la ragazza — sento un rumore proveniente dall’acqua, che per me era abbastanza intenso. È come se stesse nuotando una persona, era un rumore pesante — aggiunge — Mi sono fermata e gli ho detto se l’avesse sentito. Lui l’ha buttata sullo scherzo e mi ha risposto dicendomi che ero paranoica. Poi mentre stavamo chiacchierando sentiamo un altro rumore, come se ci fosse qualcuno o qualcosa che stava uscendo dal lago». È in questo momento che le strade dei due amici si dividono, letteralmente. «Io mi sono messa paura e ho iniziato ad allontanarmi lentamente verso il campeggio — racconta Alexandra — Diego però è rimasto sul percorso pedonale, gli ho detto di raggiungermi ma lui è andato verso la sponda del lago per vedere cosa fosse». Il plantigrado è uscito più o meno in quell’istante. «Sento lui che mi dice: “Ale ti supplico stai ferma” — ricorda ancora scossa la ragazza — Quando mi ha detto così mi sono girata e poi ho visto l’orso. Lui era immobile e l’orso ha iniziato ad annusarlo finché non l’ha aggredito».
Da quel momento in poi Alexandra Punga si è ritrovata da sola, a due passi dall’amico che era sotto la presa del plantigrado. «Ho iniziato a urlare, non potevo avvicinarmi, non sarebbe servito a niente — spiega — Poi ho iniziato a correre e ho incontrato uno che aveva appena finito di fare il giro del lago al contrario ma non mi ha aiutata. Ho chiamato allora mio fratello (Cristian Daniel, titolare di un pub a Andalo, ndr) e subito dopo il 112. Poi sono arrivata al campeggio ed è uscito anche il proprietario del campeggio, che ha raggiunto Diego quando erano già arrivati mio fratello e altri ragazzi». Il titolare del camping Andalo Life, Giacomo Benellini, il fratello dell’amica e alcuni giovani volontari sono poi riusciti a mettere in salvo il giovane carabiniere, facendo fuggire l’orso. «Hanno iniziato a urlare e ad agitare le braccia finché l’orso non ha lasciato la presa su Diego», precisa la ragazza.
«Nel complesso — conclude Alexandra — sono contenta di essere riuscita a fare qualcosa, di avere avuto nel mio piccolo la prontezza di aver chiamato qualcuno che è stato in grado di aiutarlo. Ho però i sensi di colpa perché avrei potuto non chiamarlo e magari non saremmo andati a fare la passeggiata». Il destino ha voluto però che andasse così e senza l’amica probabilmente sarebbe andata diversamente per Diego Balasso. «Secondo me orsi così pericolosi vanno abbattuti — dice la ragazza – non è possibile una cosa del genere, anche per il turismo». Mentre sul piano personale: «il mio progetto era di finire la stagione e andare a fare le escursioni in montagna, ora non ci andrò più, così come abbandonerò la mia passione per lo scialpinismo in notturna».
Istanti indelebili Ora basta abbandono la mia passione per lo scialpinismo in notturna. Ho corso chiedendo aiuto, ci sentivamo osservati