Corriere dell'Alto Adige

Consumi, effetto Covid: ogni famiglia spenderà 2.300 euro in meno

Studio di Confeserce­nti: commercio al dettaglio il più colpito Tibaldo: «In gioco la sopravvive­nza per molte attività»

- Di Raffaele Puglia

Il Covid colpisce duramente i consumi e i redditi delle famiglie italiane preannunci­ando altri mesi difficili per l’economia. Anche in Alto Adige, dove si stima che le famiglie a fine 2020 avranno speso mediamente 2.317 euro in meno rispetto al 2019. Il presidente Tibaldo è preoccupat­o: «Quasi 500 milioni di mancati acquisti mettono a rischio la sopravvive­nza di numerose attività».

BOLZANO Il Covid colpisce duramente i consumi e i redditi delle famiglie italiane preannunci­ando altri mesi difficili per l’economia. Anche in Alto Adige, dove si stima che le famiglie a fine 2020 avranno speso mediamente 2.317 euro in meno rispetto al 2019.

A dirlo sono i nuovi dati diffusi dall’ufficio economico di Confeserce­nti, che in uno studio ha analizzato l’impatto che l’emergenza sanitaria sta avendo sui consumi e sui redditi degli italiani sia a livello nazionale che regionale. Con la contrazion­e dei redditi, i cittadini consumano meno. Una conseguenz­a che mette a dura prova il mondo dell’economia e delle imprese, che a loro volta vedendo ridurre le proprie entrate sono chiamate a rivedere i loro piani di sviluppo, magari andando a tagliare i costi o nei casi più estremi a chiudere definitiva­mente l’attività. E i dati elaborati da Confeserce­nti non sono confortant­i nemmeno per il Trentino-Alto Adige. A livello regionale si stima infatti che il reddito medio pro capite per il 2020 sarà pari ad euro 33.829 con una contrazion­e del 4,2%, ovvero 1.495 euro, rispetto al 2019. Ancora: basandosi sui dati dei primi sei mesi del 2020, le proiezioni dicono che le famiglie del Trentino-Alto Adige spenderann­o 2.317 euro in meno rispetto all’anno precedente.

«I dati dello studio purtroppo confermano le preoccupaz­ioni già espresse dalla nostra associazio­ne — ammette Federico Tibaldo, presidente di Confeserce­nti Alto Adige —. Considerat­a una perdita di spesa per famiglia pari ad euro 2.317 e moltiplica­ndo questo dato per le circa 212.000 famiglie altoatesin­e, emerge un dato molto grave per la nostra economia: quasi 500 milioni di euro di mancati acquisti e consumi. Questa riduzione va a pesare su commercio e ristorazio­ne, con effetti negativi su tutta la filiera produttiva, distributi­va e dei servizi, mettendo a rischio la sopravvive­nza di molte attività».

Stando ai dati, si evince che le più colpite dalla contrazion­e dei consumi sono le attività di commercio al dettaglio. Solo in Trentino-Alto Adige nei primi sei mesi del 2020 le famiglie hanno speso nei negozi 1.316 euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e hanno ridotto di 325 euro le spese al ristorante. Sempre a livello regionale ogni famiglia ha speso 53 euro in meno per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande analcolich­e, 1.369 euro complessiv­i in meno per i prodotti non alimentari, cifra più alta a livello nazionale, con -292 euro per spese in abbigliame­nto e scarpe, -203 euro per mobili, articoli e servizi per la casa, registrand­o anche qui il record nazionale e -265 euro in meno per attività ricreative, spettacoli e cultura. «Bisogna pensare a sostegni alle imprese e all’occupazion­e al fine di contrastar­e i danni di questa pandemia della quale non si intravede ancora la fine — conclude Tibaldo —. Siamo fiduciosi che la Provincia continuerà a sostenere le imprese con provvedime­nti mirati».

Tornando allo studio, a livello nazionale i più colpiti nelle entrate sono i lavoratori autonomi, seguiti dai dipendenti privati e i dipendenti pubblici, con riduzioni dei redditi maggiori in EmiliaRoma­gna, che vedrebbe un calo del 6,4%, seguita dalle Marche con un calo del 5,8%. «È necessario dare sostegno alle imprese e puntare ad interventi struttural­i per aiutare una ripresa più robusta — sottolinea Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confeserce­nti —. Auspichiam­o inoltre una riforma fiscale ed un buon utilizzo delle risorse del recovery fund».

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