Il «cucciolo» di due anni attirato dai rifiuti
Sono una novantina gli esemplari presenti oggi in provincia Val di Sole, un giovane animale si avvicina spesso ai cassonetti
TRENTO In zona lo conoscevano ormai da tempo. Il «cucciolone» (come lo aveva definito l’assessora provinciale Giulia Zanotelli a inizio agosto) si era avvicinato varie volte alle case, attirato in particolare dai rifiuti. E destando qualche preoccupazione, tanto che già a inizio mese l’obiettivo dichiarato era quello di catturarlo per radiocollararlo. Ma a M57, quel cucciolo di due anni e mezzo e 120 chilogrammi seguito dai forestali, ora il radiocollare non serve più: dopo l’aggressione al giovane carabiniere, infatti, è «detenuto» al centro del Casteller insieme a Dj3. E pensare che il rapporto grandi carnivori del 2019 lo collocava addirittura in provincia di Brescia, ben lontano dalla zona della Paganella dove, in queste settimane, il plantigrado ha dimostrato di trovarsi particolarmente bene.
Ma per un orso che arriva al Casteller ce n’è uno che nel centro della collina di Trento non ci vuole proprio stare. Fuggito due volte dal recinto cittadino — scegliendo sempre lo stesso punto ma optando per tecniche di evasione diverse, lasciando di fatto tutti con un palmo di naso — l’orso M49 oggi non solo non è più al Casteller, ma non è neppure monitorato attraverso il radiocollare. «Papillon», come lo ha ribattezzato il ministro dell’ambiente Sergio Costa, si è tolto il dispositivo che permette la geolocalizzazione dell’animale e lo ha abbandonato pochi giorni fa, facendo perdere le sue tracce nei boschi del Lagorai (in realtà i forestali riescono a ricostruire i movimenti del plantigrado più famoso d’Italia seguendo le predazioni e le tracce lasciate lungo il tragitto, dagli escrementi alle orme sul terreno). Una vera e propria star, M49: le sue imprese hanno varcato ormai da tempo i confini della provincia e sul suo destino si consumano dibattiti online sui social praticamente ogni giorno.
Può essere ancora tenuta sotto controllo dai forestali invece(anche sulla mappa online messa a disposizione dalla Provincia) l’orsa Jj4, protagonista dello scontro con padre e figlio sul monte Peller. Su di lei pende un’ordinanza di cattura e abbattimento, che però il Tar ha sospeso in attesa di esprimersi nel merito. Osservando la cartina online, l’orsa è in val di Non, poco distante dal lago di Santa Giustina. E, dopo l’aggressione sul Peller, di lei in realtà poco si parla. «Gaia», secondo il nome affidatole dal ministro Costa, si muove assieme ai suoi cuccioli.
E se l’attenzione generale è centrata su questi esemplari finiti nel mirino della cronaca, la popolazione rimanente dei plantigradi vive schiva e lontana dai riflettori: nel 2019, sempre secondo il rapporto elaborato dalla Provincia, la stima degli esemplari variava dalle 82 alle 93 unità. Cuccioli compresi. «Troppi», secondo il governatore Maurizio Fugatti. Ma non per il ministro Sergio Costa.
Intanto spunta un nuovo osservato speciale: i forestali tengono d’occhio infatti un giovane orso attirato dai cassonetti dei rifiuti in val di Sole.
La «star»
Gli occhi sono puntati soprattutto su M49, in fuga e adesso senza radiocollare