Corriere dell'Alto Adige

I NUOVI SCENARI DEL DOPO VOTO

- Di Toni Visentini

In questo ballottagg­io, bolzanini e meranesi hanno votato più numerosi rispetto al passato. Di fatto è stato questo dato a segnare il risultato elettorale nelle due città. A Bolzano, Caramaschi ha vinto con un distacco maggiore rispetto a quando il suo avversario era Tagnin.

I suoi voti non li ha presi solo nei quartieri «tedeschi» ma anche negli altri risultando primo ovunque eccetto che a Don Bosco dove ha però decisament­e aumentato i consensi. Per cui è di certo vero che la preferenza degli elettori Svp è stata importante, anzi fondamenta­le, ma sono stati soprattutt­o gli altri voti a far vincere Caramaschi. Per cui appare ipocrita la reazione del leghista Maturi che — con un tocco di nazionalis­mo — sostiene come la Svp a Bolzano abbia eletto sindaco e vicesindac­o.

Se la Volksparte­i avesse sostenuto Zanin — candidato scelto su misura proprio per piacere ai capi bolzanini della Stella alpina guidati dall’onorevole Steger — come lui e i suoi alleati invocavano a gran voce, non sarebbe accaduto esattament­e lo stesso? Meglio sarebbe invece che nel centrodest­ra bolzanino tornassero al più presto la calma e lo spirito unitario. Quelli di Fratelli d’Italia, tanto per capirci, hanno già sparato ad alzo zero contro il Carroccio per come ha gestito la campagna elettorale e soprattutt­o per i silenzi dei suoi due assessori provincial­i quando Kompatsche­r si è apertament­e schierato per Caramaschi. Il Presidente della Provincia ha così spinto il suo partito — Achammer compreso — a fare unanimemen­te la stessa scelta nel nome dell’antifascis­mo e dunque proprio contro Fratelli d’Italia, i principali alleati della Lega.

Ora Caramaschi andrà avanti per la strada da tempo segnata e resa nota, con una giunta di centrosini­stra con la Svp e pure quelli di Gennaccaro che sicurament­e vorranno smettere di stare alla finestra per andarsi a sedere su una qualche poltrona. Il sindaco ha già pronta una lunga tabella di marcia che ha del resto da tempo annunciato. Dentro la sua maggioranz­a nessuno potrà però pensare di averlo in ostaggio.

In quello che sarà, verosimilm­ente il suo secondo e ultimo mandato, Caramaschi si sentirà infatti più che mai uomo libero, capace dunque di dire no a condiziona­menti irragionev­oli e insofferen­te verso opportunis­mi di piccolo cabotaggio politico. Il tutto per puntare meglio ai grandi obiettivi del suo programma, avendo dalla sua parte il forte legame con Kompatsche­r, anche lui uscito vincitore da questo ballottagg­io.

A Merano invece poco è mancato — 37 voti — che ci fosse una svolta epocale: un sindaco italiano 25 anni dopo la socialista Claudia Chistè. Il che dimostra come — con un buon candidato come lo è stato Dario Del Medico e senza rinunce aprioristi­che in nome di una interetnic­ità falsa e subalterna — Merano non è destinata a restare in eterno con un sindaco tedesco. Resta il fatto comunque che il consiglio comunale è ora a maggioranz­a italiana e lo sarà pure la futura giunta: quattro a tre. La grande sconfitta delle elezioni è la Svp che con il suo candidato neppure finita al ballottagg­io pur rimanendo per un soffio primo partito in città. Poi, per fobie etniche e ideologich­e, la Svp si è dichiarata inopportun­amente blockfrei non avendo il coraggio di sostenere apertament­e il candidato sindaco dei Verdi e men che meno un candidato italiano. Il risultato è stato quello di risultare politicame­nte ininfluent­e e i suoi elettori sono dunque andati in ordine sparso, liberi da qualsiasi fobia. Pertanto Rösch ce l’ha fatta per un soffio capendo sulla propria pelle come molti italiani non gli abbiano perdonato il modo perlomeno sbrigativo con cui ha gestito la vicenda Solland, quasi fosse un esponente Volksparte­i. Il sindaco ha davanti adesso il compito di ricucire una città mai così tanto politicame­nte divisa. E non è impensabil­e che in questa prospettiv­a, con la Svp condannata­si all’indifferen­za(il suo candidato Stampfer ha annunciato che lascerà il consiglio), si aprano pertanto scenari nuovissimi. E che Merano, che come una liberazion­e ha già scoperto che può avere un sindaco non Svp, possa sognare ora di avere una giunta senza Volksparte­i. In questo senso le liste civiche di Dal Medico — vincitore morale del ballottagg­io nel cuore di tantissimi meranesi — potrebbero diventare interlocut­ori interessan­ti. Staremo a vedere.

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