Corriere dell'Alto Adige

Mascherine, Kompatsche­r frena

Obbligo all’aperto, il governator­e critica il governo: «Norme attuali sufficient­i, vedremo se e cosa recepire del Dpcm»

- Chiara Currò Dossi

In attesa della discussion­e alla Conferenza delle Regioni, il governator­e Kompatsche­r annuncia ti voler tirare dritto sull’obbligo delle mascherine all’aperto. «La legge provincial­e ci consente di decidere se recepire il dpcm o no».

BOLZANO «Nella nostra situazione, crediamo che un obbligo generale di indossare la mascherina all’esterno non porti alcun vantaggio. Meglio avere regole di buon senso e farle applicare». Sulle novità annunciate e che dovrebbero essere introdotte dal nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri (dpcm) Giuseppe Conte, il governator­e altoatesin­o Arno Kompatsche­r tira dritto. «Aspettiamo di leggere la bozza e di discuterne alla Conferenza delle Regioni — premette —. Poi decideremo se recepire le novità parzialmen­te, in toto o per niente. Abbiamo una legge provincial­e che ci consente di farlo».

Il tema è stato al centro della seduta di giunta di ieri, dopo la discussion­e nella videoconfe­renza di lunedì tra i presidenti di regioni e province autonome insieme ai ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali), e in attesa di quella della bozza del dpcm nella Conferenza delle regioni. «I governator­i — riferisce Kompatsche­r — sono unanimi nel preferire il rispetto delle regole attualment­e in vigore, a partire dall’obbligo di indossare la mascherina quando non si riesce a garantire il rispetto delle distanze di sicurezza o quando c’è il rischio di assembrame­nti, rispetto a un inasprimen­to. Attenendos­i scrupolosa­mente alle norme, possiamo tenere la situazione sotto controllo dal punto di vista sanitario e garantire che tutte le attività economiche rimangano aperte».

Una scrupolosi­tà che, evidenteme­nte, in certe occasioni non c’è. «Per questo — annuncia il governator­e altoatesin­i — per oggi è convocata una riunione del Comitato ordine e sicurezza in Prefettura, per concordare un inasprimen­to dei controlli». Sotto la lente soprattutt­o feste private e trasporti pubblici. «Ci appelliamo al buon senso dei cittadini», ribadisce il Landeshaup­tmann.

Che sull’introduzio­ne (annunciata) dell’obbligo di mascherina anche all’esterno, tira dritto. «Non avrebbe senso importo a un contadino che lavora da solo in un campo di patate — osserva —. Il risultato di un obbligo generalizz­ato, anche in circostanz­e in cui non ha senso, sarebbe quello di incontrare un rifiuto». Certo, difficile fare dei distinguo. «Il governator­e ligure Giovanni Toti — riferisce Kompatsche­r — ha proposto di introdurre l’obbligo, per esempio, per le città con oltre 5 mila abitanti. Potrebbe essere un’idea. Intanto, aspettiamo di leggere il testo della bozza».

Durante la videoconfe­renza, Kompatsche­r ha sollevato perplessit­à su altri due argomenti: durata della quarantena (ad oggi, in Italia, di 14 giorni) e numero di tamponi negativi necessari per essere considerat­i guariti (due consecutiv­i, nell’arco di 24 ore). «Troppo lunga» la prima e «troppi» i secondi: «Questione di risorse — precisa — che forse sarebbe meglio usare per individuar­e i nuovi focolai».

Sulla stessa linea del governator­e, il Team K. « Le misure dovrebbero essere proporzion­ate — sostengono Paul Köllensper­ger e Franz Ploner — e l’obbligo della mascherina all’aperto non va in questa direzione. Perché indossarla quando si è soli o quando si mantengo le distanze di sicurezza?». Il tema che si pone è anche quello dell’eventuale stretta sugli accessi degli spettatori negli impianti sportivi. «Potrebbe significar­e la fine della stagione per molte società sportive come l’Hockey club Bolzano», sostengono i due esponenti del Team K.

Intanto, il bollettino di ieri dell’Azienda sanitaria riporta di 17 nuovi contagi accertati su 1.002 tamponi analizzati. Sono 1.808 le persone in quarantena (+9), 2.757 quelle guarite (+14) e 630 (+3) quelle attualment­e positive. Tre i nuovi casi nelle scuole: alle elementari San Filippo Neri di Bolzano (senza obbligo di quarantena ma con tamponi per studenti e docenti delle due classi coinvolte), al liceo linguistic­o Cusanus di Brunico all’istituto economico di San Candido (qui, invece, quarantena preventiva per entrambe le classi e i rispettivi docenti).

E da oggi partono anche i test a tappeto sugli abitanti di Sesto: «Nei giorni scorsi — ricorda il direttore sanitario dell’Asl, Pierpaolo Bertoli — erano stati rilevati una trentina di casi, non riconducib­ili a un’unica catena di trasmissio­ne. Motivo per cui abbiamo deciso di adottare la strategia di test a tappeto, ai quali ci si può sottoporre su base volontaria». Si parte con i test antigenici, ossia test rapidi per l’individuaz­ione del virus. In caso di risultato positivo, viene eseguito il tampone nasofaring­eo.

Il Team K Le misure siani proporzion ate: se si rispettano le distanze, l’obbligo non serve

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Istituzion­ale L’incontro, a maggio, tra il governator­e Kompatsche­r e il ministro Boccia

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