Hotel Cascade, il direttore accusa «Licenziato perché sono italiano»
Campo Tures, Di Stasio lascia l’incarico. Il sindaco: nulla contro chi viene dal sud
Il direttore dell’Hotel Cascade Antonio Di Stasio lascia l’incarico e denuncia il sindaco di Campo Tures: «Mi hanno licenziato perchè sono italiano».
BOLZANO Sindaco di Campo Tures da poco più di una settimana, Josef Nöckler è già oggetto di una pesante denuncia querela che ipotizza la discriminazione linguistica e territoriale in campo lavorativo. A presentarla Antonio Di Stasio, ormai ex direttore del Cascade di Campo Tures, la grande piscina con ristorante, saune e wellness di proprietà del comune di Campo Tures ed amministrata dalla sua controllata Sport Center Srl.
Giovedì mattina il presidente del cda Walter Huber avrebbe comunicato, dopo le parole di stima di rito, la decisione di non rinnovargli il contratto (in scadenza alla fine dell’anno) con «l’invito» a liberare al più presto —o meglio immediatamente — il suo ufficio a fronte della garanzia che la società avrebbe corrisposto la retribuzione prevista fino alla sua scadenza del contratto.
Come si legge nella denuncia querela, e come conferma Di Stasio: «il presidente del Cda della Sport Center Srl mi ha informato che il neo eletto sindaco di Campo Tures, sentendosi un patriota, non gradisce la presenza di un direttore italiano e di madrelingua italiana nelle strutture comunali. Di fronte ad una tale, offensiva spiegaperanti, zione — prosegue ancora Di Stasio — non mi sono addentrato in ulteriori discussioni, riservandomi di tutelare il mio onore ed i miei diritti di cittadino italiano di madrelingua italiana nelle sedi più opportune. Quindi ho salutato ed ho liberato il mio ex ufficio».
Assunto a fine estate dello scorso anno per risollevare le perennemente vacillanti sorti dell’impianto Cascade, nato poco più di una quindicina d’anni fa e mai realmente decollato, Antonio Di Stasio, che in provincia di Caserta è titolare con la famiglia di altri due simili centri benessere, sembrava a tutti, clienti ed amministratori, sulla strada giusta per riuscirci.
«Nero su bianco, i numeri sono dalla mia parte! In meno di un anno — racconta egli stesso — razionalizzando i consumi e con una gestione accorta ma attenta al cliente, ho riportato la struttura in linea di galleggiamento ed ho ripianato oltre un milione di euro di debiti accumulati dalla precedenti gestioni. Mi sono anche iscritto ad un corso di tedesco, ma evidentemente, di fronte ai problemi etnici imsulla tutto ciò non è bastato».
Di certo, anche secondo le testimonianze di solidarietà al direttore che affollano in queste ore i profili social del Cascade (per inciso la piscina è chiusa da ieri per 4 giorni per problemi tecnici), ed alle recensioni del pubblico, l’albergo sta vivendo un momento di rilancio. Non ne è evidentemente convinto il sindaco di Campo Tures ai suoi compaesani ha assicurato di «non avere nulla contro gli italiani». E non lo sono neppure per i vertici del Cascade che hanno spiegato a loro volta di non aver potuto prolungare il contratto in quando, essendo una società partecipata, esso andrebbe messo a concorso.
Fonti meglio informate in valle, parlano invece di una interessante offerta d’acquisto di un operatore turistico locale che, se sarà autorizzato a costruire un campeggio, acquisirebbe l’intero centro benessere per inglobarlo in una nuova attività, liberando il tal modo l’amministrazione comunale e le sue casse dalla palla al piede di una pesante proprietà. «A me i soldi non interessano, interessano solamente le scuse» conclude Di Stasio.