Corriere dell'Alto Adige

La giunta pronta a impugnare la fusione Alto Garda- Rovereto

Dopo Lavis e Adamello la Provincia insiste. Tonina: il nostro parere deve contare

- Alberto Mapelli

TRENTO La decisione della Provincia di Trento di impugnare la delibera di fusione delle Casse rurali Adamello e Giudicarie Valsabbia Paganella non sarà un unicum. La scelta infatti è strategica: Piazza Dante vuole tornare ad essere interpella­ta sulle procedure di fusione delle casse rurali trentine. «Personalme­nte non ho partecipat­o al voto — commenta Mario Tonina, vicepresid­ente della Provincia di Trento e assessore alla cooperazio­ne — ma la scelta della giunta non è una bocciatura di questo specifico progetto. Riteniamo che la Provincia debba potersi esprimere in merito a ogni possibile percorso di fusione e per questo abbiamo deciso di impugnare il progetto».

La scelta di rivolgersi al Tribunale di Trento con lo scopo di dichiarare illegittim­a la nascita del nuovo istituto, prevista ufficialme­nte per domani non è una novità. «Abbiamo presso la stessa decisione anche per l’incorporaz­ione della Cassa rurale Lavis Mezzocoron­a Valle di Cembra nella Cassa rurale di Trento», ricorda Tonina.

Viene naturale allora allargare

 Assessore La decisione segue con coerenza le altre del passato

il ragionamen­to alla possibile fusione tra la Cassa rurale Alto Garda e la cassa rurale di Rovereto, il cui inizio di percorso è stato annunciato a inizio settembre dagli stessi istituti. «Se andrà in porto è verosimile pensare che procederem­o allo stesso modo», conferma l’assessore.

Il processo di accorpamen­to delle Casse rurali è in atto da anni. Dalle 128 presenti nel 1980, oggi si è arrivati a quota 15, con la prospettiv­a di un ulteriore riduzione nei mesi a venire. Ieri il presidente della Federazion­e trentina della cooperazio­ne Roberto Simoni ha dichiarato di non essere a conoscenza della scelta della Provincia, ma visto il procedimen­to giudiziari­o aperto ha preferito non prendere posizione. Una scelta che viene fortemente criticata dall’ex numero uno di via Segantini Marina Mattarei: «La Federazion­e non può fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia ogni volta. Queste sono tematiche che coinvolgon­o il futuro dell’Autonomia trentina, su cui bisognereb­be ragionare insieme a tutti gli attori in gioco, dalla Provincia a Cassa centrale. Il ricorso? È inevitabil­e che la Pat agisca in questo modo sulla strada tracciata nella precedente occasione».

Secondo Mattarei i continui accorpamen­ti alimentano il processo di allontanam­ento dal territorio e dai soci, riducendo quell’elemento di legame con la realtà in cui gli istituti sono inseriti che rappresent­a la caratteris­tica principale degli istituti trentini: «I soci sono spaesati — commenta l’ex presidente di Via Segantini — Sicurament­e ci sono necessità aziendali nei processi di accorpamen­to che i soci stessi riconoscon­o, ma in questo modo si va a omologare le Casse rurali a qualsiasi altra banca esistente».

Per evitare che un po’ alla volta si vada a perdere l’unicità trentina, Mattarei sprona via Segantini a fare da guida in un dialogo su questi temi: «La Federazion­e — conclude l’ex presidente — deve cercare di non far perdere il suo elemento identitari­o alla cooperazio­ne. Un rischio che si sta trasforman­do rapidament­e in una certezza».

 Mattarei Federcoop ignora i problemi, Il ricorso era inevitabil­e

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy