Corriere dell'Alto Adige

Vaccinazio­ne anti-influenzal­e: richieste a raffica e lista d’attesa

I medici di base: prima chi è a rischio. Bertoli: presto linee guida

- Di Chiara Currò Dossi

Èpartita lunedì la campagna di vaccinazio­ne antinfluen­zale negli ambulatori dei medici di base, ed è già boom di richieste. Tanto che gli stessi medici sono costretti a mettere in «lista d’attesa» chi non rientra tra la popolazion­e target (over 60 e pazienti con patologie pregresse). Bertoli conferma che un problema c’è: «Presto definiremo la linea per gestire le richieste».

BOLZANO I medici di base di Bolzano registrano un boom di richieste per il vaccino antinfluen­zale. Inaspettat­o, tanto da essere costretti a mettere in «lista d’attesa» chi non rientra tra le categorie considerat­e a rischio (a partire dagli over 60).

Un cane che si morde la coda: le dosi di vaccino vengono ordinate sulla base delle richieste dell’anno precedente. E in una realtà come quella altoatesin­a storicamen­te «allergica» ai vaccini (tanto da detenere la maglia nera per quel che riguarda la copertura per patologie come poliomelit­e, morbillo e meningococ­co C). Era stata la fondazione Gimbe a lanciare l’allarme, stimando, per Bolzano, di riuscire a raggiunger­e appena il 38,3% della popolazion­e target. Per quanto la Provincia abbia ordinato il 50% di dosi in più. E ora, nell’anno dell’emergenza sanitaria, quando si spinge per raggiunger­e più persone possibili, in modo da evitare il più possibile di «confondere» i sintomi del Covid-19 con quelli dell’influenza, i medici di base si trovano a fare i conti con una crescita esponenzia­le di richieste.

«È la prima volta che mi trovo costretto a mettere in “lista d’attesa” i pazienti che non rientrano nella fascia di popolazion­e target — riferisce Orazio Bucci —. Fino all’anno scorso dovevo addirittur­a insistere, con gli over 65, perché si sottopones­sero al vaccino. E noi, chiarament­e, dobbiamo dare la precedenza alle categorie definite a rischio dalle linee guida ministeria­li. Il grosso problema è che le farmacie non hanno ancora ricevuto i vaccini». Un punto sottolinea­to anche dal collega Massimilia­no Rando. «Abbiamo ricevuto il primo lotto di dosi di vaccino — spiega — esaurito il quale, l’Asl ci rifornirà di nuovo. Il problema non sono le scorte limitate ma l’affluenza maggiore. Una variabile non era prevedibil­e. Come ogni anno, la precedenza va data ai pazienti più anziani».

Pierpaolo Bertoli, direttore sanitario dell’Asl, riconosce che il problema c’è. «C’è una risposta importante da parte della popolazion­e — osserva —. Dobbiamo decidere rapidament­e come gestire le liste d’attesa. Certo è che il quantitati­vo complessiv­o ci permette di avere un contingent­e molto più ampio rispetto a quella che era stata l’adesione dello scorso anno. E a breve decideremo anche, nel dettaglio, le modalità di collaboraz­ione delle farmacie alla campagna vaccinale».

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Direttore Bertoli

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