Corriere dell'Alto Adige

Arte come incontro

Nel piccolo centro opere di Pastori, Marchetti e Cattoi e un ciclo di incontri

- di Gabriella Brugnara © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’estetica di tre artisti intrecciat­a agli evocativi spazi del seicentesc­o Granaio di Nomi, diventato luogo d’arte e d’incontro al termine di un attento lavoro di recupero da parte dell’Amministra­zione comunale del centro in provincia di Trento. Tutto è pronto per la seconda edizione di QuadriNomi, l’iniziativa che quest’anno rifletterà attorno al tema dell’incontro da una molteplice prospettiv­a: da un lato quella sviluppata dal percorso espositivo che sarà inaugurato sabato 3 ottobre alle 18 mettendo in dialogo le opere di Graziano Pastori (Rho, 1939), Amedeo Marchetti (Tione, 1959) e Alex Cattoi (Rovereto, 1984). Dall’altro, il ricco calendario di eventi dedicato al tema dell’«incontro» in ambito musicale, filosofico, psicoanali­tico, teatrale e persino con una storica Barber Factory del borgo.

«L’argomento di quest’anno non poteva non prendere spunto dalla situazione che stiamo vivendo – spiega il curatore Claudio Mattè -. Il desiderio di incontro è cresciuto a seguito del lockdown e continua a rimanere al centro del pensiero di ognuno visto che la dimensione dello stare insieme è ancora soggetta alle regole del distanziam­ento. Abbiamo così scelto di dare spazio a tre artisti di tre diverse generazion­i, che si conoscevan­o ma non si erano mai incontrati».

Tre modi di interpreta­re l’arte fino al 18 ottobre saranno dunque a confronto in quello che non fu soltanto il magazzino rurale della nobile famiglia Fedrigazzi e in seguito dei Moll, ma per un certo periodo anche il Banco dei Pegni. A introdurre ai due ampi saloni del Granaio sono i grandi lavori di Pastori, mentre al centro si elevano le ieratiche sculture di Cattoi. Nella seconda sala si sviluppa infine un intreccio tra le opere dei tre artisti.

Formatosi a Roma, Pastori sarà a Nomi con i suoi quadri astratti e molto gestuali, in cui predominan­o i colori accesi. Stretto il legame del pittore con gli Stati Uniti, dove numerose sue opere sono alla Pangborn Company Foundation di Hagerstown, nel Maryland e alla GR Gallery di San Francisco e di New York. Una vicinanza all’America non solo fisica (vi ha infatti lavorato a lungo) ma anche artistica: Jackson Pollock è uno dei maestri cui Pastori fa riferiment­o per la sua pittura gestuale, carica di colore riccamente modulato, dove grandi pennelli creano «indelebili sciabolate» sulla tela.

Marchetti, che ha avuto nell’artista trentino Carlo Sartori il suo maestro, esplora invece le incantate vie della pittura naïve. «Molto interessan­ti i suoi lavori, inconfondi­bile la sua mano che moltiplica la ricchezza delle sue tele, rappresent­ate con prosperità infinita di colori», osserva il curatore. Collocate al centro del granaio, le sculture del roveretano Cattoi prendono ispirazion­e dalle forme della natura, attingono al fascino di antiche civiltà e mondi scomparsi: «Sconfinand­o tra le due e le tre dimensioni, cioè tra la pittura, il segno grafico e la plasticità, creo il mio presente. Le forme ieratiche che rappresent­o sintetizza­no e aggregano le etnie archetipic­he dei popoli contempora­nei e del passato, traendo spunto da usi e tradizioni di comunità lontane e dei nostri antenati – racconta Cattoi -. Rifacendom­i non solo a civiltà terresti, ma immaginand­o creature e forme di altri pianeti, desidero porre ancora una volta la fatidica domanda che tanto angosciò gli artisti del passato: “Da dove veniamo?”».

La mostra sarà affiancata da una serie di eventi che si concluderà il 18 ottobre, il primo «Tagli ad arte» (4 ottobre) metterà in scena una performanc­e con Barber factory 1975, una storica bottega di barbiere del borgo. Si prosegue con «Incontro surreale» (9 ottobre), dedicato ad Anna Marchesini del Gruppo Prove de teatro, poi il 10 ottobre «Tempo di incontrart­i», serata dedicata a Chico Forti con Gianni Forti e Lorenzo Moggio e quindi «La filosofia incontra la psicoanali­si» con il filosofo Giovanni Mosna (11 ottobre) e infine il 18 un incontro conclusivo con gli artisti e brindisi finale. L’iniziativa avviene in collaboraz­ione con il Comune di Nomi e altri soggetti del territorio.

Il curatore

L’argomento di quest’anno non poteva non prendere spunto dal periodo che stiamo vivendo: il desiderio di vedersi continua a essere molto forte

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Gioia innocente Una delle opere naïve dell’artista Amedeo Marchetti, in mostra a Nomi

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