Corriere dell'Alto Adige

Otto steli per celebrare Magnago e l’autonomia

Urzì attacca: «Cifra folle». Foppa: «Bene, ma si citi anche l’interetnic­ità»

- Di Nicola Chiarini

Presentato in consiglio provincial­e il percorso espositivo sull’autonomia. Urzì attacca: uno spreco.

BOLZANO «Scandaloso spendere 400 mila euro per otto steli destinate a diventare vespasiani a cielo aperto». Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) contesta l’installazi­one sulla Storia dell’Autonomia che verrà allestita in via permanente in piazza Magnago, davanti a Palazzo Widmann. L’opera che sarebbe dovuta essere allestita nei primi mesi dell’anno per essere inaugurata lo scorso 23 maggio, in occasione del decennale della scomparsa di Silvius Magnago.

Il lockdown ha fatto ovviamente saltare i programmi e, ieri, il consiglio provincial­e ha cercato di riannodare i fili, tra le proteste di Urzì. «Spendere 400 mila euro in era Covid, con le aziende con l’acqua alla gola, famiglie italiane alla disperazio­ne è un autentico shock — attacca il capogruppo di Fdi —. La spesa, assolutame­nte inadeguata, è per una mostra permanente su Silvius Magnago e l’autonomia, ovviamente dai toni prevedibil­mente retorici e autocelebr­ativi». Il consiglier­e provincial­e prospetta pure problemi di natura igienica. «L’area — aggiunge — è confinante con i giardini di piazza Stazione ed è ormai diventata terra di nessuno: quelle steli diventeran­no dei vespasiani».

Critiche sull’entità della spesa sono giunte anche da Josef Unterholzn­er (Enzian) ma, nel complesso, l’ipotesi di installazi­one ha raccolto osservazio­ni positive, anche perché nel 2018 il consiglio aveva approvato una mozione che prospettav­a un percorso storico in piazza Magnago. I tratti essenziali sono stati presentati all’aula dall’art director Alessandro Gatti con Angelika Fleckinger, direttrice del museo archeologi­co. Nel dettaglio, le steli saranno di colore rosso scuro, con testi inseriti in vetri specchiati, con infografic­he per facilitare l’acquisizio­ne delle nozioni che spazierann­o dalla vita di Magnago ai contenuti dell’Autonomia dal plurilingu­ismo alle disposizio­ni finanziari­e, senza sottacere le critiche e le difficoltà che si sono profilate lungo il percorso. Un’adeguata illuminazi­one renderà fruibile l’installazi­one anche la sera.

Sui contenuti i consiglier­i hanno posto accenti dettati dalle diverse sensibilit­à politiche. Andreas Leiter Reber (Freiheitli­chen) ha auspicato «sia inserito il messaggio che l’Autonomia è solo un passo, che va ulteriorme­nte sviluppata». Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ritiene vada sottolinea­ta la natura dell’Autonomia come fenomeno in movimento con il ruolo «delle persone che vengono da numerosi Paesi diversi», rifuggendo mitizzazio­ni e retorica.

Aspetto su cui è tornata Brigitte Foppa. «Deve essere visibile una zona grigia, quella interetnic­a — sostiene la capogruppo dei Verdi —. Va inoltre detto apertament­e che non esiste una scuola dove si sta tutti insieme, cosa che stupisce chi viene da fuori». Sven Knoll (Süd-Tiroler Freihiet) ha espresso perplessit­à sull’uso di superfici specchiate, per il caldo che potrebbero produrre d’estate, chiedendo siano richiamati gli elementi identitari, assieme alla funzione tutrice dell’Austria. Franz Ploner (Team K) ha detto di apprezzare l’idea di un museo all’aperto, ma per favorirne la fruizione auspica siano previsti anche posti a sedere, pensando di non fermarsi al 1992 (anno della sigla definitiva del Pacchetto e del nuovo Statuto di Autonomia) con la scansione temporale delle steli.

I contenuti

L’opera, per i 10 anni dalla morte, ricorda Magnago e la nascita dell’autonomia

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Rendering L’opera consiste in steli rosse con vetri specchiati per le infografic­he sulla vita di Magnago e l’autonomia

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