Pregliasco avverte: «Seconda ondata, il rischio è concreto»
BOLZANO «Quella di una seconda ondata è un’ipotesi concreta sulla quale lavorare, come caso limite, e prepararci. Avanti con l’individuazione precoce dei nuovi casi, da coniugare con l’adozione, da parte di tutti noi, di un nuovo “galateo sistematico” fatto di regole anti-contagio». La ricetta è quella di Fabrizio Pregliasco, ricercatore all’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano.
Professore, i contagi aumentano. Anche a Bolzano, viaggiamo ormai sulla ventina di nuovi casi al giorno.
«Era previsto, allontanandoci dal lockdown e con le aperture che si sono susseguite. L’ultima, e più impegnativa, quella delle scuole. Il vero “stress test” che nei prossimi 15 giorni ci farà vedere un ulteriore incremento, unito agli sbalzi termici che creeranno anche un problema di diagnosi differenziale».
La crescita della curva è dovuta solo alla riapertura delle scuole?
«Siamo in una fase intermedia: vediamo la coda dell’effetto del “rilassamento” dei comportamenti al quale abbiamo assistito in estate, in particolare dai più giovani, e l’inizio dello stress test della scuola».
Per questo si è abbassata l’età media dei contagiati?
«Per questo si è abbassata prima. Ora però, oltre all’incremento nel numero dei nuovi
casi, assistiamo anche a un innalzamento dell’età. Segno che i giovani infettati, infettano i rispettivi familiari. La gran parte dei casi è legata a trasmissioni di questo tipo. C’è però un aspetto positivo».
Cioè?
«Oggi conosciamo meglio questa malattia. I nuovi casi quotidiani di oggi non sono quelli dell’inizio della storia. Oggi siamo proattivi, riusciamo individuare la quota soggetti asintomatici per i quali l’infezione non è nulla ma che rappresentano un problema in termini di catena di contagio, che è la peculiarità di questa malattia».
Bene, quindi, la stretta?
«Bene le riaperture progressive, come abbiamo fatto nelle precedenti situazioni. Passo dopo passo, in modo da non doverci pentire di scelte che allargano la possibilità di contagio. Un po’ come è successo con le discoteche. Basterebbe un po’ più di responsabilità: mascherina e uso della app Immuni sono aspetti di responsabilità verso gli altri. Se non lo si capisce con le buone, purtroppo, serve un inasprimento, anche se, come tutte le costrizioni, porta con sé una quota di repulsione. Penso, per esempio, a quanto accade coi vaccini. Si tratta comunque di un modo per rimarcare che la seconda ondata è un’ipotesi su cui lavorare, come caso estremo al quale prepararci dal punto di vista strutturale, organizzativo e sanitario. La scommessa da condividere è sulla capacità di individuare in fretta i nuovi casi».
Il virologo
«I nuovi contagi? Sono gli ultimi dei vacanzieri e i primi dello “stress test” delle scuole»