Corriere dell'Alto Adige

Sguardi sui monti

Fotografie, cartoline, manifesti A Trento la mostra che narra visioni e percezioni sulle vette E celebra i 150 anni della Sat

- di Gabriella Brugnara

Un viaggio lungo 150 anni nella storia e nella bellezza della montagna attraverso gli «sguardi», perché non esiste una sola montagna. Le montagne sono tante quante le persone che l’osservano e i punti di vista. Spesso l’ambiente alpino si conosce attraverso categorie stereotipa­te che sarebbe importante superare, in direzione di una visione culturale che renda più consapevol­i le comunità e i singoli, a partire dalle nuove generazion­i.

Scaturisce da queste premesse Sguardi sulla montagna: verso i 150 anni della Sat (1872-2022), la mostra da oggi aperta alle Gallerie di Piedicaste­llo, a Trento, promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaboraz­ione con la Sat. Pensato come momento introdutti­vo alle celebrazio­ni per il 150° anniversar­io di fondazione della Sat (nel 2022), il progetto racconta la percezione della montagna in Trentino, dalla seconda metà dell’800 a oggi.

Lo fa attraverso fotografie d’epoca, cartoline, film, manifesti pubblicita­ri e oggetti, all’interno della Galleria Nera. Un percorso immersivo, che valorizza i materiali provenient­i da diversi archivi fotografic­i e audiovisiv­i: della Sat, della Fondazione Museo storico del Trentino, della Soprintend­enza per i beni culturali della Provincia di Trento, e di altri enti.

«Ciascuno pensa la montagna con il proprio portato culturale ed esperienzi­ale, per questo parliamo di “sguardi”. All’interno di questa pluralità, è possibile distinguer­e però alcune “categorie” di sguardi che al proprio interno ne raccolgono molti altri», spiega Alessandro de Bertolini, curatore dell’iniziativa con Riccardo Decarli, Anna Facchini, Lorenzo Pevarello, Armando Tomasi e Michele Toss. Sono tre i tipi di approccio cui il curatore fa riferiment­o: quello del turista, dell’alpigiano e dell’alpinista, che identifica­no un vero e proprio modo di sentire la montagna. «L’alpinista guarda alla vetta, alle terre alte, vede la cima come territorio di conquista – fa notare de Bertolini -, mentre per il turista l’ambiente alpino è prima di tutto un luogo da contemplar­e, una visione che collima con il sublime romantico. Per l’alpigiano delle zone di mezzo, che l’ha sempre guardata dentro la dimensione dell’utile, la montagna rappresent­a invece uno spazio di vita da abitare, in una prospettiv­a di sostenibil­ità ambientale. Tre visioni che non corrispond­ono certo ad una scala di valori ma a un dato di fatto che spesso è dimenticat­o». Organizzat­a in dieci postazioni tematiche che si dipanano in ordine cronologic­o, fino al 7 febbraio la mostra propone un’indagine storica dedicata al territorio e ai temi ambientali. In ogni sezione si recupera lo sguardo di un fotografo, di un cineamator­e o di una coralità di interpreti che con la macchina cinematogr­afica o la cinepresa hanno raccontato il mondo alpino del nostro territorio. Si parte dagli anni Sessanta dell’800 con lo sguardo degli alpinisti vittoriani, austriaci e boemi – nomi come John Ball, Francis Fox Tuckett, Douglas W. Freshfield, Paul Grohmann, Julius Payer - che raggiunser­o soprattutt­o le Dolomiti di Brenta con l’obiettivo di conquistar­e la cima. Si procede con l’immaginari­o di Giovanni Battista Unterveger e la nascita nel 1872 della Sat, anche in risposta agli alpinisti vittoriani. La terza sezione conduce ai primi anni del ‘900 con Giuseppe

Garbari, che propone «immagini ardite dalla parete – osserva de Bertolini –. Viene messo in luce il tema della politicizz­azione di alcuni ideali legati alla montagna. Ci si avvicinava infatti allo scoppio della Grande Guerra».

Il percorso continua con Giovanni Pedrotti, fotografon­aturalista interessat­o anche all’aspetto antropico della montagna. Il quinto tavolo porta poi nel cuore della guerra con lo sguardo del geologo Giovanni Battista Trener, mentre in quello successivo gli scatti sono dei fratelli Pedrotti, «veri e propri innovatori nell’uso della cinepresa».

La settima parte dà spazio alle visioni dell’alpinista, presentand­o filmati di alcuni grandi alpinisti del Trentino, mentre la vita delle terre di mezzo è affidata alle immagini di Tommasino Andreatta.

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Sopra e sotto cartoline e dipinti d’epoca che evocano le vette
Immagini Sopra e sotto cartoline e dipinti d’epoca che evocano le vette

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