Quell’onda d’amore
Nella mostra dell’artista Cassia Raad a Trento pace, fratellanza e un virtuale abbraccio collettivo, il messaggio per superare ogni tipo di «muro» Dieci grandi mosaici di due metri e disegni a china
Fluire, affidarsi all’incessante scorrere dell’onda, diventandone parte. Non un abbandonarsi inconsapevole agli eventi, non un lento andare alla deriva. Nessun atteggiamento arrendevole o di rinuncia, ma la convinzione che solo dalla fiducia in un’ «onda d’amore» possa germogliare il vero cambiamento. Guidata dalle parole di Martin Luther King «l’odio non può scacciare l’odio: solo l’amore può farlo», Cassia Raad, artista brasiliana che vive a Trento, invita a «riaprire il cuore e le finestre dell’anima, respirare un’aria nuova, non inquinata di odio e d’intolleranza, abbattere i muri parlando d’amore». Lo fa con la mostra Onda de Amor a Trento, in sala Thun di Torre Mirana.
Cassia Raad si è laureata in arte con indirizzo in design grafico e un post laurea in marketing in Brasile. Ad avvicinarla al mosaico è stato l’incontro con le opere di Antoni Gaudì, ma è con i maestri ravennati che ha affinato le sue tecniche di esecuzione.
Oltre al nuovo grande mosaico Onda de Amor, che dà il titolo alla mostra, l’artista ripresenta a Trento alcuni dei suoi lavori sul tema della pace e dell’accoglienza.
Ci saranno anche disegni in china e delle stampe realizzate in linoleografia, ispirati all’esperienza della pandemia.
«Mettere in risalto la situazione di molti popoli del mondo rispetto a quella che è stata per decenni la cosiddetta classe dominante di origine anglosassone»: è questo il filo conduttore dei lavori di Cassia Raad, spiega il curatore Maurizio Scudiero.
«L’artista è brasiliana, e per certi versi sente più di noi italiani il clima di post-colonialismo che ancora serpeggia sotto traccia, che però solo con un approccio di amore si può riuscire a mitigare, e un po’ alla volta ad annullare», prosegue.
Il percorso espositivo permetterà di sentirsi parte viva di un’opera emblematica. Si tratta di un mosaico di oltre due metri di sviluppo in orizzontale e uno in verticale, composto di dieci mosaici, che l’artista ha iniziato prima del lockdown. All’interno di una grande onda, tanti personaggi sembrano farsi essi stessi onda, e fluire in armonia con il tutto che li circonda.
«Queste acque, fatte di marmo, oro e vetro veneziano – osserva Scudiero – sembrano dei paradisi fantastici, trasmettono l’idea di uno scorrere continuo, di un cordone ombelicale che tiene insieme una serie di figure indistinte. Sono donne e uomini che si tengono per mano, e a tratti procedono invece come isole, ma forse si tratta di scialuppe di salvataggio. Di volta in volta un colore dominante ci sorprende, mescolando la piattezza del disegno con gli inserti a mosaico».
Una composizione di persone di diverse razze, vestite di vari colori, sfilano così nella leggerezza di un’onda che non è di distruzione, ma di avvicinamento, d’incontro, di possibilità di sanare le ferite che vengono dal passato.
In altri lavori, Cassia Raad «rovescia anche la bestia nera del Covid 19, mutandone i caratteri nella dolcezza di un “virus d’amore”, come avviene per una coppia che si guardia appassionatamente dalla finestra durante il distanziamento», riprende il curatore. Un altro disegno mostra invece un uomo, con il cuore pulsante e i polmoni a vista, che diventa un albero di parole volanti, e un altro ancora suggerisce un mondo surreale dove gli esseri umani convivono pacificamente con creature astratte di ogni genere.
Il percorso è arricchito da una serie di opere in cui il mosaico è inserito su delle foto, «alcune dichiaratamente di parte», nota Scudiero. È il caso del corpo di un soldato con delle bombe a mano appese, o di alcuni elmetti, in cui l’artista ha introdotto il mosaico come fosse un fumetto. Nella nuvoletta appaiono parole quali «survive-sopravvivere», «peace-pace», «hope-speranza». Altri mosaici su fotografia sono invece più ricercati, come quello che presenta una serratura antica che nella voluta del mosaico propone la parola «secret-segreto»: cosa custodirà quella porta? Ancora, due fili spinati, quello più in alto ha intrappolato un pezzo di stoffa, mentre su quello più in basso si intreccia la vita di una pianta che cresce.
Un radicale no alla guerra e all’odio, un pervasivo abbraccio ai valori della pace e dell’amore: questo racconta l’Onda de Amor di Cassia Raad attraverso la trentina di lavori fino al 3 ottobre esposti a Torre Mirana.