Corriere dell'Alto Adige

Nel centrodest­ra volano gli stracci FdI: «Leghisti subalterni alla Svp» Urzì: assessori muti dopo lo sgarbo di Arno. Vettorato e Bessone: non ribalti le responsabi­lità

- di Nicola Chiarini

Lega e Fratelli d’Italia (Fdi) si rimpallano la responsabi­lità della sconfitta di Roberto Zanin, battuto da Renzo Carmaschi con un distacco superiore alle attese degli osservator­i più pessimisti. Nel mirino di Fdi finiscono le figure apicali del Carroccio, dal referente cittadino, il deputato Filippo Maturi, agli assessori provincial­i, Massimo Bessone e Giuliano Vettorato. E proprio contro questi ultimi due, accusati di essere proni e passivi verso la Svp, Alessandro Urzì spara i primi colpi della faida. «Essere rimasti in silenzio mentre l’alleato Svp si sfilava e appoggiava il Pd — sostiene il presidente regionale di Fdi — rende Bessone e Vettorato correspons­abili della sconfitta di Zanin, che essi stessi avevano proposto. Perché non c’è stato alcuno scatto d’orgoglio alla decisione di Arno Kompatsche­r di salire sul palco di Caramaschi da parte degli assessori leghisti? Solo paura di mettere in discussion­e i propri incarichi?». Accuse rincarate da Marco Galateo che, in più, imputa a Maturi errori madornali nella gestione della campagna elettorale. «La sinistra con lo spauracchi­o dei fascisti e la Svp con la chiamata etnica hanno portato più gente a votare» osserva il capolista di Fdi che, rieletto in consiglio comunale con 441 preferenze, contesta a Maturi di aver strappato sia rispetto al profilo moderato di Zanin (in primis sul controvers­o manifesto contro le moschee), sia di aver annacquato il richiamo al voto italiano.

«Io ho seguito la campagna elettorale di Lega e Oltre — ribatte Maturi —. La civica del sindaco ha avuto un risultato straordina­rio alla prima esperienza, noi siamo passati da 5 a 7 seggi. Chi, come Fdi, è rimasto sotto le attese faccia autocritic­a».

Un invito che viene ribadito anche da Vettorato secondo cuio «è tipico non affrontare i problemi e spostare le responsabi­lità sugli altri». Bessone rincara ulteriorme­nte la dose contro gli (ex?) alleati in Comune, ma avversari in Provincia. «Si interroghi­no — esorta l’assessore provincial­e — sul perché nessuno desideri far parte di una coalizione governativ­a insieme a loro». Una frase che tradirebbe un’irritazion­e diffusa nel Carroccio, complement­are alla delusione per il “tradimento” della Svp.

La retromarci­a sul candidato originario, l’avvocato Igor Janes, era stata decisa proprio per assecondar­e l’ala economica della Volksparte­i, che aveva espresso apprezzame­nto per Zanin. «Non ci hanno però detto che sarebbe rimasto il veto verso Fdi» commenta stizzito qualcuno nei corridoi.

Intanto entro Natale la Lega convocherà i congressi di sezione. Un appuntamen­to già previsto a prescinder­e dall’esito elettorale, ma per qualcuno un’occasione forse per regolare i conti interni. Intanto c’è chi come Luca Dalpiaz, abbandona gli incarichi nel partito per protesta. «Mi sono dimesso da responsabi­le organizzat­ivo — spiega —. Non mi aspettavo un distacco così ampio per Zanin, persona seria e preparata. Non sono un analista politico ma, nel bene o nel male, tutto è stato in mano a Maturi». Quest’ultimo pare tirato indirettam­ente in ballo da Renato Dian in un post su Facebook (“Speriamo che adesso il Boschi due torni all’orticello dove è stato nominato, non eletto”). Poi il candidato frena: «Sa quanti Boschi ci sono in Italia? Ho anche due amici qui a Bolzano...» dice Dian, antico sostenitor­e della Lega, ribadendo lealtà.

Dalpiaz «Lascio perché non mi aspettavo un distacco così: Maturi ha gestito tutto, nel bene o nel male» Dian «Il “Boschi due” torni dove è stato nominato»

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Delusione Il sindaco di Laives Christian Bianchi, Roberto Zanin el’assessore Massimo Bessone alla chiusura della campagna elettorale

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