Figli in quarantena? Rette pagate e permessi
Congedi, pressing per portare i salari al 100%
BOLZANO Con l’aumento dei focolai nelle scuole, la quarantena obbligatoria si sta trasformando in un vero e proprio incubo per tantissimi genitori. E così la Provincia cerca di venire incontro alle famiglie sia per quanto riguarda i congedi Covid sia per ciò che concerne il pagamento delle rette per le strutture di assistenza all’infanzia.
All’inizio di settembre il Governo ha stabilito che i genitori di bambini posti in quarantena hanno diritto ad usufruire dello smart working o dei congedi parentali. Secondo l’assessora provinciale alla famiglia Waltraud Deeg queste misure non sono sufficienti. Anche perché spesso e volentieri a scegliere non sono le famiglie. «Attualmente questa opportunità di scelta non viene riconosciuta ai genitori e la decisione su congedi e smart working viene demandata al datore di lavoro. In questo modo, soprattutto per quanto riguarda i bambini in età scolare, ci troviamo di fronte alla stessa situazione verificatasi in primavera» sottolinea l’assessora Deeg.
Nel corso dell‘ultima seduta della Conferenza delle Regioni, il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha proposto, unitamente all’assessora alla famiglia, una modifica del Decreto legge 111 che è stata accettata sia dalle Regioni che dal Governo. In base a questa modifica dovrà essere possibile per i genitori scegliere liberamente se proseguire il lavoro da casa o usufruire dei permessi parentali. Un’ulteriore richiesta riguarda l’ammontare il pagamento del permesso parentale straordinario: sinora la retribuzione prevista era del 50% dello stipendio, la proposta di modifica prevedere di portarla al 100% ed una copertura completa dei contributi facoltativi. «L’assistenza ai minori non deve essere considerata una questione secondaria e non deve avere ripercussioni negative sulla carriera lavorativa dei genitori. Con queste proposte di modifica veniamo incontri ad alcune importanti richieste espresse dai genitori» chiarisce Deeg. La richiesta di modifica verrà esaminata in questi giorni dalla Commissione legislativa e quindi dal Senato. Nonostante la determinazione della Provincia, l’aumento degli emolumenti sembra difficile. «Naturalmente sono favorevole a tutto ciò che va incontro alle esigenze delle famiglie ma al momento — spiega la vicepresidente dell’Inps, Luisa Gnecchi — abbiamo a disposizione solamente 50 milioni per i congedi Covid. E non sappiamo ancora quanti sono i genitori che richiederanno i congedi».
In attesa della decisione del Parlamento, la giunta provinciale ha approvato un altro provvedimento per venire incontro alle famiglie alle prese con le quarantena. In caso di assenze obbligate da nidi, strutture di assistenza all’infanzia e dagli asili, la Provincia (o i Comuni nel caso dei nidi) si assumerà il costo della retta.
«Un’assenza per quarantena è una misura di tutela che va a vantaggio di tutta la società. Per questa ragione non devono quindi essere penalizzati economicamente né le famiglie né i gestori dei servizi» chiarisce ancora Deeg.
Sinora non si è verificato nessun caso positivo nei 14 asili nido, nelle 92 microstrutture e presso le 220 Tagesmütter e quindi non si è resa necessaria l’adozione di una quarantena. Ma dovesse essere il caso i genitori non si ritroveranno cornuti e mazziati. Lo stesso dicasi per le strutture, la maggior parte delle quali è privata, che non si dovranno trasformare in organismi di recupero crediti. «La delibera odierna — conclude Deeg — è una misura importante per le famiglie che consente di mettere in sicurezza e di tutelare economicamente i servizi rivolti alla prima infanzia. É importante anche per le strutture avere certezze sulle entrate, dunque i contratti saranno garantiti anche in caso di quarantena».
Gnecchi Favorevole a tutto ciò che aiuta le famiglie Ma per il momento all’Inps sono stati assegnati solo 50 milioni