Ghiani: «Jannik, uno di noi» Kasslatter (Atp Ortisei): «Lo aspettiamo presto»
«Appena posso ritorno tra le mie montagne, in famiglia» diceva Sinner dopo la vittoria alle Next Gen di novembre. Ora Jannik, dopo le imprese al Roland Garros è di nuovo sulle prime pagine, ma lui – dice chi lo conosce bene – continua a rimanere se stesso. La Pusteria è sempre il suo riferimento, nonostante una vita in giro per il mondo, o a Bordighera e Montecarlo dove si allena. Sesto, San Candido e Villabassa sono i luoghi dell’anima. «Quando sale in Alto Adige passa sempre qui da noi» racconta Cristian Ghiani, maestro del Tennisverein di Villabassa - magari fa una leggera sgambata poi si ferma a pranzo. Villabassa è dove è nato suo papà Hanspeter e qui Jannik ha i cugini e gli zii».
Ghiani ha visto Sinner l’ultima
Campione di tutti «Ad alcuni ragazzi che gli chiedevano l’autografo ha risposto con un invito a casa»
volta un mesetto fa durante il 250 di Kitzbuehl: «Sono stato con lui dopo la vittoria su Kohlscheriber. Jannik è un grande professionista, ma fuori dal campo e liberato dal protocollo ufficiale delle interviste è un ragazzo spontaneo e molto socievole. Qualche mese fa a San Candido ad alcuni ragazzi che gli chiedevano l’autografo ha dato il numero di cellulare e li ha invitati a casa sua. Come atleta non si accontenta mai, per lui arrivare ad affrontare Nadal è normale, perché grazie a Riccardo Piatti è stato abituato fin da ragazzino a fare da sparring partner in allenamento ai Federer, Djokovic, Coric e Raonic, quindi a confrontarsi con i migliori. Poi lui è competitivo di suo e non solo nel tennis, ha capacità di capire le situazioni, in campo e fuori... la sua è un’intelligenza sopra la media».
Un legame Sinner ce l’ha anche con la Val Gardena. Lì ha casa il suo coach Piatti e lì il Baronetto Rosso poco meno di un anno fa vinse il Challenger di Ortisei. Gli organizzatori del torneo sperano di averlo in tabellone anche quest’anno: «Sappiamo che non sarà facile, ma ci stiamo lavorando - confida Ellis Kasslatter, presidente del comitato - il sogno sarebbe avere per la prima volta insieme Sinner e Seppi. Dipenderà molto da cosa dirà il suo staff». La speranza c’è: «Essendo ormai top 50 per Sinner servirà una wild card ma quella non è un problema, se vorrà venire gli sarà data, facemmo così anche con Seppi nel 2012 quando era 20 del mondo. Noi ci speriamo perché siamo in continuo contatto con Jannik e il suo team, sappiamo che lui ci tiene a giocare tra la sua gente, la molla è quella perché chiaramente con il nostro Challenger non ci guadagna. Sappiamo che quest’anno potrebbe essere l’ultima occasione per averlo qui, dopo sarà difficile vista la sua dimensione».