La giunta pronta a impugnare la fusione Alto Garda- Rovereto
Dopo Lavis e Adamello la Provincia insiste. Tonina: il nostro parere deve contare
TRENTO La decisione della Provincia di Trento di impugnare la delibera di fusione delle Casse rurali Adamello e Giudicarie Valsabbia Paganella non sarà un unicum. La scelta infatti è strategica: Piazza Dante vuole tornare ad essere interpellata sulle procedure di fusione delle casse rurali trentine. «Personalmente non ho partecipato al voto — commenta Mario Tonina, vicepresidente della Provincia di Trento e assessore alla cooperazione — ma la scelta della giunta non è una bocciatura di questo specifico progetto. Riteniamo che la Provincia debba potersi esprimere in merito a ogni possibile percorso di fusione e per questo abbiamo deciso di impugnare il progetto».
La scelta di rivolgersi al Tribunale di Trento con lo scopo di dichiarare illegittima la nascita del nuovo istituto, prevista ufficialmente per domani non è una novità. «Abbiamo presso la stessa decisione anche per l’incorporazione della Cassa rurale Lavis Mezzocorona Valle di Cembra nella Cassa rurale di Trento», ricorda Tonina.
Viene naturale allora allargare
Assessore La decisione segue con coerenza le altre del passato
il ragionamento alla possibile fusione tra la Cassa rurale Alto Garda e la cassa rurale di Rovereto, il cui inizio di percorso è stato annunciato a inizio settembre dagli stessi istituti. «Se andrà in porto è verosimile pensare che procederemo allo stesso modo», conferma l’assessore.
Il processo di accorpamento delle Casse rurali è in atto da anni. Dalle 128 presenti nel 1980, oggi si è arrivati a quota 15, con la prospettiva di un ulteriore riduzione nei mesi a venire. Ieri il presidente della Federazione trentina della cooperazione Roberto Simoni ha dichiarato di non essere a conoscenza della scelta della Provincia, ma visto il procedimento giudiziario aperto ha preferito non prendere posizione. Una scelta che viene fortemente criticata dall’ex numero uno di via Segantini Marina Mattarei: «La Federazione non può fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia ogni volta. Queste sono tematiche che coinvolgono il futuro dell’Autonomia trentina, su cui bisognerebbe ragionare insieme a tutti gli attori in gioco, dalla Provincia a Cassa centrale. Il ricorso? È inevitabile che la Pat agisca in questo modo sulla strada tracciata nella precedente occasione».
Secondo Mattarei i continui accorpamenti alimentano il processo di allontanamento dal territorio e dai soci, riducendo quell’elemento di legame con la realtà in cui gli istituti sono inseriti che rappresenta la caratteristica principale degli istituti trentini: «I soci sono spaesati — commenta l’ex presidente di Via Segantini — Sicuramente ci sono necessità aziendali nei processi di accorpamento che i soci stessi riconoscono, ma in questo modo si va a omologare le Casse rurali a qualsiasi altra banca esistente».
Per evitare che un po’ alla volta si vada a perdere l’unicità trentina, Mattarei sprona via Segantini a fare da guida in un dialogo su questi temi: «La Federazione — conclude l’ex presidente — deve cercare di non far perdere il suo elemento identitario alla cooperazione. Un rischio che si sta trasformando rapidamente in una certezza».
Mattarei Federcoop ignora i problemi, Il ricorso era inevitabile