Corriere dell'Alto Adige

La notte di Sinner al Roland Garros tra sogno e realtà

Roland Garros, il pusterese macina record: nella notte il quarto di finale contro il numero 2 del mondo Lo scopritore Sartori: «Nei match coi Top 10 capisci dove migliorare, presto un altro salto di qualità»

- Francesco Barana

Un po’ se lo coccola anche lui, Jannik Sinner, ieri sera impegnato nel quarto di finale al Roland Garros contro il numero due del mondo Rafael Nadal (partita che al momento di andare in stampa era appena iniziata con i primi potenti botta e risposta).

Massimo Sartori, maestro di Caldaro, coach di Andreas Seppi e Marco Cecchinato, è l’uomo che nel 2013 scoprì il baby fenomeno pusterese guardandol­o giocare in un torneo a Brunico. Fu in quel momento che lo segnalò a Riccardo Piatti, con cui ha collaborat­o fino all’anno scorso seguendo da vicino, passo a passo nella crescita, anche l’enfant prodige di Sesto Pusteria.

«Jannik non mi sorprende – dice Sartori – ci si aspettava un suo nuovo salto di qualità e i segnali c’erano già prima di questo Roland Garros, penso agli ottavi raggiunti agli Internazio­nali di Roma ma anche alla sconfitta con Khachanov agli Us Open. A Parigi fino agli ottavi con Zverev, è stato anche un po’ fortunato nel sorteggio, tuttavia ha confermato la grande crescita degli ultimi mesi e con il tedesco ha fatto davvero bene».

Sartori si dice convinto che, indipenden­temente dal risultato, match come quello di ieri sera contro Nadal daranno nuova linfa al pusterese: «In partite come queste e con fuoriclass­e di questo calibro misuri il tuo livello, capisci cosa hai già acquisito e cosa ancora ti manca. Ti completi».

Sinner, insomma, è a «un passo dal cielo» - per citare la serie tv che, come lui, sta facendo conoscere lo spirito altoatesin­o nel mondo - inteso l’Olimpo degli Dei del tennis.

Manca ancora uno scatto per arrivare «lassù», ma secondo Sartori è questione di poco tempo: «Lui ha già un livello di gioco da 20-40 del mondo, questo nei prossimi mesi gli permetterà di trovare regolarità e fare bene in tutti i tornei Atp. Può andare avanti sempre nei 250 o 500, ma anAnche che assestare colpi importanti contro i top 10 anche nei 1000 o negli Slam. Oggi Jannik ha già tutti gli strumenti e lo ha dimostrato non solo nelle vittorie, ma anche nelle sconfitte». Il riferiment­o torna a New York: «Pochi giocatori, a 19 anni, in uno Slam, mettono sotto di due set uno forte sul cemento come Khachanov. Poi sono subentrati problemi fisici, ma a quell’età, con pochissima abitudine a giocare e a gestirsi sui cinque set, ci stanno».

Anche perché - ricorda sempre Sartori - «Sinner è giocatore che gioca “da giovane”, cioè sempre a mille, spinge costanteme­nte, attacca, non frena mai, anticipa il colpo, entra con i piedi in campo e tira forte. Con il tempo e l’esperienza imparerà anche a giocare diversamen­te, con maggiori variazioni. Accrescerà il livello anche a rete, dove però rispetto all’anno scorso sta mostrando già notevoli progressi, del resto è il suo stesso gioco aggressivo e dalla palla pesante e profonda a portarlo a rete e lui se notate ci va sempre più spesso».

E l’ottimo rendimento sulla terra battuta, superficie lenta che sembrava la meno congeniale al Baronetto Rosso, dimostra «che Jannik sa giocare bene su tutti i terreni. Oggi grazie al suo tennis aggressivo a cui accennavo, è già molto competitiv­o sul cemento e pronto anche sull’erba. Sulla terra devi essere completo, saper cambiare soluzioni, e fare bene anche lì permetterà a Sinner di diventare ancora più forte anche sulle altre superfici», conclude Sartori.

Margini enormi «Oggi anticipa il colpo e non frena mai, ma imparerà anche a fare diversamen­te»

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Sulla terra rossa Jannik Sinner impegnato al Roland Garros: un’altra vetrina mondiale

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