Otto steli per celebrare Magnago e l’autonomia
Urzì attacca: «Cifra folle». Foppa: «Bene, ma si citi anche l’interetnicità»
Presentato in consiglio provinciale il percorso espositivo sull’autonomia. Urzì attacca: uno spreco.
BOLZANO «Scandaloso spendere 400 mila euro per otto steli destinate a diventare vespasiani a cielo aperto». Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) contesta l’installazione sulla Storia dell’Autonomia che verrà allestita in via permanente in piazza Magnago, davanti a Palazzo Widmann. L’opera che sarebbe dovuta essere allestita nei primi mesi dell’anno per essere inaugurata lo scorso 23 maggio, in occasione del decennale della scomparsa di Silvius Magnago.
Il lockdown ha fatto ovviamente saltare i programmi e, ieri, il consiglio provinciale ha cercato di riannodare i fili, tra le proteste di Urzì. «Spendere 400 mila euro in era Covid, con le aziende con l’acqua alla gola, famiglie italiane alla disperazione è un autentico shock — attacca il capogruppo di Fdi —. La spesa, assolutamente inadeguata, è per una mostra permanente su Silvius Magnago e l’autonomia, ovviamente dai toni prevedibilmente retorici e autocelebrativi». Il consigliere provinciale prospetta pure problemi di natura igienica. «L’area — aggiunge — è confinante con i giardini di piazza Stazione ed è ormai diventata terra di nessuno: quelle steli diventeranno dei vespasiani».
Critiche sull’entità della spesa sono giunte anche da Josef Unterholzner (Enzian) ma, nel complesso, l’ipotesi di installazione ha raccolto osservazioni positive, anche perché nel 2018 il consiglio aveva approvato una mozione che prospettava un percorso storico in piazza Magnago. I tratti essenziali sono stati presentati all’aula dall’art director Alessandro Gatti con Angelika Fleckinger, direttrice del museo archeologico. Nel dettaglio, le steli saranno di colore rosso scuro, con testi inseriti in vetri specchiati, con infografiche per facilitare l’acquisizione delle nozioni che spazieranno dalla vita di Magnago ai contenuti dell’Autonomia dal plurilinguismo alle disposizioni finanziarie, senza sottacere le critiche e le difficoltà che si sono profilate lungo il percorso. Un’adeguata illuminazione renderà fruibile l’installazione anche la sera.
Sui contenuti i consiglieri hanno posto accenti dettati dalle diverse sensibilità politiche. Andreas Leiter Reber (Freiheitlichen) ha auspicato «sia inserito il messaggio che l’Autonomia è solo un passo, che va ulteriormente sviluppata». Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ritiene vada sottolineata la natura dell’Autonomia come fenomeno in movimento con il ruolo «delle persone che vengono da numerosi Paesi diversi», rifuggendo mitizzazioni e retorica.
Aspetto su cui è tornata Brigitte Foppa. «Deve essere visibile una zona grigia, quella interetnica — sostiene la capogruppo dei Verdi —. Va inoltre detto apertamente che non esiste una scuola dove si sta tutti insieme, cosa che stupisce chi viene da fuori». Sven Knoll (Süd-Tiroler Freihiet) ha espresso perplessità sull’uso di superfici specchiate, per il caldo che potrebbero produrre d’estate, chiedendo siano richiamati gli elementi identitari, assieme alla funzione tutrice dell’Austria. Franz Ploner (Team K) ha detto di apprezzare l’idea di un museo all’aperto, ma per favorirne la fruizione auspica siano previsti anche posti a sedere, pensando di non fermarsi al 1992 (anno della sigla definitiva del Pacchetto e del nuovo Statuto di Autonomia) con la scansione temporale delle steli.
I contenuti
L’opera, per i 10 anni dalla morte, ricorda Magnago e la nascita dell’autonomia