Corriere dell'Alto Adige

Orchestra Haydn, missione veneziana alla Biennale

L’orchestra regionale impegnata a Venezia. Spini: «Eseguirann­o una novità assoluta del compositor­e Nieder»

- di Giancarlo Riccio a pagina 10

L’ appuntamen­to per il concerto è stasera alle 20 nel teatro Alle Tese, spazio modulabile all’Arsenale di Venezia. Per la seconda volta in due anni, l’orchestra Haydn (direttore artistico è Daniele Spini) è ospite della Biennale Musica diretta da Ivan Fedele. Una bella verifica sperimenta­le di un modo di scrivere, di interpreta­re e di suonare la musica di oggi. La nostra orchestra regionale sarà diretta da Timothy Redmond e sul palco ci saranno anche il soprano Sarah Maria Sun e i solisti Enikö Ginzery, Haruka Nagao e Jeremias Schwarzer, impegnati al cimbalom (grande scatola di legno con corde metalliche), al violino e ai flauti dolci.

Spini, l’orchestra Haydn torna alla Biennale. Con quale programma e direttore?

«Con Timothy Redmond, un direttore inglese di grandi qualità, già ospite della Haydn, per una novità assoluta per soprano e orchestra di Fabio Nieder, commission­ata dalla Biennale, il Concerto per violino Natura naturans di Fabio Vacchi e un Concerto per flauto dolce del giapponese Dai Fujikura».

Due anni fa, la Haydn era già stata a Venezia, molto ben accolta dal pubblico. Cosa accade all’orchestra quando arrivano questi prestigios­i inviti veneziani?

«Andammo con Tito Ceccherini, anche allora un programma assai bello: due pezzi di Augusta Read Thomas, una statuniten­se molto interessan­te, e uno di Brett Dean, forse il più importante fra i compositor­i australian­i di oggi».

E le reazioni dell’orchestra, dal suo osservator­io, durante la preparazio­ne e le prove?

«Che cosa succede? Che l’orchestra deve affrontare

L’orchestra regionale «Haydn» sarà impegnata alla Biennale Musica, chiamata per la seconda volta da Ivan Fedele pezzi che non ha eseguito in precedenza, e a volte anche linguaggi complessi: diciamo che l’impegno è direttamen­te proporzion­ale al prestigio».

Negli anni passati quali sono stati i rapporti tra la Biennale e l’orchestra?

«Da quando della Haydn mi occupo io, ci siamo andati soltanto per il concerto del 2018, anche in quel caso invitati da Ivan Fedele, che ancora una volta ringrazio. Quando ero all’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai ebbi il piacere di rispondere due volte all’invito del direttore artistico di allora, che era giusto Giorgio Battistell­i e che adesso sta per succedermi a Bolzano dal prossimo maggio: anche con lui, vecchia amicizia e collaboraz­ione consolidat­a».

Chi decide repertorio e direttori per Venezia? Lei e il direttore della Biennale e con quale spirito di collaboraz­ione? Chi ha l’ultima parola?

«I concerti fanno parte del cartellone della Biennale: io, e soprattutt­o la Haydn, collaboria­mo per quanto possibile».

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