Zanin: sono qui per rimanere È solo l’inizio
Mano tesa a chi condividerà il programma. «Pronte 172 mozioni. Focus su disabili, sicurezza e cantieri»
BOLZANO «Domani (oggi per chi legge, ndr) torno in ufficio e a guardare le partite di calcio. Torno nella mia “comfort zone”. Ma questo non significa che il progetto di Oltre finisce qui, anzi. Abbiamo un programma da 172 punti da trasformare in altrettante mozioni. Il sindaco Renzo Caramaschi ha già il nostro voto a favore su 172 punti». All’indomani dello spoglio, Roberto Zanin non ha perso il sorriso, e si rimbocca le maniche per un impegno su più fronti: lavoro (è dirigente della Consultinvest e amministratore delegato della Multilife), sport (due mesi fa si è dimesso dalla vicepresidenza all’Fc Südtirol) e politica.
Zanin, brucia la sconfitta?
«Qualcuno ritiene non sia stata una bella esperienza. Sbaglia. A due mesi e mezzo dalla presentazione della mia lista civica Oltre, ho preso 16 mila croci sul mio nome e portato a casa 5 consiglieri. Io, un perfetto sconosciuto che per 300 voti non ha avuto lo stesso numero di consiglieri dell’Svp. Un risultato che dovrebbe far ripensare alla politica di Bolzano».
In che senso?
«Tre liste civiche (Oltre, Lista civica con Caramaschi, Io sto con Bolzano, ndr) slegate dai grandi partiti hanno 13 consiglieri su 45. Bisogna cominciare a pensare in modo diverso, e spero che il sindaco prenda a cuore i temi emersi dal confronto coi cittadini, che non sia stata solo campagna elettorale. Se servirà, glielo ricorderò io ad ogni seduta del consiglio».
Ora, quindi, guiderà l’opposizione in consiglio?
«Guiderò la mia lista. Siamo un cinque. Gente preparata che ha voglia di fare. Non una pattuglia di carneadi».
Quindi avanti da soli.
«Quindi avanti con tutti quelli che vorranno parlare con noi per raggiungere gli obiettivi del nostro programma. Mi dispiace solo che, in consiglio, non ci siano rappresentanti di altre forme di minoranza. Sarebbe stato bello avere più voci».
Anche perché Fratelli d’Italia e Lega litigano in casa...
«Credo ci sia margine per recuperare. Io ho fatto il mio lavoro, tenendo unita la compagine del centrodestra fino al voto. La loro unità era una delle condizioni che avevo posto per la mia candidatura. Ora, tecnicamente, la coalizione non c’è più, perché non c’è più necessità di avere una “pattuglia” di opposizione. L’opposizione si fa con accenni e accenti che ciascuno riterrà il caso di fare. Consultivi e analisi le lascio ai politici, io sono un civico».
Un civico e un moderato, come si è sempre definito. Quanto hanno influito, nel risultato, i loro temi e toni?
«Sapevo, fin dall’inizio, che sarebbe stato un gioco rischioso. Ma il perimetro è e resta il programma. I toni, là dentro, sono i miei».
I punti ai quali tiene di più?
«Quelli sui disabili, per avere, banalmente, una persona di riferimento in municipio che non sia disponibile solo un’ora a settimana, sulla sicurezza e sui grandi progetti, per assicurarci che, oltre agli annunci sui milioni investiti, i cantieri partano davvero».