Nel centrodestra volano gli stracci FdI: «Leghisti subalterni alla Svp» Urzì: assessori muti dopo lo sgarbo di Arno. Vettorato e Bessone: non ribalti le responsabilità
Lega e Fratelli d’Italia (Fdi) si rimpallano la responsabilità della sconfitta di Roberto Zanin, battuto da Renzo Carmaschi con un distacco superiore alle attese degli osservatori più pessimisti. Nel mirino di Fdi finiscono le figure apicali del Carroccio, dal referente cittadino, il deputato Filippo Maturi, agli assessori provinciali, Massimo Bessone e Giuliano Vettorato. E proprio contro questi ultimi due, accusati di essere proni e passivi verso la Svp, Alessandro Urzì spara i primi colpi della faida. «Essere rimasti in silenzio mentre l’alleato Svp si sfilava e appoggiava il Pd — sostiene il presidente regionale di Fdi — rende Bessone e Vettorato corresponsabili della sconfitta di Zanin, che essi stessi avevano proposto. Perché non c’è stato alcuno scatto d’orgoglio alla decisione di Arno Kompatscher di salire sul palco di Caramaschi da parte degli assessori leghisti? Solo paura di mettere in discussione i propri incarichi?». Accuse rincarate da Marco Galateo che, in più, imputa a Maturi errori madornali nella gestione della campagna elettorale. «La sinistra con lo spauracchio dei fascisti e la Svp con la chiamata etnica hanno portato più gente a votare» osserva il capolista di Fdi che, rieletto in consiglio comunale con 441 preferenze, contesta a Maturi di aver strappato sia rispetto al profilo moderato di Zanin (in primis sul controverso manifesto contro le moschee), sia di aver annacquato il richiamo al voto italiano.
«Io ho seguito la campagna elettorale di Lega e Oltre — ribatte Maturi —. La civica del sindaco ha avuto un risultato straordinario alla prima esperienza, noi siamo passati da 5 a 7 seggi. Chi, come Fdi, è rimasto sotto le attese faccia autocritica».
Un invito che viene ribadito anche da Vettorato secondo cuio «è tipico non affrontare i problemi e spostare le responsabilità sugli altri». Bessone rincara ulteriormente la dose contro gli (ex?) alleati in Comune, ma avversari in Provincia. «Si interroghino — esorta l’assessore provinciale — sul perché nessuno desideri far parte di una coalizione governativa insieme a loro». Una frase che tradirebbe un’irritazione diffusa nel Carroccio, complementare alla delusione per il “tradimento” della Svp.
La retromarcia sul candidato originario, l’avvocato Igor Janes, era stata decisa proprio per assecondare l’ala economica della Volkspartei, che aveva espresso apprezzamento per Zanin. «Non ci hanno però detto che sarebbe rimasto il veto verso Fdi» commenta stizzito qualcuno nei corridoi.
Intanto entro Natale la Lega convocherà i congressi di sezione. Un appuntamento già previsto a prescindere dall’esito elettorale, ma per qualcuno un’occasione forse per regolare i conti interni. Intanto c’è chi come Luca Dalpiaz, abbandona gli incarichi nel partito per protesta. «Mi sono dimesso da responsabile organizzativo — spiega —. Non mi aspettavo un distacco così ampio per Zanin, persona seria e preparata. Non sono un analista politico ma, nel bene o nel male, tutto è stato in mano a Maturi». Quest’ultimo pare tirato indirettamente in ballo da Renato Dian in un post su Facebook (“Speriamo che adesso il Boschi due torni all’orticello dove è stato nominato, non eletto”). Poi il candidato frena: «Sa quanti Boschi ci sono in Italia? Ho anche due amici qui a Bolzano...» dice Dian, antico sostenitore della Lega, ribadendo lealtà.
Dalpiaz «Lascio perché non mi aspettavo un distacco così: Maturi ha gestito tutto, nel bene o nel male» Dian «Il “Boschi due” torni dove è stato nominato»